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domenica 21 ottobre 2018

DAVVERO NON SAPEVANO QUELLO CHE CHIEDEVANO / XXIX° domenica del T.O.

Tiziano Vercellio.

Nel Vangelo di oggi, Giacomo e Giovanni davvero non sapevano quello che chiedevano. Infatti i troni a destra e sinistra di Gesù nella sua Gloria era la croce e scapparono tutti quel giorno. Su quei troni vi sedettero due poveracci, peccatori e disgraziati. Ebbero questo onore. Uno ne approfittò e quel giorno stesso entrò in paradiso. L’altro non si sa. A nostra istruzione spirituale il Vangelo ce lo presenta come colui che non ha riconosciuto il suo vero bisogno di salvezza. Ha gridato giustizia ma nel senso sbagliato. Però se un centurione romano vedendo Gesù morire in questo modo esclamò: “veramente quest’uomo era Figlio di Dio”, quanto più un uomo di fronte alla morte ha potuto vedere anche lui la divinità di Gesù e notare la trasformazione del suo compagno di sventura.
Veniamo agli apostoli: c'è la mentalità del mondo in loro e molto. Quando san Francesco cominciò la sua comunità evangelica, consapevole dei pericoli della mondanità scrisse: “e nessun frate sia chiamato priore”, ma ministri e servi, custodi e guardiani dei loro fratelli. In quel tempo la parola “ministro” significava appunto “servo”. Oggi questa parola “ministro” ci rende poco l’idea di un servo. Le parole si logorano. La mondanità prende il sopravvento. A volte le parole scompaiono proprio. In un paesino lucano c'era una scuola di bambini tenuta da due suore, due. La gente non le chiamava per i loro nomi ma all’una si doveva dire “superiora” e l’altra “suora”! Fino a questo punto.... Se la Chiesa è piena di monsignori, eccellenze e eminenze, è dovuto solo a questo spirito mondano. L'hanno notato molti santi, tra cui il nostro illustre concittadino sant'Alfonso de Liguori. Grazie a Dio molti sanno portare questi titoli con naturalezza e umiltà evangeliche. Ma è sempre una grande e inutile contraddizione con il Vangelo che apre grande la porta al clericalismo.
Charles de Foucauld invece sentì dire in una omelia che Gesù aveva talmente preso l’ultimo posto che nessuno era riuscito a stare più in basso di lui. E nel suo cuore sentì un fuoco e si formò una decisione: “io cercherò di rapire a Gesù l’ultimo posto!” Questo pensiero orientò tutta la sua vita ed egli divenne il “Fratello Universale” e un grande Santo. Solo un Amore totale, infinito, può giustificare ciò che ha fatto Gesù e possiamo avere totale fiducia in Lui, nel suo perdono e nella sua guida. Gesù non ci renderà succube degli altri, anzi, ci darà la dignità di figli di Dio. Gesù sa non lasciarsi condizionare. Il suo sacrificio di amore è così maturo che appare ancora più impressionante.

Prima Lettura   Is 53,10-11
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,  vedrà una discendenza. 
Dal libro del profeta Isaia
Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. 
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, 
vedrà una discendenza, vivrà a lungo, 
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce 
e si sazierà della sua conoscenza; 
il giusto mio servo giustificherà molti, 
egli si addosserà le loro iniquità. 

Salmo Responsoriale 
   Dal Salmo 32
Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell'amore del Signore è piena la terra.
Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L'anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

Seconda Lettura 
  Eb 4, 14-16
Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.  
Canto al Vangelo
   Cf3 Mc 10,45 
Alleluia, alleluia.
Il Figlio dell'uomo è venuto per servire 
e dare la propria vita in riscatto per molti. 
Alleluia.

 Vangelo   Mc 10, 35-45, forma breve 10,42-45
Il Figlio dell'uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». 
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi cori Giacomo e Giovanni. Allora 
[Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».] 
 


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