A. VACCARO - MUSEO DIOCESANO DI NAPOLI MASSACRO DEI SANTI INNOCENTI |
Per me questa
pagina è difficile: il dolore degli innocenti è sempre uno scandalo. Che il Dio
onnipotente e misericordioso salvi in modo marcatamente speciale il suo Eletto
e, “per colpa sua”, lasci la violenza di Erode abbattersi sugli altri bambini di Betlemme e le
loro famiglie, risulta molto ostico.
Se avessi scritto
io il Vangelo, non avrei mai inventato un episodio così. Avrei inventato una
salvezza miracolosa di tutti i bambini di Betlemme, tipo i soldati di Erode accecati
da un raggio laser per i superpoteri dell’angelo. E se fosse successo davvero,
avrei cercato di dimenticare di scrivere l'episodio o di sminuirlo. Tutto sommato, questa pagina di Matteo mi
sembra invece un indizio della storicità e sincerità del Vangelo. È vero, il fatto non è ricordato da Giuseppe Flavio, fonte principale della
storia giudaica del I° secolo ma
Erode uccise molti suoi oppositori perfino tra i suoi parenti
stretti compreso tre suoi figli, per paura di essere scalzato dal trono. Può benissimo
aver ordinato una strage a Betlemme senza che se ne parli: assuefazione al
tanto male.
La paura
della vita reale alberga in noi. Non a caso in periodo di Natale c'è il Babbo omonimo
col suo vestito rosso e i suoi regali, e alla Tv ci sono tanti cartoni animati sui Canali non dedicati
dove nessuno si fa male e i buoni trionfano sempre.
Il vero
Natale è decisamente diverso e ci mostra un Dio che non si ritira di fronte alla
ambiguità e tragicità della Storia. Questa Storia e questo Dolore che vengono
assunti dalla Sacra Scrittura ispirata: “Un grido è stato udito in Rama, … Rachele piange i
suoi figli…”.
Per Gesù crescente
questo avvenimento di cui i suoi genitori gli hanno fatto memoria è un tassello
per il discernimento sulla sua vita: “perché sono stato preservato? Cosa vuole il
Padre da me?”. Karol Wojtyla giovane vide che mentre molti suoi amici morivano anche
tra quelli che come lui avevano scelto la resistenza non armata contro il
nazismo, lui era sempre preservato, e si pose la stessa domanda. Se guardiamo
il mondo globale, la sua fame, le sue violenze e guerre, le sue catastrofi
naturali, siamo tutti dei sopravvissuti, dei preservati: “Perché? Cosa vuole il
Padre da me?” Ci dobbiamo fare la domanda.
Rimane però
il problema della responsabilità di Dio e della nostra. Il nostro Occidente è malato
e vuole il “rischio zero”, si rivolge contro lo Stato per essere risarcito da ogni
dolore, da ogni trauma, manda gli scout di Baden Powell a sperimentare la vita di
Mowgli nella giungla a condizione che il campo sia provveduto di frigorifero e
di docce, per cui di solito si installa nella foresta vergine non più lontano
di due o trecento metri dalle abitazioni. L’Occidente vuole la “discriminazione
zero” e condanna ferocemente chi la pensa diversamente. Non si deve impedire un
giovane di uccidere la sua vita con l’alcool e la droga o altre “rav party”,
magari con polizia, pompieri e guardia medica tutto attorno perché tutto si
svolga in sicurezza. Schizofrenia.
Questa malattia spirituale contagia
sedicenti biblisti e anche pastori d’anime. Per questi, Dio essendo buono non può
volere il male e quindi il male gli è estraneo. Fin qui siamo d’accordo. “Dio è luce e in lui non c’è tenebra
alcuna”. Ma il loro modo di presentarlo
fa di Dio un nonnino impotente che non può intervenire come vuole nella nostra vita
e che è tutto fuorché Dio. San Giovanni ci presenta invece un Dio luce che manda
però Gesù per espiare i nostri peccati col suo sangue.
Ma quanto parla di peccato questo san Giovanni, anche solo nella prima lettura di oggi! Anche del mio e del tuo peccato.
Ma quanto parla di peccato questo san Giovanni, anche solo nella prima lettura di oggi! Anche del mio e del tuo peccato.
Non è forse un po’ esagerato?
Oppure dobbiamo pregare per entrare in questo mistero del peccato e della giustificazione
nella croce di Cristo? Cristo mandato “in una
carne simile a quella del peccato e in vista del peccato” (Rm 8:3) per condannare il peccato
nella carne.
Altra vecchia storia imbarazzante questa del peccato originale. Scriveva un prete francese, vecchio oltre che psichiatra di lungo corso: “se volete capire cos’è il peccato originale, leggete la lettera di san Paolo ai Romani e se non vi basta, aprite il giornale”.
Altra vecchia storia imbarazzante questa del peccato originale. Scriveva un prete francese, vecchio oltre che psichiatra di lungo corso: “se volete capire cos’è il peccato originale, leggete la lettera di san Paolo ai Romani e se non vi basta, aprite il giornale”.
Prima Lettura 1 Gv 1,5-2,2
Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.
Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 123
Chi dona la sua vita risorge nel Signore.
Se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.
Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore;
ti acclama la candida schiera dei martiri.
Alleluia.
Vangelo Mt 2,13-18
Erode mandò ad uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme.
Dal vangelo secondo Matteo
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».
Erode mandò ad uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme.
Dal vangelo secondo Matteo
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».
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