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venerdì 16 maggio 2025

PERCHÉ TANTA DISINFORMAZIONE SU PAPA LEONE? / 16 - 05 - 2025.



Il lunedì dopo la sua elezione Papa Leone XIV ha ricevuto gli operatori della comunicazione per ringraziarli del lavoro svolto durante la Sede Vacante e il Conclave, approfittando per consegnare loro e a tutti noi una profonda riflessione sul lavoro che svolgono, un incoraggiamento per le loro difficoltà, un appello per coloro che sono prigionieri o perseguitati. 

Egli vede nell’informazione libera, onesta, un contributo alla pace. Invita a “non cedere mai alla mediocrità”. Insiste sul diritto dei popoli ad essere informati, “perché solo i popoli informati possono fare scelte libere”. 

E invece sta fiorendo la disinformazione, anche benevola, ma anche calunniosa. Colpisce specie tra le persone comuni che usano i social, trovare interpretazioni saccenti del minimo gesto o parola di Papa Leone, spesso presentando come assolutamente nuove posizioni che sono quelle di sempre della Chiesa o già prese dai suoi immediati predecessori. Per esempio in questo dialogo con i giornalisti Papa Leone dice testualmente: “Per questo ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali… ”. Egli è nella linea di Papa Francesco. Eppure si sottolineano frasi come se fossero segno di una opposizione tra loro due. Per esempio si dice: finalmente un Papa che mette Cristo al centro, oppure si esulta per le parole pronunciate nell’incontro con le Chiese Orientali mentre di tutta evidenza queste parole non solo potevano essere pronunciate da Papa Francesco, ma, probabilmente sono state preparate da tempo per Papa Francesco in previsione di questo Giubileo… 

Ma c'è anche il diffondere informazioni false facilmente riconoscibili. La credulità di tante persone è impressionante. Eppure i criteri sono semplici, in particolare i più evidenti sono che non è mai affidabile un testo o un’informazione che non riporta il riferimento completo e chiaro e la data precisa dell’intervento dell'autore presunto. Infine non può che essere sospetto quell'intervento conosciuto solo dai Social e non dai Mezzi di comunicazione generali e affidabili. Gli ultimi casi, ricopiati all’infinito, sono quello intitolato "citazione di Papa Leone" e finisce con “Dio non vuole soldati ma amici” e il preteso incontro a porte chiuse, senza testimoni di Papa Leone con la Guardia Svizzera. Stiamo attenti. La confusione non giova mai, l’appropriarsi di un nome famoso per far passare le proprie idee è disonesto e non favorisce la Pace. 

Sotto il testo completo del Papa agli operatori della comunicazione. 


DISCORSO DEL SANTO PADRE LEONE XIV AGLI OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE

Aula Paolo VI Lunedì, 12 maggio 2025

 Buongiorno! Good morning, and thank you for this wonderful reception! They say when they clap at the beginning it doesn’t matter much… If you are still awake at the end, and you still want to applaud… Thank you very much!

[traduzione italiana: Buongiorno e grazie per questa bellissima accoglienza! Dicono che quando si applaude all’inizio non vale granché! Se alla fine sarete ancora svegli e vorrete ancora applaudire, grazie mille!]

Fratelli e sorelle!

Do il benvenuto a voi, rappresentanti dei media di tutto il mondo. Vi ringrazio per il lavoro che avete fatto e state facendo in questo tempo, che per la Chiesa è essenzialmente un tempo di Grazia.

Nel “Discorso della montagna” Gesù ha proclamato: «Beati gli operatori di pace» (Mt 5,9). Si tratta di una Beatitudine che ci sfida tutti e che vi riguarda da vicino, chiamando ciascuno all’impegno di portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla. La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza: dobbiamo dire “no” alla guerra delle parole e delle immagini, dobbiamo respingere il paradigma della guerra.

Permettetemi allora di ribadire oggi la solidarietà della Chiesa ai giornalisti incarcerati per aver cercato di raccontare la verità, e con queste parole anche chiederne la liberazione di questi giornalisti incarcerati. La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle Nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa.

Grazie, cari amici, per il vostro servizio alla verità. Voi siete stati a Roma in queste settimane per raccontare la Chiesa, la sua varietà e, insieme, la sua unità. Avete accompagnato i riti della Settimana Santa; avete poi raccontato il dolore per la morte di Papa Francesco, avvenuta però nella luce della Pasqua. Quella stessa fede pasquale ci ha introdotti nello spirito del Conclave, che vi ha visti particolarmente impegnati in giornate faticose; e, anche in questa occasione, siete riusciti a narrare la bellezza dell’amore di Cristo che ci unisce tutti e ci fa essere un unico popolo, guidato dal Buon Pastore.

Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia. Come ci ricorda Sant’Agostino, che diceva: “Viviamo bene e i tempi saranno buoni” (cfr Discorso 311). Noi siamo i tempi».

Grazie, dunque, di quanto avete fatto per uscire dagli stereotipi e dai luoghi comuni, attraverso i quali leggiamo spesso la vita cristiana e la stessa vita della Chiesa. Grazie, perché siete riusciti a cogliere l’essenziale di quel che siamo, e a trasmetterlo con ogni mezzo al mondo intero.

Oggi, una delle sfide più importanti è quella di promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla “torre di Babele” in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi. Perciò, il vostro servizio, con le parole che usate e lo stile che adottate, è importante. La comunicazione, infatti, non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto. E guardando all’evoluzione tecnologica, questa missione diventa ancora più necessaria. Penso, in particolare, all’intelligenza artificiale col suo potenziale immenso, che richiede, però, responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità. E questa responsabilità riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali.

Cari amici, impareremo con il tempo a conoscerci meglio. Abbiamo vissuto – possiamo dire insieme – giorni davvero speciali. Li abbiamo, li avete condivisi con ogni mezzo di comunicazione: la TV, la radio, il web, i social. Vorrei tanto che ognuno di noi potesse dire di essi che ci hanno svelato un pizzico del mistero della nostra umanità, e che ci hanno lasciato un desiderio di amore e di pace. Per questo ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana.

Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace.

Grazie a tutti voi. Che Dio vi benedica!


Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana

https://www.vatican.va/content/leo-xiv/it/speeches/2025/may/documents/20250512-media.html


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