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giovedì 2 giugno 2022

2 GIUGNO: UNA RIFLESSIONE SUL RAPPORTO TRA FORMA DELLO STATO E RELIGIONE / giovedì VII sett. di Pasqua.

 


Pur essendo molto religiosi come tutti i popoli antichi, i Romani sono tolleranti verso i culti dei popoli che soggiogano. Gli dèi stranieri non possono che essere dèi inferiori che non disturbano più di tanto, visto che quelli dei Romani danno loro tanto potere. La religione interessa solo quando interferisce con l’ordine pubblico (Atti 18,14 s.). È il caso dei disordini creati dalla presenza di Paolo a Gerusalemme.

Minacciato di morte, Paolo si trova di fronte ai suoi accusatori sotto lo sguardo vigile del comandante romano. Non cerca di minimizzare: (non ho creato nessun disordine, non ho infranto nessuna regola della nostra religione… ) ma si difende con la verità che è anche annuncio della Buona Notizia. Facendo questo egli spacca il fronte degli accusatori, e crea un’apertura per il suo annuncio. Ma questo non rende la sua situazione più tranquilla.

Quella stessa notte, nella preghiera il Signore lo rassicura, lo incoraggia, lo prepara per le tappe future del suo servizio a Roma. Questa rivelazione sullo svolgersi della sua missione aiuterà certamente Paolo ad essere fermo nella speranza durante la terribile tempesta che getterà la nave che lo trasporta sulle coste di Malta. Anche lì vediamo realizzarsi la Parola che dice: “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”. L’errore di navigare d’inverno che fa perdere il carico e naufragare la nave permette al Vangelo di giungere a Malta e a tutti, marinai,  quelli che erano sulla nave di credere al Dio di Paolo, di avere in dono la Vita Eterna.

La Vita Eterna di cui parla Gesù in modo così profondo affinché ci possiamo inabissare in essa…

Lo Stato (Romano) non si preoccupa delle religioni se non toccano il potere. Nella Bibbia, Dio si adatta a varie forme di Stato. Gesù non si preoccupa del potere e dello Stato, ma delle persone e della Vita Eterna per la quale sono fatte. Eppure "senza fare politica", Gesù e il suo messaggio cambieranno più di chiunque il potere e lo Stato, fermentando la Società.

 

Prima Lettura    At 22,30; 23,6-11
E' necessario che tu dia testimonianza anche a Roma.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, 
[il comandante della coorte,] volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè il motivo per cui Paolo veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le catene e ordinò che si riunissero i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio; fece condurre giù Paolo e lo fece comparire davanti a loro.
Paolo, sapendo che una parte era di sadducèi e una parte di farisei, disse a gran voce nel sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti».
Appena ebbe detto questo, scoppiò una disputa tra farisei e sadducèi e l’assemblea si divise. I sadducèi infatti affermano che non c’è risurrezione né angeli né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose. Ci fu allora un grande chiasso e alcuni scribi del partito dei farisei si alzarono in piedi e protestavano dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest’uomo. Forse uno spirito o un angelo gli ha parlato».
La disputa si accese a tal punto che il comandante, temendo che Paolo venisse linciato da quelli, ordinò alla truppa di scendere, portarlo via e ricondurlo nella fortezza.
La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse: «Coraggio! Come hai testimoniato a Gerusalemme le cose che mi riguardano, così è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma». 

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Canto al Vangelo   Gv 17,21 
Alleluia, alleluia.

Siano tutti una cosa sola,
come tu, Padre, sei in me e io in te,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
Alleluia.

Vangelo  
 Gv 17,21
Siano perfetti nell'unità.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, 
[Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

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