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giovedì 31 luglio 2025

IL RAPPORTO TRA IL BATTESIMO E LA TRINITÀ / 28. NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 49-50



1. Battesimo e fede trinitaria 

49. Prima che la dottrina della Trinità si sviluppasse teologicamente, la fede nella Trinità era già al fondamento della vita cristiana celebrata nel battesimo. La professione di fede battesimale pronunciata nella formula sacramentale del battesimo non esprimeva solo un mistero teorico quanto piuttosto la fede vivente riferita alla realtà della salvezza donata da Dio e quindi a Dio stesso. La fede battesimale dona una “conoscenza” di Dio che è allo stesso tempo accesso al Dio vivente. In tal senso, l’apologista Atenagora assicura: «Noi […] uomini […] che siamo spinti dal solo (desiderio) di conoscere Dio e il Verbo che è presso di lui, qual è l’unione del Figlio con il Padre, qual è la comunione del Padre con il Figlio, che cosa è lo Spirito, quale l’unione di questi esseri così grandi e la distinzione di loro così uniti, dello Spirito, del Figlio, del Padre».[67] 

NOI CREDIAMO COME BATTEZZIAMO E PREGHIAMO COME CREDIAMO / 27. NICEA. Gesù Cristo, ... n. 48.

Cristiani a Gerusalemme.


Capitolo 2

Il Simbolo di Nicea nella vita dei credenti:

«Noi crediamo come battezziamo;

e preghiamo come crediamo»

 

Preludio: la fede confessata nella fede vissuta 

48. La fede professata a Nicea ha un ricco contenuto dogmatico che è stato determinante nello stabilire la dottrina cristiana. Tuttavia, l’intento di questa dottrina era e rimane quello di nutrire e guidare la vita del credente. In questo senso, è possibile mettere in luce un vero e proprio tesoro spirituale del Concilio di Nicea e del suo Simbolo, una “fonte d’acqua viva” alla quale la Chiesa è chiamata ad attingere oggi e sempre. É per proteggere l’accesso a quest’acqua viva che sant’Antonio accettò di lasciare il suo eremitaggio per andare a rendere testimonianza contro gli ariani ad Alessandria.[64] Questo tesoro si manifesta direttamente nel modo in cui la fede di Nicea nasce dalla lex orandi e a sua volta la nutre.[65] D’altronde, i sinodi non si proponevano mai di limitare i loro dibattiti all’ambito speculativo degli enunciati di fede. Al contrario, coloro che partecipavano a questi sinodi avevano a cuore di confrontarsi sulla totalità della vita ecclesiale, sul modo migliore di impregnarsi nel quotidiano delle verità di fede e di praticarle e, viceversa, di regolare il loro insegnamento sull’ortoprassi liturgica, sacramentale e anche etica.[66] I vescovi, insomma, portavano con sé spiritualmente nei concili i membri del corpo della Chiesa, coi quali condividevano la vita di fede e di preghiera e coi quali cantavano la lode e la gloria del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Così, per cogliere la portata spirituale e teologale del dogma di Nicea, conviene esplorare la sua ricezione nella pratica liturgica e sacramentale, nella catechesi e nella predicazione, nella preghiera e negli inni del IV secolo. 

CELEBRARE LA PASQUA INSIEME / 26. NICEA . Gesù Cristo, ... nn. 45-47.



45. Una delle finalità di Nicea fu di stabilire una data comune della Pasqua, per esprimere l’unità della Chiesa in tutta l’Oikoumenē. Sfortunatamente nessuna data fino ad oggi ha trovato un consenso unanime. La divergenza dei cristiani a proposito della festa più importante del loro calendario crea dei disagi pastorali all’interno delle comunità, al punto da dividere le famiglie, e suscita scandalo presso i non cristiani, danneggiando così la testimonianza resa al Vangelo. Per questo Papa Francesco, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo e altri capi di Chiese hanno molte volte espresso il desiderio che si stabilisca una data comune per la celebrazione della Pasqua. Ora, proprio nel 2025 la Pasqua sarà nella medesima data sia per l’Oriente che per l’Occidente. Non è questa un’occasione provvidenziale da cogliere, per continuare a celebrare la passione e risurrezione di Cristo, la “festa di tutte le feste” (Mattutino bizantino di Pasqua), in comunione in tutte le comunità cristiane? Esistono già numerose proposte di data indivisa abbastanza realistiche. Su questa questione la Chiesa cattolica rimane aperta al dialogo e a una soluzione ecumenica. Già nell’appendice della Costituzione Sacrosanctum Concilium, il Concilio Vaticano II non aveva obiezioni all’introduzione di un nuovo calendario e sottolineava che ciò avrebbe dovuto realizzarsi «con l’assenso di coloro che ne sono interessati, soprattutto i fratelli separati dalla comunione con la Sede Apostolica».[60]Va notata l’importanza assegnata dal mondo orientale agli elementi posti successivamente a Nicea per determinare la data di Pasqua: la Pasqua deve essere celebrata «la prima domenica dopo la luna piena che segue o coincide con l’equinozio di primavera».[61]La domenica evoca la risurrezione di Cristo il primo giorno della settimana, mentre la luna piena che segue l’equinozio di primavera richiama l’origine ebraica della festa, il 14 di Nissan, ma richiama anche la dimensione cosmica della risurrezione, dal momento che l’equinozio di primavera evoca il momento in cui la durata del giorno supera quella della notte e in cui la natura riprende vita dopo l’inverno. 

NICEA UNISCE TUTTI I CRISTIANI / 25. NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 43-44



4. Celebrare insieme l’immensità della salvezza: la portata ecumenica della fede di Nicea e la speranza di una data comune per la celebrazione della Pasqua 

43. La fede di Nicea, nella sua bellezza e nella sua grandezza, è la fede comune a tutti i cristiani. Tutti sono uniti nella professione del Simbolo di Nicea-Costantinopoli, anche se non tutti riconoscono a questo Concilio e alle sue decisioni un identico statuto. L’anno 2025 è dunque un’occasione inestimabile per sottolineare che ciò che abbiamo in comune è molto più forte, quantitativamente e qualitativamente, di ciò che ci divide: tutti insieme, noi crediamo nel Dio trinitario, nel Cristo vero uomo e vero Dio, nella salvezza in Gesù Cristo, secondo le Scritture lette nella Chiesa e sotto la mozione dello Spirito Santo. Insieme, noi crediamo la Chiesa, il battesimo, la risurrezione dei morti e la vita eterna. Il Concilio di Nicea è in modo speciale venerato dalle Chiese d’Oriente, non semplicemente come un concilio tra altri o come il primo di una serie, ma come il Concilio per eccellenza, che ha promulgato la confessione di fede dei “318 padri ortodossi”. 

