Quanta semplicità
da parte di Pietro l’Apostolo nella prima lettura: si sente un fratello allo stesso
livello degli altri presbiteri. Egli è un testimone diretto delle sofferenze di
Cristo. Sa di avere causato a Gesù una parte delle sue sofferenze. Come potrebbe
atteggiarsi, innalzarsi su qualche piedestallo? Cristo ha sofferto perché tutti
gli uomini diventino fratelli, figli dello stesso Padre. Come potrebbe prendere
le distanze, avere atteggiamenti di superiorità?
Purtroppo la Chiesa
è piena di superiori, monsignori, eccellenze, eminenze e cose del genere.
San Francesco d'Assisi lo
sapeva e ha scritto nella Regola che nessun responsabile di comunità sia
chiamato “superiore” o “priore”, ma siano “ministri”, cioè servi, e anche “custodi”
cioè guardiani dei loro fratelli, minori gli uni agli altri (vedi capitolo 10
della “Regola Bollata” e i capitoli 4, 5 e 6 della “Regola non Bollata” che la
precede) e che ogni frate sia accolto da lor con tanta familiarità che possa parlare con loro come fanno i padroni con i loro servi!
Questo è ciò che papa Francesco in modo particolare vuole incarnare nel suo ruolo di "Servo dei Servi di Dio".
C'è un altro aspetto di Pietro che trovo evidenziato nelle letture di oggi: Pietro è istituito dall'alto come testimone della fede che conferma i suoi fratelli.
Paolo VI firma la "Populorum Pogressio". Fu considerato un Papa poco cattolico da alcuni ambienti perché indicava l'importanza della frattura Nord-Sud del Mondo e non solo Est-Ovest |
I problemi in parrocchia
non mancano ma sono locali e quelli che non si riescono a gestire si mandano al
vescovo. Il quale si deve confrontare con molti problemi. E quelli che non riesce
a gestire li manda al vescovo di Roma. Forse non ci rendiamo conto dell’infinità
di problemi che il vescovo di Roma e i suoi collaboratori devono gestire, i più
spinosi, i più scoraggianti, i più vergognosi. Certo questa continuo confronto con i problemi si accompagna ad una conoscenza globale
e spesso diretta di tante meraviglie che il Signore opera nella sua Chiesa.
Nonostante gli
aspetti positivi, l’impatto di tutti gli scandali pesa.
Da una parte Pietro
ci protegge.
Dall’altra parte dobbiamo
“proteggerlo” con la nostra preghiera e la nostra obbedienza, con la nostra vita
di fede e di unità perché anch’egli, che è un uomo (assieme ai suoi
collaboratori), possa pascere il gregge a lui affidato con gioia e non “gemendo”.
Perché egli possa affrontare i problemi con un approccio sempre spirituale non con la carne né con il sangue, ma con la grazia del Padre celeste che gli è
stata donata (cfr. Vangelo).
Prima Lettura 1 Pt 5,1-4
Compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero.
Compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 22
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
Canto al Vangelo Mt 16,18
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Vangelo Mt 16,13-19
Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
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