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lunedì 29 ottobre 2018

NESSUNO VI INGANNI CON PAROLE VUOTE / lunedì XXX° sett. T.O.

La donna ricurva - Duomo di Monreale.

Gesù accoglie una donna gravemente inferma e la guarisce in piena riunione sinagogale del sabato. Gesù è cresciuto in un paesino di remota provincia, con gente di mentalità chiusa su se stessa … I suoi compaesani dimostrano di essere tali quando ritorna a Nazareth con i suoi discepoli preceduto dalla fama dei suoi miracoli e dei successi di folla: lo cacciano! Gesù guarendo questa donna sa benissimo che sarà criticato, che il suo gesto farà scalpore, “dividerà la Chiesa” come si dice di papa Francesco. Ma lo fa lo stesso.
Nella prima lettura san Paolo ha parole molto forti contro il peccato, in particolare fornicazione, impurità, avarizia, e chi commette tali azioni. Eppure egli aveva iniziato raccomandando benevolenza e misericordia reciproche, cammino nella carità e via dicendo. Possono andare d’accordo questi due approcci?
Certamente. Anzi, non devono mai essere separati.
Il santo napoletano di oggi, Gaetano Errico, fondatore della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a Secondigliano, era di una pazienza amorevole senza limiti anche verso i suoi detrattori, al punto di piangere di compassione per la morte del suo peggiore nemico. Ma consapevole di dover costituire una congregazione di religiosi, non esitò a dimettere in uno stesso giorno 5 compagni di strada perché volevano modificare il carisma della nuova fondazione. Amore e chiarezza non sono contraddittori. Charitas in Veritate, la Carità nella Verità.
L’amore che è pieno di sentimenti si fonda sulla verità. In francese qualcuno avvicina la parola “adultère” (adulterio) all’espressione “adulte taire” che si pronuncia quasi allo stesso modo e significa letteralmente “adulto tacere” ossia l’adulterio è il fatto di una persona immatura che non accetta di crescere, fa tacere in sé l’adulto e non assume le responsabilità della sua età e dei suoi impegni precedenti. Abbiamo tutti molto bisogno di essere aiutati nel nostro cammino per non separare mai carità sincera e verità, verità e carità sincera …

Prima Lettura   Ef 4, 32 - 5, 8
Camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli, siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
Di fornicazione e di ogni specie di impurità o di cupidigia neppure si parli fra voi – come deve essere tra santi – né di volgarità, insulsaggini, trivialità, che sono cose sconvenienti. Piuttosto rendete grazie! Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – cioè nessun idolatra – ha in eredità il regno di Cristo e di Dio.
Nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l’ira di Dio viene sopra coloro che gli disobbediscono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce.   

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 1
Facciamoci imitatori di Dio, quali figli carissimi.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. 
È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.
Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.   

Canto al Vangelo 
  Gv 17,17
Alleluia, alleluia.

La tua parola, Signore, è verità;
consacraci nella verità.
Alleluia.
Vangelo   Lc 13, 10-17
Questa figlia di Abramo non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?
Dal vangelo secondo Luca 
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.    
 

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