LA SALVEZZA NON È SOLO INDIVIDUALE MA COMUNITARIA / 24 NICEA, Gesù Cristo, ... n. 42.



42. Al crocevia tra soteriologia e antropologia*, credere la Chiesa e confessare il battesimo conferma e dispiega l’immensità della salvezza e del mistero dell’essere umano. La salvezza non è un processo semplicemente individuale, bensì comunitario e soprannaturale, recepito in virtù della collaborazione di altri uomini e donne che ci sono prossimi, e generatore di un frutto spirituale per altri che pure ci sono prossimi.[56] Questo processo illumina la natura dell’essere umano che non è una monade isolata**, ma un essere sociale, inserito in una famiglia, in una nazione, in una comunità di fede e nell’umanità intera.[57] Di conseguenza, la fede nella Chiesa e nel battesimo implica che la redenzione s’inscriva in azioni e strutture visibili, legati alla dimensione corporea dell’individuo e del corpo sociale, che si dispiegano nella storia. Sono questi i luoghi dello Spirito vivificante e ispiratore, che opera nei loro limiti e al di là di essi per raggiungere ogni essere umano. In fondo, testimoniando l’articolazione dell’individuo e del tutto, la corporeità e l’iscrizione in una storia, la Chiesa si inserisce nell’opera di Cristo che «manifesta pienamente l’uomo all’uomo».[58] In modo particolare, come «sacramento di unità»,[59] la Chiesa confessata dalla fede di Nicea è il segno e lo strumento di unità di tutti questi aspetti dell’umano e dell’umanità intera: la visione cristiana dell’uomo fa esplodere la chiusura di quelle forme di riduzionismo che o rifiutano la comunità a favore dell’individuo o l’individuo a vantaggio della collettività, e che non tendono all’unità. 

 * Soteriologia = scienza della Salvezza; antropologia = studio dell'essere umano, sia come individuo che come membro di una società e cultura. 

  ** Monade, da monos =solo. Entità individuale incapace di comunione e comunicabilità. Il contrario di ciò che viene dopo nella frase.

martedì 29 luglio 2025

PERCHÉ QUALCUNO NON VORREBBE CANONIZZARE CARLO ACUTIS? / 28 luglio 2025



Carlo Acutis sarà canonizzato a ottobre assieme a Piergiorgio Frassati. Una voce isolata ma qualificata, si è detta contraria a questa canonizzazione per la "maleducazione eucaristica" ricevuta dal giovane Carlo Acutis (qui il link: Il giovane Carlo Acutis e la maleducazione eucaristica).

Intanto chiariamo perché Andrea Grillo professore di liturgia all’ Alfonsianum di Roma parla oggi e non ha detto nulla quando Carlo Acutis è stato beatificato. Ripercorriamo le tappe che portano alla canonizzazione: 

lunedì 28 luglio 2025

ORMAI ABBIAMO IL GRANDE PRELATO CHE METTERÀ TUTTO A POSTO! / La buffa e tragica truffa di Alessandro Minutella e i suoi seguaci.

Alessandro Minutella, grande prelato
 Leone di Maria, e fra' Celestino! 


Sollecitato da un amico che incontra persone confuse, ho promesso di informare e mettere in guardia contro Alessandro Minutella e i suoi seguaci. Quell’uomo, quando era prete della diocesi di Palermo, si confessò per un tempo  con fra’ Umile di Maria, ex Frate Minore Rinnovato riparato in diocesi di Patti in Sicilia, che nel frattempo era stato raggiunto da fra’ Celestino della Croce, anche lui ex FMR. Dopo qualche anno Minutella ha smesso di confessarsi da fra' Umile, ma fra’ Celestino della Croce invece lo ha poi seguito. Per un tempo, scomunicato per scisma ed eresia, Minutella non celebrava più e fra’ Celestino gli serviva da cappellano per l’Eucaristia e le confessioni. Ormai sono entrambi fuori dalla Chiesa. 

domenica 27 luglio 2025

PERCHÉ DIO CHE È BUONO CI DONA SERPENTI E SCORPIONI? / XVII Dom. T.O., C. 2025.


La prima lettura sottolinea il potere della preghiera di intercessione. È una lotta. Ci sarebbe molto da sviluppare... anche sul versetto 33 che la Liturgia non legge: chi ha interrotto il dialogo? Abramo (non ha più osato), o Dio (nell’equilibrio tra peccato e preghiera non vuole scendere sotto 10 giusti per annullare il castigo)?

So che Un Giusto si è messo da solo davanti al Padre offrendo se stesso come intercessore per salvare tutta l’Umanità e in particolare me. Lo benedico e chiedo allo Spirito di farmi comprendere sempre meglio quale lotta ha combattuto, quale prezzo ha pagato, quanto amore ha avuto. È anche la preghiera che faceva san Francesco salendo alla Verna prima di ricevere le stigmate.

Il Vangelo ci invita a pregare con semplicità: Dio è tuo Padre e sei figlio. Non ci sono formule speciali, cerimonie. Osa il faccia a faccia come il bambino si rivolge a suo padre. Ma cosa chiediamo al nostro Padre? Siamo come questo bambino al quale ho portato dolci che sapevo piacergli. Mi dice: “grazie Sereno perché mi porti sempre schifezze!” Ero scioccato ma mi hanno spiegato subito che il ringraziamento era sincero. Infatti a casa gli dicono: ma vuoi sempre mangiare schifezze, devi mangiare le cose sane!

Parlando ieri di questo Vangelo dove Gesù dice: "Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce?" ho chiesto: ma a Chiara che chiedeva un pesce, il Signore ha dato un pesce o una serpe? (vedi La Gioia del Vangelo: L'ULTIMO SALUTO E RACCOMANDAZIONE DI CHIARA / 24 luglio 2025). La risposta è stata: gli ha dato una serpe. Da lì è partito un dialogo molto serio: difficile accusare Dio di essere cattivo, ma la logica è quella. Non si comprende come possa essere buono in certe circostanze. E Luca ci salva indirizzando la nostra domanda: chiedi lo Spirito Santo! Quello  che facciamo molto poco o senza comprenderlo, senza il necessario abbandono che renderebbe vera ed efficace questa preghiera. Siamo ancora nelle tenebre, chiediamo la luce al Signore.


