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mercoledì 14 dicembre 2016

ROSSO O BIANCO, CHI VINCERA'? 14 dicembre San Giovanni della Croce

san Giovanni della Croce - Anonimo
Museo Diocesano Viterbo
Ieri santa Lucia, martire. “Rosso”. Impressiona sempre. Il sangue, essere uccisi, soffrire nel corpo. Essere santi sì, ma meglio non martiri. Questa è l’impressione che mi porto dall’infanzia. Mi pare che sia abbastanza condivisa.

Le prime generazioni cristiane, però, facevano memoria solo dei martiri. Le fonti cristiane antiche ci affermano che “alla base della stima del martirio, c'era la constatazione che il martire aveva attuato pienamente il Vangelo in una quasi nuova "ripresentazione" della beata Passione e Morte redentrice di Cristo”.

Il martirio è inoltre un dono assoluto che non si può meritare, anche se la fermezza nel testimoniare fino alla fine indica un merito evidente. Quindi il martire è un prediletto, un prescelto e la sua comunità si sente benedetta assieme a lui.
San Giovanni della Croce, Dottore della Chiesa, è solo “Bianco”. La sua vita e la sua opera testimoniano una profusione di grazia e di doni, fin da bambino. Per dire una sola cosa: il giorno della sua ordinazione sacerdotale sente di avere ottenuto la grazia implorata, soffrirà tutto quello che avrebbe sofferto peccando ma, durante la sua vita terrena, egli non offenderà mai il Signore col peccato mortale.

Chi di lui o di santa Lucia è il più grande? Lo sa solo Dio. Santa Lucia ci toglie il fiato ma certamente san Giovanni della Croce nel praticare in modo eroico le virtù cristiane è stato grandissimo, non solo per i carismi che ha ricevuto.

Non possiamo distogliere lo sguardo dai martiri. Gesù è il primo e il Re dei Martiri. Continuamente, celebriamo essenzialmente la memoria e il culto di un Martire, anche nella Messa meno solenne: “entrando liberamente nella sua Passione”. Papa Francesco nella prima Messa con i Cardinali dopo la sua elezione ha detto subito che un Cristianesimo senza croce non è Cristianesimo.

Ma non possiamo disprezzare il nostro martirio quotidiano, che forse appare senza nessuna gloria, nel grigio dell’amore imperfetto che portiamo ai mediocri pieni di debolezze banali che ci attorniano e di cui facciamo pienamente parte. Non possiamo disprezzare il merito della piccola speranza che deve trionfare ogni giorno senza che si vedano ancora risultati “di santità” e con tanti fallimenti che invece si vedono.


La vita dei santi guardata “a livello delle pratelline” ci dice che la pasta della loro vita era spesso molto simile alla nostra. Eppure sono un capolavoro di Dio. Imitiamo la loro fede.

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