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martedì 30 ottobre 2018

SIATE SOTTOMESSI GLI UNI AGLI ALTRI / martedì XXX° sett. T.O.



La forza della semente di senape, o del lievito, è un incoraggiamento per i discepoli che vedono la povertà dei loro mezzi. E la storia dimostra come questo seme, come questo lievito, con tutte le contraddizioni e contro testimonianze, hanno operato positivamente nell’umanità.
Ma bisogna seminare questo grano di senape, cioè bisogna accogliere la Parola di Dio.
Per esempio, il brano dagli Efesini di oggi sul rapporto marito moglie è raramente letta e meditata fino in fondo. Viene spesso strumentalizzato per giustificare la sottomissione della donna all’uomo, oppure rifiutato perché preconizza la sottomissione della donna all’uomo. Invece questo brano instaura chiaramente il rapporto di sottomissione reciproca tra l'uomo e la donna nel timore di Cristo, tenendo conto delle differenze di approccio e di doni tra uomo e donna. Non si tratta dunque del gradino di inferiorità della donna stabilito da Dio secondo il Corano. Il Cristianesimo vissuto nella fedeltà al Vangelo ha sempre migliorato e elevato la condizione della donna, di ogni essere umano. Non a caso “l’amore cortese” è nato in ambito cristiano, come frutto di questo lievito evangelico che lentamente civilizza i popoli  che incontra. È l’ignoranza della Parola di Dio tra i popoli battezzati che può produrre certi costumi aberranti.

Prima Lettura  Ef 5, 21-33
Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto.
E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo.
Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito.  
Salmo Responsoriale   Dal Salmo 127
Beato chi teme il Signore. 
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. 
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. 
Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

Canto al Vangelo 
 Mt 11,25  
Alleluia, alleluia.

Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.

Vangelo 
  Lc 13,18-21
Il granello crebbe e divenne un albero.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».    

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