Dal libro della Gènesi Gn 18,20-32 

sabato 26 luglio 2025

LE DERNIER SALUT ET LA DERNIÈRE RECOMMANDATION DE CHIARA / 26 JUILLET 2025


Jeudi, notre communauté paroissiale et de nombreux habitants de Marano se sont réunis en deuil pour dire un dernier adieu à Chiara, toujours présente dans la paroisse, toujours au service, appelée par le Seigneur à 50 ans à cause d’un cancer qui a “explosé” suite à une erreur médicale qui a provoqué des métastases mortelles. Laïque consacrée, elle a dédié sa vie aux paroisses et aux prêtres, ainsi qu'aux soins prodigués à sa famille, touchée par la maladie et la mort : d'abord son frère quand elle avait à peine quinze ans, puis sa sœur, son père, et enfin sa mère.

On ne peut pas dire autrement : nous avons tous été attristés par cette fin prématurée d’une vie si marquée par la maladie et la souffrance. On espérait autre chose. Et meme en sachant qu'elle allait vers la vie éternelle il y a eu une agonie finale... Outre l'église comble, de nombreux prêtres et Mgr Pelvi (un évêque qui s'occupe de son groupe de laïques consacrées) étaient présents.

De toutes les paroles prononcées lors de la célébration, ainsi que de quelques-unes de ses propres mots lus, je souhaite partager sa réflexion finale, signe d'une grande maturité et d'une grande sollicitude pour les autres, en particulier pour les jeunes qui ont grandi avec elle. Je la rapporte telle qu'elle l'a écrite. 

L'ULTIMO SALUTO E RACCOMANDAZIONE DI CHIARA / 24 luglio 2025



Giovedì la nostra comunità parrocchiale e molti di Marano si sono raccolti in lutto per l’ultimo saluto a Chiara, da sempre in parrocchia, da sempre al servizio, chiamata dal Signore a 50 anni, per un tumore esploso per un errore medico, con metastasi letali. Consacrata laica, una vita dedicata alle parrocchie e ai sacerdoti e alla cura della sua famiglia toccata dalla malattia e dalla morte: prima un fratello quando lei aveva quindici anni, poi una sorella, il padre e ultimamente la madre.

Non possiamo dire il contrario: ci siamo rimasti tutti male per questa vita così segnata dalla malattia e dalla sofferenza fino alla prematura fine. C'erano, oltre la chiesa piena, moltissimi sacerdoti e Mons. Pelvi.

Di tutte le parole dette durante la celebrazione e anche parole sue lette, voglio condividere l’ultima sua riflessione segno di grande maturità e attenzione per le persone, specialmente i giovani che sono cresciuti con lei. La riporto così come lei l'ha scritta.


Saluti finali nella celebrazione funebre

A tutti voi presenti do il mio saluto e vi ringrazio di essere venuti a Vivere per me quest’Eucaristia e a pregare per chi ora è triste per la mia morte. 

….

Il secondo punto prima di salutarci, è rivolto a tutti quelli che pensano di allontanarsi da Cristo per questo che è successo o pensano che le loro preghiere sono state vane e inascoltate! 

sabato 19 luglio 2025

QUANDO IL SILENZIO NON FA BENE / 19 LUGLIO 2025.



Non conoscendo il Concilio Vaticano II e la sua pedagogia, la sua visione della Chiesa, di fronte a una certa superficialità entrata in molte nostre celebrazioni, alcuni cercano nel passato preconciliare modi che appaghino il loro desiderio di autenticità. Ieri ho parlato dell'inginocchiarsi (La Gioia del Vangelo: INGINOCCHIARSI A MESSA : COSA DICE IL CONCILIO DI NICEA? / 18 - 07 - 2025), oggi parliamo del silenzio. 

Papa Francesco ha parlato a più riprese della sua importanza nella celebrazione. È raccomandato dal Messale. Ma c'è chi propone di arrivare mezz’ora prima e rimanere in silenzio per prepararsi alla messa. E consiglia di fare un ringraziamento silenzioso di almeno 10 minuti alla fine. Questo tipo di proposta colpisce molto le persone sensibili al rispetto del Signore e alla grandezza del Sacramento. È chiaro che il silenzio, l’adorazione silenziosa, il ringraziamento, sono utili e devono essere raccomandati. Fanno bene le parrocchie come la nostra che organizzano l’adorazione eucaristica settimanale con molto silenzio e favoriscono quella privata con il silenzio in chiesa. Ma arrivare mezz’ora prima della messa e restare dieci minuti dopo è calcato su schemi individualistici molto in voga prima del Concilio. Si arrivava fino a proporre di fare la comunione eucaristica fuori della celebrazione per non essere distratto dalle altre persone e dai canti! 

venerdì 18 luglio 2025

INGINOCCHIARSI A MESSA : COSA DICE IL CONCILIO DI NICEA? / 18 - 07 - 2025

Chiesa ortodossa. Tutti in piedi
e niente banchi! La prima volta
che l'ho visto mi ha scioccato!

Prima del Concilio Vaticano II, i cattolici (occidentali) celebravano la Messa in latino. L’uso delle lingue nazionali è stato il cambiamento più largamente accettato. Al punto che anche tra chi celebra col rito preconciliare in latino, in genere si leggono le letture nella lingua dei fedeli. Giustamente il Concilio dice : “Perciò la Chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede, ma che, comprendendolo bene nei suoi riti e nelle sue preghiere, partecipino all'azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente; siano formati dalla parola di Dio; si nutrano alla mensa del corpo del Signore; rendano grazie a Dio; offrendo la vittima senza macchia, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui, imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno, per la mediazione di Cristo, siano perfezionati nell'unità con Dio e tra di loro, di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti”. (S.C. 48). Celebrare con preghiere in latino che nessuno oggi comprende va contro il Concilio e il Vangelo e offende pure il buon senso. 

Purtroppo la formazione liturgica dei fedeli nelle parrocchie è spesso scarsa e una certa superficialità diffusa nella società e tra alcuni sacerdoti lascia che fedeli desiderosi di autenticità cerchino in forme precedenti al Concilio modi per esprimere la loro adorazione. Sono spesso incitati da catechesi sentite o trovate su internet, fatte da persone che lottano contro il Concilio o comunque non ne conoscono lo spirito. 

giovedì 17 luglio 2025

AMARE LA PROPRIA MISERIA. DEVO AMARE IL MIO PECCATO? / 17 LUGLIO 2025.



