confessione alla Certosa Jean Restout 1692 |
Un caro amico ha reagito: Mi hai insegnato che si devono
confessare solo i peccati mortali. Che devo fare?
Intanto, bravo
perché non hai peccati mortali. Poi, non ho detto esattamente questo.
Ho detto piuttosto
che l'assoluzione non ha data di scadenza, per cui, secondo l'insegnamento
della Chiesa, solo chi è consapevole di peccato grave deve premettere
l'assoluzione sacramentale prima di accostarsi alla mensa eucaristica. Cioè,
solo chi ha fatto anche un peccato mortale deve assolutamente confessarsi
prima di fare la comunione.
Per cui, se uno
non ha fatto peccati mortali, non è obbligato a confessarsi prima di fare la
comunione. In particolare quando non ci sono confessori disponibili l'idea che
ogni volta uno si deve confessare prima della comunione priva molte persone
inutilmente e ingiustamente della grazia particolare della comunione.
Questo non
significa che uno non possa confessarsi anche in altre occasioni, con molto
profitto. La confessione frequente ha sempre fatto parte della pedagogia per la
crescita spirituale. Le comunità neocatecumenali organizzano delle celebrazioni
penitenziali con confessione individuale ogni mese circa.
Un mio confratello anziano raccontava che nelle Alpi si organizzava dei momenti di confessione per i
pastori in cappelle di montagna, lontani dallo sguardo delle mogli davanti
alle quali non bisognava apparire deboli, bigotti. Diceva che sentiva subito la
differenza se uno si confessava solo a Pasqua (la legge) oppure anche solo una
seconda volta, a Natale per esempio.
Raccontava di un pastore, trascinato dagli
amici (si può essere pastori ignoranti ed essere apostoli!) che accettò di
confessarsi dopo tantissimi anni. Era così felice dopo l’assoluzione che offrì
da bere a tutti e finì lui stesso un po’ brillo. Morì nel giro di pochi mesi. Confessato
e in pace col suo Signore.
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