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mercoledì 1 febbraio 2017

martedì IV settimana T. O. / IL SIGNORE CORREGGE COLUI CHE AMA

Il Signore corregge colui che ama. Malgrado la prassi comune in quei tempi dei padri che educavano i propri figli con le maniere forti, il fatto che Dio percuoti proprio i suoi eletti è sempre stato scandaloso. Oggi è considerato un orrore di “scorrettezza politica”. Si tratta comunque di un argomento molto sensibile. La nuova legge russa che depenalizza le percosse in famiglia suscita in tutti noi dei timori. Anche in chi, come me, pensa che ci sono casi in cui si possono usare lecitamente alcune correzioni fisiche con i figli. Se la correzione fisica è troppo grave, o parte dall’egoismo del genitore, dall’indifferenza o dal nervosismo lascia ferite molto profonde nell’anima del figlio. Se la correzione (anche fisica. Misericordia, che dico, adesso mi denunciano ) è dettata da vero amore rassicura il figlio sul fatto che conta per i suoi genitori, che essi si interessano a lui e alla sua crescita.

È un fatto che un Dio che corregge i suoi figli, li percuote, non lascia insensibili. Uno degli argomenti del Corano contro i cristiani, 1500 anni fa, nell’ambiente molto rude della penisola arabica, è proprio questo: pretendono di essere figli di Dio eppure sono corretti da Lui. La frusta la dovrebbe conoscere solo lo schiavo, o comunque solo l’uomo di condizione inferiore, non il figlio del padrone di casa.

E infatti il Corano nega la crocifissione del profeta Gesù (ma accusa gli ebrei di aver ucciso dei profeti). Il fatto che l’islam da una parte neghi la crocifissione di Gesù e dall’altra non sia riuscito a estirpare la radice della violenza dal suo stesso discorso dovrebbe farci riflettere sulla profonda verità della nostra fede. Le due cose sono collegate: se nego la croce non posso sradicare la violenza che sta nel cuore dell’uomo. Non posso sradicarla dal mio cuore e dalla società. Non è solo l’Islam che nega la croce di Cristo e non può proporre un ideale di vita senza violenza. È il mondo intero che si trova in questa situazione. Sono io stesso nel mio cuore ancora non convertito radicalmente. Io sono duro con gli altri, a volte tanto duro, perché non riesco e non voglio morire a me stesso. Mentre il segreto è quello di Gesù: chiedere tutto a se stesso e poco agli altri.

O Crux, spes unica. O Croce, unica speranza. Però «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?» (Giovanni 6,60). Siccome è duro per tutti, i santi stavano a lungo in meditazione, dialogando con il Signore crocifisso. Anche perché sapevano, come scrive qualcuno di loro, che la croce è come la noce: dura all’esterno, dolcissima e nutriente dentro.


Prima Lettura   Eb 12, 4-7. 11-15
Il Signore corregge colui che ama.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:
«Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;
perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio».
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore; vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio. Non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi danni e molti ne siano contagiati. 

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 102 
L’amore del Signore è da sempre.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. 

Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,
perché egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere. 

Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza.

Canto al Vangelo 
  Gv 10,27
Alleluia, alleluia.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.

Vangelo   Mc 6, 1-6
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria. 

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. 
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. 

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