Qualcuno ieri sera è rimasto colpito dalla mia frase: “Riconoscere la propria miseria non è ancora umiltà ma solo verità. Umiltà è amare la propria miseria”. Ha suscitato anche dubbi: dovrei amare il mio peccato? ma il peccato allontana da Dio! Chiaramente. Ma il riconoscere di essere peccatori avvicina a Dio. San Francesco di Sales citato nel libricino aureo “L’arte di trarre profitto dei nostri peccati” (J. Tissot. Ed Chirico, Napoli) scrive a santa Maria Francesca di Chantal scandalizzata di sé stessa e le dice: “Non solo potete andare con fiducia verso Dio, ma se uno non si riconosce peccatore dalla punta dei capelli all’estremità delle unghie dei piedi, non può avere veramente fiducia in Dio!” Cioè non può avere fede! Ora non è né la virtù o la forza né la debolezza o il peccato che salvano, ma la fede (Atti 3,12.16). E sentire di non potercela mai fare da soli può aiutare ad appoggiarsi totalmente a Dio.

Questa posizione, condivisa dalla Chiesa tutta e commentata da molti santi, trova nella Scrittura la sua radice. S. Paolo racconta così ai Corinzi il suo conflitto interiore: 

mercoledì 16 luglio 2025

GLI ERRORI CHE FANNO INCONTRARE DIO / Madonna del Carmelo, 16 luglio 2025.



Mosè era un grande, un principe d’Egitto. Sapeva benissimo di essere ebreo perché era stato allattato dalla propria madre fino allo svezzamento, cioè verso i tre anni, come si faceva allora. Sapeva quindi già parlare e molte immagini della situazione del suo popolo si erano impresse in lui prima di essere consegnato alla figlia del Faraone. Ma ormai era un privilegiato con un bell’avvenire alla Corte d'Egitto. Purtroppo, per il suo sentimento di giustizia e il suo carattere impulsivo, aveva commesso un gravissimo errore che aveva condizionato tutta la sua vita: aveva ucciso un egiziano e aveva dovuto fuggire. Erano passati 40 anni da allora, e finiva la sua vita, ridotto ad essere un emigrato povero, genero di un sacerdote pagano e di mestiere pastore nel deserto. Quaranta lunghissimi anni necessari per diventare piccolo, cosciente dei suoi sbagli e della sua debolezza. Il potere era sempre in mano al faraone, e il popolo di Dio era sempre schiavo. Piccolo, Mosè però era diventato capace di ricevere la rivelazione di Dio, il Dio che ha nelle mani i potenti della terra. 

Maria di Nazareth è sempre stata piccola. Celebriamo la sua esaltazione in cielo. Ma pochi cercano la sua umiltà. Eppure è quella che ha fatto chinare l'Onnipotente su di Lei, sulla sua bassezza (tapeinosis). 


Dal libro dell’Èsodo  Es 3,1-6.9-12

LA MADONNA E I SACRAMENTI / 07 Vivere i Sacramenti. Luglio 2025.



EX OPERE OPERATO, EX OPERE OPERANTIS 

Il Catechismo della chiesa cattolica spiega al riguardo:

«1127 Degnamente celebrati nella fede, i sacramenti conferiscono la grazia che significano[3]. Sono efficaci perché in essi agisce Cristo stesso: è lui che battezza, è lui che opera nei suoi sacramenti per comunicare la grazia che il sacramento significa. Il Padre esaudisce sempre la preghiera della Chiesa di suo Figlio, la quale, nell'epiclesi * di ciascun sacramento, esprime la propria fede nella potenza dello Spirito. Come il fuoco trasforma in sé tutto ciò che tocca, così lo Spirito Santo trasforma in vita divina ciò che è sottomesso alla sua potenza.»

I SACRAMENTI SONO EFFICACI MA IL FRUTTO DIPENDE DA TE / 06 Vivere i Sacramenti. Luglio 2025.



I SACRAMENTI SONO SACRAMENTI DI FEDE. 

I sacramenti nutrono la Chiesa, la costruiscono. Per questo il Concilio dice che la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua energia. (S.C. 10). Se c'è un cammino verso il battesimo e l’Eucaristia, si crea poi nella vita cristiana un vortice virtuoso dove si succedono in continuazione fonte e culmine: vado verso la prossima celebrazione e ne esco rafforzato camminando verso una successiva Eucaristia. Ma la loro grazia è accolta in misura della fede. Per ricevere degnamente i sacramenti bisogna credere la Chiesa, il suo insegnamento sicuro, accettare l’autorità dei successori degli Apostoli….  Extra Ecclesiam , nulla Salus; Fuori dalla Chiesa non c'è salvezza. “Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l`edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l`opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell`opera di ciascuno. Se l`opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l`opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi” ( 1 Cor 3,9-17). Il tempio di Dio è la Comunità fondata su Cristo. Nel caso di 1 Corinti è la comunità locale.

martedì 15 luglio 2025

CRISTO È IL SACRAMENTO DEL PADRE / 05 Vivere i sacramenti. Luglio 2025.



La Chiesa è sacramento in Cristo

1. Cristo è la luce delle genti: questo santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mc 16,15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa. E siccome la Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano, continuando il tema dei precedenti Concili, intende con maggiore chiarezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la propria natura e la propria missione universale. Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti dai vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo. (Lumen Gentium, 1 Il Mistero della Chiesa). 

LA CHIESA È UN OTTAVO SACRAMENTO? / 04 Vivere i Sacramenti. Luglio 2025



Dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: 

774 La parola greca mysterion è stata tradotta in latino con due termini: mysterium e sacramentum. Nell'interpretazione ulteriore, il termine sacramentum esprime più precisamente il segno visibile della realtà nascosta della salvezza, indicata dal termine mysterium. In questo senso, Cristo stesso è il mistero della salvezza: « Non est enim aliud Dei mysterium, nisi Christus – Non v'è altro mistero di Dio, se non Cristo ». (Sant'Agostino, Epistula 187). L'opera salvifica della sua umanità santa e santificante è il sacramento della salvezza che si manifesta e agisce nei sacramenti della Chiesa (che le Chiese d'Oriente chiamano anche « i santi misteri »). I sette sacramenti sono i segni e gli strumenti mediante i quali lo Spirito Santo diffonde la grazia di Cristo, che è il Capo, nella Chiesa, che è il suo corpo. La Chiesa, dunque, contiene e comunica la grazia invisibile che essa significa. È in questo senso analogico che viene chiamata « sacramento ». 

