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giovedì 8 maggio 2025

VUOI ELEGGERE CON ME IL PAPA? È POSSIBILE? / Secondo giorno del Conclave, 8 maggio 2025.


Eleggiamo tutti insieme il Papa. Molti fanno previsioni. Molti tifano per il Cardinale di loro scelta, o il proprio vescovo. In realtà nessuno può dire nulla di certo e soprattutto noi non siamo nel Conclave. Come puoi dunque dire: “eleggiamo tutti insieme il Papa”? La preghiera umile e fiduciosa del popolo di Dio arriva al Suo cuore. Eleggiamo quindi il Papa non con le schede ma direttamente dal cuore di Dio  in modo che mandi lo Spirito Santo in modo più forte, sensibile, per indirizzare i cardinali verso il Suo eletto.    

Il Papa è come la chiave della volta. Ogni pietra piccola non è capace di costituire l’architrave della porta, ma unita alle altre, prende forza dalla precedente e rende forte la successiva, a condizione però che il mezzo arco dove sta si unisca all’altro  attraverso l’ultima pietra che diventa la chiave di volta e dà solidità a tutto l'arco. Questa immagine è solo indicativa perché se rimanesse un solo cristiano, tutto potrebbe ripartire da Gesù Cristo che è il capo, la radice e il Signore della Chiesa, a condizione che questo cristiano sia Pietro che non può mancare. Ma questa immagine non è fuori luogo, perché anche Pietro è parte della Chiesa, pietra vivente, fratello e padre, in comunione con gli altri suoi fratelli, gli apostoli e i loro successori. La Chiesa è sempre comunione, per natura. E come sono i fratelli cardinali che eleggono il nuovo vescovo di Roma, anche il popolo e la sua qualità spirituale, la sua fede, o “sensus fidei”, contribuisce a creare il clima e la dinamica spirituale che porta ad avere come Papa della cattolicità un vero servo di Dio e “servo dei servi di Dio”. Per questo motivo nei primi secoli era tutta la comunità che eleggeva il suo vescovo e, fino all'ottavo secolo, quando il vescovo veniva scelto solo dal clero, il popolo manifestava poi la sua approvazione o disapprovazione. E Dio ascolta la preghiera incessante dei suoi figli: "Pietro dunque era tenuto in prigione, mentre una preghiera saliva incessantemente a Dio dalla Chiesa per lui. " (Atti degli Apostoli 12, 5)

Il Cardinale Cantalamessa diceva nel 2013: "Come accade a certi edifici antichi, nel corso dei secoli, per adattarsi alle esigenze del momento, si riempiono di tramezzi, scale, stanze e ripostigli. Arriva un momento in cui ci rendiamo conto che tutti questi adattamenti non rispondono più alle esigenze attuali, ma sono un ostacolo, quindi dobbiamo avere il coraggio di abbatterli e restituire l'edificio alla semplicità e alla linearità delle sue origini". Compito sovrumano, ma «la nostra capacità viene da Dio, che ci ha costituiti ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito; perché la lettera uccide, ma lo Spirito dà vita» (2 Cor 2,16; 3,5-6). Il Cardinale Chavez di San Salvador, amico e seguace di san Oscar Romero, dichiara che c'è un clima molto positivo tra i cardinali che sono entrati in Conclave. Il Concilio e le riforme necessarie, andranno avanti, malgrado le resistenze e le difficoltà. Ma questo dipende da ciascuno di noi per la loro applicazione concreta nella nostra vita, nelle nostre parrocchie: che il messaggio liberatore di Cristo giunga a tutti, anche a costo della vita, nell’amore per la Chiesa e la sua unità. La causa più comune delle divisioni tra cattolici non è il dogma, né i sacramenti, né i ministeri. «È l'opzione politica, quando si approfitta dell'aspetto religioso ed ecclesiale e si difende un'ideologia, dimenticando completamente il significato e il dovere dell'obbedienza nella Chiesa» diceva ancora Cantalamessa. 

"Va', Francesco, e ripara la mia Chiesa." disse Dio al Poverello di Assisi... 


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