La Chiesa ci fa pregare “Ci hai lasciato il memoriale
della tua Pasqua”. L’Eucaristia è il memoriale vivo della Pasqua portata a
compimento da Gesù. La domenica – giorno di riposo e di santità – è la Pasqua della
settimana, e così la Cena eucaristica è la Cena pasquale della settimana. Ecco perché
fanno parte pienamente dell’ Eucaristia innanzitutto le persone, l’Assemblea in
comunione con l’Apostolo, cioè il vescovo, poi la mensa della Parola e infine la mensa eucaristica.
L’accentuazione della festa di oggi con la processione che porta solennemente per
le strade un’ostia consacrata, è una reazione alle negazioni protestanti. Ma
sarebbe riduttivo vedere l’Eucaristia solo nelle specie eucaristiche, nel pane
e nel vino consacrati. Questo non significa cancellare o sminuire tal dono, ma invitare
a viverlo in pienezza, situandolo nel suo contesto vitale, come voleva Gesù.
Il suo contesto è quello di un cammino di
liberazione e di conoscenza del Signore, di Alleanza con Lui. È l’uscita dall’Egitto,
il passaggio - cioè la Pasqua - dalla schiavitù alla libertà e l’esperienza della
provvidenza di Dio nel deserto: vivere, in modo prodigioso e con sicurezza,
dove non si potrebbe vivere. L’Eucaristia è sopratutto il compimento di questa promessa
di vita libera e felice in Gesù Cristo. Infatti Gesù nella sua vita terrena non
si lascia condizionare dalle tentazioni grazie alla sua fiducia assoluta
nel Padre. Mentre il popolo “muore”nel deserto, cioè mormora e si ribella in continuazione
contro Dio e il suo Servo Mosè, Gesù invece, uomo fragile come tutti noi, con forti
grida e suppliche ottiene la grazia di non “morire”, di essere sempre
vivo. E, all’ora di passare da questo mondo al Padre, di fare Pasqua, può darci
la Vita, il suo Spirito, effondendolo senza misura. Quindi nulla
di statico, ma l'apertura di un cammino, alla quale rispondiamo con la
festa, col canto, con la preghiera, il ringraziamento e la lode. Per questo, però,
ci vuole piena unione con Cristo, Unico Mediatore tra Dio e gli uomini. Bisogna
mangiare il suo corpo e il suo sangue. Mangiare il suo corpo! È talmente vero che
Gesù non tranquillizza i Giudei che immaginano dover masticare carne e muscoli
e bere sangue raccolto dalle arterie. Chiede loro solo di lasciarsi guidare
dallo Spirito Santo per superare lo scandalo e entrare nel mistero. Mangiare il
corpo di Cristo è fare la comunione durante la celebrazione ma è sopratutto vivere la sua vita. Sant’Ignazio di Antiochia non parla di
fare la comunione a Messa ma di raggiungere Cristo attraverso il martirio quando
scrive: “voglio il pane di Dio che è la carne di Gesù Cristo, della stirpe di David;
voglio per bevanda il suo sangue che è la carità incorruttibile. Non voglio più
vivere la vita di quaggiù”. Per questo anche noi nelle nostre Assemblee
gridiamo al cielo “Maranathà, Vieni Signore Gesù, a compiere le
promesse di vita!”
Fa, O Signore che – come scrive ancora sant’Ignazio – non siamo
“di quelli che professano Gesù Cristo e ancora amano il mondo”. Il Covid ci ha privato finora delle processioni e ancora
di più delle Prime Comunioni. Sia l’occasione per rivedere il significato dell’Eucaristia
e le catechesi che diamo su di essa.
Colletta
Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu sei Dio...
Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu sei Dio...
Ti ha nutrito di un cibo, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano
mai conosciuto.
Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 147
Loda il Signore, Gerusalemme.
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 147
Loda il Signore, Gerusalemme.
Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.
Seconda Lettura 1 Cor 10, 16-17
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo.
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.
Seconda Lettura 1 Cor 10, 16-17
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.
Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.
Canto
al Vangelo Gv 6,51
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
Vangelo Gv
6, 51-58
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
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