LA BELLEZZA DEL DONO DELLA CHIESA E DEL BATTESIMO / 23 NICEA, Gesù Cristo, ... nn. 40-41.

Battistero cristiano,
Museo del Pardo, Tunis.


3.3. La bellezza del dono della Chiesa e del battesimo

40. I diversi fili tessuti fino ad ora si annodano nelle affermazioni ecclesiologiche e sacramentali del Simbolo. La fede di Nicea significa anche credere la Chiesa “una, santa, cattolica e apostolica” e credere il battesimo “per la remissione dei peccati”. La Chiesa e il battesimo vanno celebrati come doni che sono anch’essi semper majora. Dal momento che confermano e manifestano la pienezza sovrabbondante di tutto ciò che è esposto nel resto del Simbolo, essi sono oggetti paradossali di fede: si tratta di riconoscere in essi molto più di ciò che si vede. La Chiesa è una al di là delle sue divisioni visibili, santa al di là dei peccati dei suoi membri e degli errori commessi dalle sue strutture istituzionali, cattolica e apostolica al di là dei ripiegamenti identitari e culturali e dei tormenti dottrinali ed etici che la agitano senza tregua. In questo senso, si tratta di evitare sia il “monofisismo” che “l’arianesimo” ecclesiologici: il primo sottovaluta, quando non nasconde, la dimensione umana della Chiesa, mentre il secondo elude la dimensione divina della Chiesa a vantaggio di una visione puramente sociologica e funzionale. Allo stesso modo, nella fede, il battesimo è compreso come sorgente di una vita nuova e della purificazione dal peccato al di là di ciò che è visibile nella vita imperfetta e talvolta lontana da Dio degli stessi battezzati. Esso manifesta ed eleva la dignità inviolabile di ogni essere umano conformandolo a Cristo sacerdote, re e profeta. 

OGGI C'È UN IMMENSO BISOGNO DI RISCOPRIRE LA FEDE NELLA RISURREZIONE INDIVIDUALE / 22 NICEA, Gesù Cristo, ... nn. 38-39.



38. Inoltre, la speranza della risurrezione come anche quella della “vita eterna del mondo che verrà”, attesta l’immenso valore della persona individuale, che non è destinata a sparire nel nulla o nel tutto, ma è chiamata a una relazione eterna con quel Dio che ha eletto ciascuno prima della fondazione del mondo (cf. Ef 1,4). Già l’elezione di Abramo, Isacco e Giacobbe e l’alleanza irrevocabile col popolo d’Israele rivelano l’alleanza che Dio vuole stringere con tutte le nazioni e con ogni essere umano in una indistruttibile fedeltà. Allo stesso modo, l’incarnazione del Figlio eterno in un essere umano singolare conferma, fonda e compie la dignità insopprimibile della persona in quanto fratello e sorella di Gesù Cristo. 

lunedì 14 luglio 2025

MA, A PROPOSITO, COS'È UN SACRAMENTO? / 03 Vivere i sacramenti. Luglio 2025.



Allora ci dobbiamo chiedere: cos'è un sacramento?

Mysterion, in greco, fu tradotto in latino con due parole: sacramentum (sacramento) e mysterium (mistero). Cosa significa mysterion? È un termine iniziatico: il mysterion è ciò che permette di mettersi in relazione con la divinità e la sua volontà. San Paolo parla del "Mistero nascosto da secoli e da generazioni (non  era possibile mettersi in comunione con Dio), ma ora manifestato ai suoi santi” (Colossesi 1, 26). Egli deve “far risplendere agli occhi di tutti qual è l`adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio” (Col 1,9). Di nuovo in Efesini: “A me, che sono l'ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell'universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui.” (Ef 3,8-13).

Quindi il Mistero cristiano o Sacramento non è qualcosa che non si può capire. Se è nascosto non si può capire, se è rivelato si può capire. Anzi, se rivelato,  il Mistero è proprio ciò che permette di comprendere il senso della propria vita, di vivere felici. 

domenica 13 luglio 2025

MICA SONO GESÙ CRISTO, IO ... / XV DOM T.O., C, 2025.



Gesù ci invita a non giudicare la Parola di Dio ma ad obbedire con semplicità e buona volontà. Non riuscire a mettere in pratica i comandamenti fino in fondo non può essere un pretesto per screditare la Parola, modificare i comandamenti, dire che sono impraticabili. Dietro la difficoltà a metterli in pratica c'è una pedagogia di Dio che san Paolo ci svela (vedi la Lettera ai Romani). Ma già Mosè dicendo “questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica” ci rimanda al nostro essere ad immagine di Dio (Ha Rahman = il Misericordioso) e allo Spirito che guida chi è sincero davanti a Lui. Ma molti protestano, si lamentano. Combattere internamente tra docilità e ribellione è il fatto di ogni uomo e gruppo credente. San Francesco scrive il suo Testamento in risposta alle lamentele dei frati che trovano troppo dura la Regola che non riescono a mettere in pratica con le loro forze: "E non dicano i frati: “Questa è un'altra Regola”, perché questa è un ricordo, un'ammonizione, un'esortazione e il mio testamento, che io, frate Francesco piccolino, faccio a voi, miei fratelli benedetti perché osserviamo più cattolicamente la Regola che abbiamo promesso al Signore….. E a tutti i miei frati, chierici e laici, comando fermamente, per obbedienza, che non inseriscano spiegazioni nella Regola e in queste parole dicendo: “Così si devono intendere”; ma, come il Signore mi ha dato di dire e di scrivere con semplicità e purezza la Regola e queste parole, così cercate di comprenderle con semplicità e senza commento e di osservarle con sante opere sino alla fine”.

Nelle letture di oggi la gente comune dice: “questo è troppo alto, troppo lontano dal mio modo di sentire, mica sono Gesù Cristo io, mica sono santo, ecc…”. C'è poi la lamentela educata del Dottore della Legge. Il parlare di Gesù gli appare un cambiamento della Legge mentre è la sua interpretazione che è rattrappita, accomodata. Con la storia del Buon Samaritano, Gesù gli offre una parabola cucita su misura per lui. Due suoi punti di riferimento, un sacerdote e un levita, non possono essere superiori alla parola di Dio. Ed è un samaritano a metterla in pratica! Gesù non poteva scegliere un esempio più pungente. Ricordiamo l’accusa pesante dei farisei a Gesù: “non abbiamo forse ragione di dire che sei un samaritano e un indemoniato?” (Giovanni 8,48). La compassione è un obbligo di ogni essere umano prima di un impegno religioso (Papa Leone). 

