John H. Newman giovane. |
Durante la sua visita nel Regno Unito, papa Benedetto XVI ha proclamato Beato il Cardinale John Henry Newman e si è voluto collocare la sua memoria liturgica il 9 ottobre nello stesso giorno in cui, nell'anno 1845, è stato accolto nella Chiesa cattolica che egli chiamava “l’unico ovile di
Cristo”.
Aveva 44 anni ed era un brillante prete anglicano, molto stimato. Entrando
nella Chiesa cattolica sapeva benissimo di sacrificare la sua carriera e le amicizie
di tutta una vita. Sapeva anche che nella sua nuova casa non era tutto oro. Alcune
cose ripugnavano perfino alla sua sensibilità. Sapeva pure che molti cattolici lo avrebbero
accolto con diffidenza anche per i suoi lavori sulla libertà di coscienza. Scrisse
alla sua sorella: “mi seppellisco io stesso, e alla mia età … cosa può essere se
non una stretta necessità ciò che mi spinge a fare questo?”
Dopo un lungo percorso Newman era giunto alla convinzione
piena e tranquilla che la Chiesa istituita da Gesù Cristo, la Chiesa dei Padri
( che amava tanto e conosceva così bene) la vera Chiesa, egli la poteva incontrare
solo nella Chiesa cattolica presieduta dal Papa. La stretta necessità di cui
parlava era un obbligo di coscienza, un imperativo di obbedire alla verità per ottenere
la salvezza, intesa non solo come premio eterno ma anche come la
possibilità di
vivere pienamente, liberamente e in piena conformità con la ragione, qui su questa
terra. La stretta necessità era come quella del bambino neonato che ha bisogno della
propria madre e del suo abbraccio.Ritratto da cardinale. |
Entra nella Chiesa senza pretendere un posto di onore in
essa o dei cambiamenti. Ma si impegna con tutta la sua intelligenza e la sua
cultura, illuminate dalla intensa vita spirituale, per i cambiamenti necessari secondo
il metro del Vangelo, conservando però un atteggiamento filiale nel suo vincolo
con la Chiesa. Fa questa riflessione così profonda: “La Chiesa sembra
continuamente sul punto di morire … ma trionfa a dispetto di tutti i calcoli
umani … la sua è una storia di cadute
terrificanti e di ricuperi strani e vittoriosi … e, alla fine, la regola della Provvidenza
di Dio è che dobbiamo trionfare attraverso il fallimento”.
Lui che aveva tanto dato alla Chiesa non chiedeva gratitudine,
ma comprendeva che la sua stessa vita era nutrita e sostenuta in ogni modo e momento
da questa Madre. Pregava così alla fine della sua vita: “che io possa ricevere
il dono della perseveranza, e muoia come desidero vivere: nella tua fede, nella
tua Chiesa, al tuo santo servizio, e nel tuo amore”.
(per scrivere questo post ho attinto molto da un articolo di José Luis Restàn)
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