IHS: Iesus Hominis Salvator, Gesù Salvatore dell'Uomo. (S. Bernardino da Siena) |
Atena è la dea protettrice di Atene perché gli abitanti misero in competizione sull'Acropoli Poseidone e Atena e scelsero lei per il suo dono, l’ulivo, invece del mare offerto da Poseidone.
I miti sono antichi come l’umanità, senza data di nascita. Autori antichi li mettono per iscritto, a modo loro, ma non ne sono gli inventori. I miti nascono in modo orale, senza dogmi perché sorti spontaneamente nel popolo che vi si rispecchia. Un mito è quindi “una narrazione investita di sacralità relativa alle origini del mondo o alle modalità con cui il mondo stesso e le creature viventi hanno raggiunto la forma presente in un dato contesto socioculturale o in un popolo specifico. Di solito tale narrazione riguarda dèi ed eroi come protagonisti delle origini del mondo in un contesto soprannaturale”. (Fonte Wikipedia). Il mito c'è. Non viene criticato. Questa è la prima fase.
Poi la ragione cresce e comincia a non credere più a quei racconti. Il mito della caverna di Platone è già la presa di coscienza che bisogna andare al di là delle apparenze e delle tradizioni per cogliere la realtà. Si cerca il fondamento nelle idee immortali e celesti, opposte alla condizione mortale e fragile dell’uomo. Questa è la seconda fase.
Nella terza fase, attraverso gli ebrei si diffonde la rivelazione e la fede nel Dio unico che non è più solo il dio dei miei antenati in mezzo ad altri dèi. Anche se appare attraverso una esperienza storica, l’idea stessa del Dio unico risulta più razionale dei molteplici dèi pagani. Ma soprattutto esplode la potenza del monoteismo come un’onda benefica con la risurrezione di Gesù che apre l’era della misericordia e della conoscenza autentica di Dio. Evangelizzando i popoli pagani politeisti, per esempio del Nord Europa, la Chiesa propone questo Dio unico rivelato in Gesù di Nazareth. La penetrazione concreta della fede in Cristo avviene spesso come accoglienza di una divinità nuova accanto alle altre, che conviene conciliarsi, un po' come i santi nella religiosità popolare "specializzati" in grazie specifiche: san Biagio per il mal di gola, santa Barbara per i temporali, sant’Antonio Abate per la protezione degli animali, ecc. Dove l'evangelizzazione ha successo profondo, si vede pian piano Gesù come la divinità più efficace e degna, fino a rimanere la sola da adorare e seguire.
Il problema è quando l'evangelizzazione rimane superficiale. Il Cristianesimo si impone ufficialmente, ma non convince nel profondo i cuori e spesso non è nemmeno annunciato integralmente. Gesù e i suoi santi sono presenti ma con caratteristiche sempre più simili a quelle delle religioni pagane. Si perde la storicità della salvezza e quindi dell’iniziativa di Dio nella Storia e nella vita di ognuno. Dio è eterno e quindi c'è da sempre, nel suo cielo, e Gesù Cristo stesso è risalito in cielo, distante dalla nostra condizione umana. È il Dio dell’Imperatore, del Sovrano, quindi della nazione alla quale appartengo: dobbiamo avere tutti la stessa religione. Ancora nel 1500, se il sovrano diventa protestante, tutti devono essere protestanti. Inoltre il punto di riferimento è la Società e le sue usanze, alle quali si devono conformare l'immagine di Dio e il modo di rapportarsi a lui: se per avvicinare il Re devo inginocchiarmi tre volte, per andare a fare la comunione col Re dei Re, camminerò sulle ginocchia fin dal mio banco in chiesa. Uscirò dalla chiesa a marcia indietro per non voltare le spalle a(lla statua de)l santo. Se sono diventato cristiano senza catechesi, mi darò da solo spiegazioni del mistero e riti che corrisponderanno alle pulsioni profonde dell’animo umano, come i miti pagani, o alla fantasia personale. Scomparirà la potenza della risurrezione e la grazia che ne deriva, e sorgerà una religione del dolore. Mi flagellerò fino al sangue nelle processioni, la Pasqua passerà in secondo piano e l’approccio sentimentale darà il primo posto al Natale. Paragonerò l’ostia ai dolci di festa e il vino nel calice al dolore come "lacrime della vite" come fece di recente una “liturgista parrocchiale” francese, mentre il senso del pane azzimo e del vino è esattamente il contrario: il pane esprime il dolore della schiavitù, il vino l’esultanza per la liberazione. Onorerò la Vergine Maria mettendo la sua statua su un “giglio” di legno che trae le sue origini dalle religioni falliche. La vitalità del culto alla Madonna dell’Arco è grandissima. Un adolescente dà prova della sua giovane forza ed equilibrio girando su se stesso con una grande bandiera all'effigie della Madonna, circondato da ragazzine coetanee: un inno alla primavera della vita! Ma dove sta la preghiera, la conversione, il Vangelo?
Ecco che siamo partiti dai miti e siamo ritornati ai miti.
I miti esprimono le profondità dell’animo umano, le sue pulsioni, e il suo bisogno di salvezza. I miti vengono dall'uomo e non salvano. Il Cristianesimo incontra queste attese profonde dell’uomo e salva proprio perché è il contrario dei miti, è divino. Il Santissimo Nome di Gesù “è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: Gesù Cristo è Signore!” (Fil 2,9-11).
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