Il Buon Samaritano è Gesù stesso che preferisce la nostra salvezza alla sua, non conosce barriere nel suo amore, e ci porta alla locanda, cioè la Chiesa, per essere curati e guariti. Ma vuoi davvero guarire? 

 

Dal libro del Deuteronòmio  Dt 30,10-14

GESÙ HA ISTITUITO I SACRAMENTI ? UN PO' DI STORIA. / 02 Vivere i Sacramenti. Luglio 2025.



Se nella vita pratica il cristiano ricorre a tutti i cinque sacramenti precedenti, gli ultimi due sono detti di vocazione: l’Ordine e il Matrimonio. Come il Signore mi chiama a servire nella Chiesa? Sanciscono SCELTE DEFINITIVE fatte da persone adulte. Il cristiano dovrebbe per sposarsi chiedere a Dio se questa è la sua vocazione. Nei primi secoli i fidanzati si presentavano al vescovo per avere la sua approvazione.

Ma andiamo più a fondo: cos’è un sacramento? Chi li ha istituiti? Abbiamo sempre saputo che c'erano 7 sacramenti? Quando sono stati definiti? 

La coscienza che i sacramenti sono 7 si è consolidata solo tra il XII e il XIII secolo. La nozione di sacramento e del loro significato ha radici antiche nel cristianesimo, ma il numero è stato stabilito al Concilio Lateranense IV (1215). Questo ha avuto un impatto significativo sulla pratica religiosa e sulla comprensione della fede cristiana. Il Concilio di Trento nel XVI secolo ha ulteriormente definito alcuni aspetti dei sacramenti.

IL MOZZICONE A TERRA NON BUTTERAI. / 13 luglio 2025.


 


Vedere l'entrata della chiesa e i gradini pieni di mozziconi dopo le celebrazioni non è un bello spettacolo, come non è bello trovarli nelle piante. Sappiamo che il filtro in natura mette decenni a decomporsi. Ogni tombino arriva al mare. Mozziconi e plastiche diventano spesso cibo letale per uccelli e pesci. 

sabato 12 luglio 2025

VIVERE I SACRAMENTI 01: INIZIAZIONE CRISTIANA, PENITENZA, OLIO DEGLI INFERMI / 01 Sacramenti, luglio 2025.

Oli Santi.

Mercoledì 9 luglio c'è stato un incontro sui Sacramenti con una bella partecipazione, promosso dalle Sentinelle Mariane. Ho trattato vari punti : A. Quali sono i sacramenti? B. Cos'è un sacramento? C. Come si vivono? D. La Vergine Maria e i sacramenti.

Per spiegare in modo decente la ricchezza di ogni sacramento ci vorrebbe più di un incontro per ciascuno, ma ci accontentiamo di brevissimi accenni. Durante l’incontro ho interrogato le persone presenti per verificare il già acquisito. Sapevano che i sacramenti sono sette e che Battesimo, Cresima e Eucaristia formano l’Iniziazione Cristiana. Per gli altri sacramenti e soprattutto la loro divisione c'era già qualche difficoltà. 

A/I sacramenti sono Sette. Per essere cristiano bisogna ricevere tre sacramenti: Battesimo, Cresima, ed essere ammesso alla Mensa Eucaristica. Sono i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. Il Battesimo è la porta d'ingresso nella Chiesa. Nel Battesimo dei bambini che pratichiamo abitualmente è completamente banalizzato.  Senza la Cresima l’Iniziazione è incompleta, rimane a livello infantile. È un grande errore non prepararsi a ricevere la Cresima subito dopo la Prima Comunione. Abbiamo lasciato credere che la Cresima è Confermazione, cioè che il battezzato conferma di voler vivere da cristiano. Per cui più tardi è, meglio è! Ma se sono io che confermo, dove sta il sacramento, l’azione di Dio? Invece la Cresima esiste, distinta dal Battesimo. Un giorno Paolo incontra un gruppo che crede in Gesù, ma si rende conto che manca lo Spirito Santo. Hanno ricevuto solo il Battesimo d’acqua di Giovanni Battista. Paolo spiega loro che non basta e quindi “Dopo aver udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavano.“ (Atti 19,5-6)). La Cresima ha un grande effetto se chi la riceve ha una fede viva. 

venerdì 11 luglio 2025

TI AMIAMO AFFINCHÉ TI LODANO LE TUE OPERE / Messa per la Custodia del Creato. Castelgandolfo, 09 luglio 2025.



Papa Leone ha celebrato mercoledì la nuova Messa “per la Custodia del Creato” a Castelgandolfo, confermando la volontà di proseguire nel solco tracciato da Papa Francesco. Credere in Gesù Cristo implica prendersi cura della Casa Comune. Dice san Giovanni: “Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha generato ama anche chi da lui è stato generato” (1 Giovanni 5,1). Se un marito o una moglie non si prende cura della propria casa, non ama la sua famiglia.  Se il pane e il vino che presentiamo per l’Eucaristia fossero inquinati o provenienti da campi inquinati ci sentiremmo corretti verso il Signore? 

Eppure c'è chi accusa Papa Leone di “proseguire la dissoluzione della Chiesa cattolica iniziata dal Concilio Vaticano II, e si lascia ammaestrare dal mondo”. “E ovviamente il Papa era vestito di verde per diffondere il “Verbo Green”!” Ci sono secoli che si usano paramenti verdi nel tempo ordinario in segno di speranza. Un colore che ricorda effettivamente il verde del grano non ancora maturo, delle foglie e anche dei frutti che sono verdi all'inizio, ma porta la speranza del raccolto futuro. L’accusa più forte è che il Papa usa la parola “conversione” riguardo alla cura della casa comune. Ma se celebro un matrimonio e invito gli sposi a convertirsi ai valori cristiani della famiglia, non metto da parte Gesù Cristo, li istruisco semplicemente a vivere la loro “nuova via di santificazione”. Queste accuse sono casi estremi e manifestano rigidezza psichica. Ma c'è una reticenza generale al cambiamento nelle persone che frequentano le nostre comunità cristiane. Questa reticenza ci abita tutti e proprio per questo deve essere riconosciuta e presa molto sul serio.  


SANTA MESSA PER LA CUSTODIA DELLA CREAZIONE

OMELIA DEL SANTO PADRE LEONE XIV


Borgo Laudato si' (Castel Gandolfo)

Mercoledì, 9 luglio 2025

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In questa bellissima giornata, innanzitutto vorrei invitare tutti, cominciando da me stesso, a vivere quel che stiamo celebrando nella bellezza di una cattedrale, si potrebbe dire “naturale”, con le piante e tanti elementi della creazione che ci hanno portato qui per celebrare l’Eucaristia, che vuol dire: rendere grazie al Signore. 

SI RITIRÒ DAL MONDO CON L'IGNORANZA DI CHI SA TROPPO BENE... / S. Benedetto, patrono d'Europa, 11 luglio 2025.

Monastero di Sénanque
in Francia.


San Benedetto, lasciando la casa e l’eredità paterna

per essere gradito a Dio, si consacrò interamente

a lui nella vita monastica. * Abitò solo con

se stesso, sotto gli occhi di colui che vede tutto.

Si ritirò dal mondo, con l’ignoranza di chi sa

troppo bene, e con la sapienza di chi non vuol sapere.


Festeggiamo oggi san Benedetto, Patrono d'Europa. Come è potuto diventarlo? Facendo comizi? Fondando e guidando un partito politico? 

mercoledì 9 luglio 2025

PER CONOSCERE DIO BISOGNA CONOSCERE L'UOMO / 21 NICEA, Gesù Cristo, ... nn. 36-37.

Pr. Jérome Lejeune
e una giovane trisomica.
Per noi ogni essere umano 
è una persona.

36. In un certo senso, l’homooúsios stesso può avere una portata antropologica. Un uomo ha donato l’accesso a Dio. Beninteso, Cristo dice in maniera unica e propria: «Chi vede me, vede il Padre» (Gv 14,9) in ragione del mistero dell’unione ipostatica. Tuttavia, questa unione unica in lui si realizza in coerenza col mistero dell’essere umano «creato a immagine e somiglianza di Dio» (Gn 1,27). In questo senso, e realmente, ogni essere umano riflette Dio, fa conoscere e dona accesso a Dio. Il Papa Paolo VI esprimeva questo paradosso sottolineando da una parte che «per conoscere l’uomo, l’uomo vero, l’uomo integrale, bisogna conoscere Dio», ma d’altra parte affermava anche che «per conoscere Dio, bisogna conoscere l’uomo».[49]Queste parole devono essere comprese in senso forte: non solamente ogni essere umano fa vedere l’immagine di Dio, ma non è possibile conoscere Dio senza passare per l’essere umano. Per di più, come abbiamo visto sopra (§ 22), la Chiesa farà ricorso all’espressione homooúsios per esprimere la comunità di natura del Cristo in quanto vero uomo, «nato da donna» (Gal 4,4), la Vergine Maria, con tutti gli esseri umani.[50] I due versanti di questa duplice “consustanzialità” del Figlio incarnato si rafforzano l’un l’altro per fondare in maniera profonda, efficace, la fraternità di tutti gli esseri umani. Noi siamo in certo senso fratelli e sorelle di Cristo per l’unità della medesima natura umana: «Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli» (Eb 2,17; cf. 2,11-12). È questo legame nell’umanità che permette a Cristo, consustanziale al Padre, di coinvolgerci nella sua filiazione dal Padre, e di fare di noi dei figli di Dio, suoi fratelli e sorelle e, di conseguenza, fratelli e sorelle gli uni degli altri in un senso nuovo, radicale e indistruttibile. 

martedì 8 luglio 2025

VOCAZIONE UMANA ALL'AMORE DIVINO / 20 NICEA, Gesù Cristo, ... nn. 34-35



3.2. L’immensità della vocazione umana all’Amore divino

34. Tutto ciò che precede non può non avere conseguenze sulla visione cristiana dell’essere umano. Anche egli è rivelato nella grandezza sovrabbondante della sua vocazione come homo semper major. Il Simbolo di Nicea non comprende un articolo antropologico in senso stretto ma l’essere umano, nella sua vocazione alla filiazione divina in Gesù, potrebbe essere descritto come oggetto della fede. Conformemente alle Sacre Scritture, la sua vera identità è rivelata dal mistero di Cristo e dal mistero della salvezza come mistero in senso stretto, analogo a quello di Dio e di Cristo, benché essi lo superino incomparabilmente. 

domenica 6 luglio 2025

COSA SIGNIFICA "ESSERE NUOVA CREATURA"? / XIV Domenica del T.O., C, 2025.



L’annuncio di Isaia infonde gioia: il Regno di Dio verrà. Gesù invia i 72 * per ribadire: “È vicino a voi il regno di Dio”. Esso si manifesta già con guarigioni fisiche e  spirituali. Chi crede riprende speranza, si rialza e il demonio perde potere su di lui. L’esperienza dei 72 è prodigiosa sul piano umano e spirituale. L’incontro con Cristo e l’abbandono a lui non mi ha solo salvato, ma ha colmato di beni la mia vita e l’ha sviluppata in tanti modi. Un amico religioso aveva una passione: "Nessuno mi tocchi le vacanze! Voglio viaggiare, conoscere il mondo”. Ha imparato a ripudiare quell’idolo nel Cammino neocatecumenale. Ma offrendosi poi per la missione, ha viaggiato più di prima, questa volta per il Regno di Dio, con contatti molto più profondi con la gente e i luoghi visitati. Eppure Gesù dice che questo conta poco: “rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”.

Ecco perché san Paolo ci dice con forza che l’importante è “l’essere nuova creatura”. Sei diventato nuova creatura? Puoi dire quando? Cosa significa “essere nuova creatura”? Paolo stesso dona la chiave: “quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo”. Infatti siamo sempre sotto il giudizio della coscienza e quello degli altri. Il demonio e il mondo ci torturano con i sensi di colpa, obbligandoci a giustificarci sempre. Spesso tentiamo di superarli accusando gli altri. È un inferno! Gesù non toglie il giudizio della coscienza, ma lo risana, e soprattutto, ci libera avvolgendoci con il suo perdono, la sua misericordia. Quello che la Legge non poteva perché indicava solo il bene da fare senza dare la forza di realizzarlo fino in fondo, e quindi rinchiudeva tutti sotto il peccato, “la potenza di una vita indefettibile” (Ebrei 7, 16), quella di Gesù, ha effuso su di noi il perdono dei peccati e la possibilità di vivere nella giustizia. Sono perdonato dal primo istante della mia vita fino all’ultimo, qualunque peccato io abbia fatto e farò. L’angoscia della dannazione, la complicazione e l'inefficacia delle pratiche per ottenere la salvezza: precetti, divieti, tabù, formule di preghiera valide o più o meno “forti”, … tutto cade. C'è solo una cosa da fare: credere in Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore, Via, Verità e Vita! Opporre con vigore al demonio il rifiuto delle sue menzogne, e vantarci della Croce di Cristo perché “questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gàlati 2, 20). Che liberazione!

Sono un peccatore perdonato, che confida ancora nella sua misericordia per oggi e domani. Contemplando il suo amore crocifisso e la sua gloria nella risurrezione, come posso non desiderare di conformarmi a lui, e di diffondere la Buona Notizia intorno a me? Molti “credono” in Cristo, cioè sono in qualche modo rassicurati dalla loro fede in Cristo, ma rimangono fondamentalmente indifferenti a lui, e considerano ogni croce anche leggera come una maledizione. Paolo invece, dopo anni può affermare questa sua identificazione a Cristo e alla sua missione: “D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo”. Ma è tutto grazia, per lui come per il principiante: “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen”

sabato 5 luglio 2025

L'ESORBITANTE PRETESA DELLA RISURREZIONE DEI MORTI / 19 NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 32-33.



32. Con l’esorbitante pretesa della risurrezione dei morti, la fede di Nicea professa che la salvezza è completa e piena. L’uomo è liberato da ogni male, compreso “l’ultimo nemico” che deve essere distrutto da Cristo perché tutto sia sottomesso a Dio (cf. 1Cor 15,25-26). La fede nella risurrezione implica non semplicemente la sopravvivenza dell’anima ma anche la vittoria sulla morte.[44]Di più, l’uomo non è salvato solo quanto alla sua anima ma anche nel suo corpo. Nulla di ciò che fa l’identità e l’umanità dell’uomo rimane al di fuori della creazione nuova offerta da Cristo. Infine questo dono sarà acquisito per sempre, dal momento che si dispiega nella “vita del mondo che verrà”, l’eschaton pienamente realizzato. A partire dalla Pasqua, nessun peccato ha più il potere di separare il peccatore da Dio – perlomeno se questi afferra la mano del Crocifisso Risuscitato, che si protende fino al più profondo dell’abisso per offrirsi alle pecorelle smarrite: «Sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né potestà, né presente né futuro, né altezze né profondità, né qualunque altra cosa creata potrà separarci dall’amore che Dio ha per noi in Cristo Gesù nostro Signore» (Rm 8,38-39). 

IMMENSITÀ DELLA NOSTRA VOCAZIONE UMANA / 18. NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 30 - 31.


3. Cogliere l’immensità della salvezza offerta agli uomini e l’immensità della nostra vocazione umana 

30. Celebrare Nicea non consiste solo nel meravigliarsi davanti alla pienezza sovrabbondante di Dio e del Cristo Salvatore, ma anche davanti alla grandezza sovrabbondante del dono offerto agli esseri umani e della vocazione umana che in essa è svelata. Il mistero di Dio nella sua immensità è rivelazione della verità sull’uomo, anche lui semper major. Si tratta qui di sviluppare le implicazioni soteriologiche e antropologiche delle affermazioni trinitarie e cristologiche del Simbolo di Nicea, ma anche di tenere in considerazione l’insegnamento contenuto nella finale del terzo articolo sullo Spirito Santo, che presenta la fede nella Chiesa e nella salvezza: 

[Noi crediamo] una sola Chiesa santa, cattolica e apostolica.

Confessiamo un solo battesimo per la remissione dei peccati;

Aspettiamo la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

venerdì 4 luglio 2025

PERCHÉ SAN PAOLO NON È STATO IL PRIMO PAPA? / 04 luglio 2025.


Abbiamo da poco festeggiato i Santi Pietro e Paolo, uniti nel loro martirio a Roma, ma anche per la complementarietà delle loro opere e dei loro carismi. 

Ma perché Simone di Betsaida diventa Cefa, Pietro, il primo Papa, e non è stato invece Saulo di Tarso? 

giovedì 3 luglio 2025

È ORMAI EVIDENTE CHE LA NOSTRA TERRA STA CADENDO IN ROVINA / Messaggio per la X giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, 1 settembre 2025

Borgo Laudato Si,
Castel Gandolfo

Papa Leone raccoglie e conferma pienamente tutta la linea di Papa Francesco per la Difesa e Cura della Casa Comune. Fanno parte integrante della fede in Cristo, del nostro culto, in particolare eucaristico. Purtroppo c'è ancora tanto da fare per sensibilizzare adeguatamente coloro che si rapportano alle nostre parrocchie. Notiamo la pubblicazione di uno schema di celebrazione eucaristica per la Custodia del Creato che il Papa celebrerà nel “Borgo Laudato Si” appena arrivato a Castel Gandolfo per la pausa estiva, e che useremo anche noi. Sotto il messaggio che il Papa ci manda per la Decima Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato. Tra molte espressioni importanti, ha colpito tutti questa frase: “In diverse parti del mondo è ormai evidente che la nostra terra sta cadendo in rovina”.


MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ

PAPA LEONE XIV

PER LA X GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA

PER LA CURA DEL CREATO 2025

[1° settembre 2025]

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Semi di Pace e di Speranza


Cari fratelli e sorelle!


Il tema di questa Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, scelto dal nostro amato Papa Francesco, è “Semi di Pace e di Speranza”. Nel 10° anniversario dell’istituzione della Giornata, avvenuta in concomitanza con la pubblicazione dell’Enciclica Laudato si’, ci troviamo nel vivo del Giubileo, “pellegrini di Speranza”. E proprio in questo contesto il tema acquista il suo pieno significato. 

DICASTERO PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI


DECRETO


Formulario e letture bibliche

per la Messa per la custodia della creazione


“Le tue opere ti lodano (cf. Pr 31,31; Dn 3,57), affinché ti amiamo, e noi ti amiamo affinché ti lodino le tue opere (Agostino, Le Confessioni, 13,33)

Il mistero della creazione è l’inizio della storia della salvezza, che culmina in Cristo e dal mistero di Cristo riceve la luce decisiva; infatti, manifestando la propria bontà, “in principio, Dio creò il cielo e la terra” (Gen 1,1) poiché fin dalle origini pensava alla gloria della nuova creazione in Cristo.

La Sacra Scrittura esorta gli uomini a contemplare il mistero della creazione e a rendere grazie senza fine alla Santissima Trinità per questo segno della Sua benevolenza, che, come un tesoro prezioso, va amato, custodito e contemporaneamente fatto progredire, nonché tramandato di generazione in generazione.

In questo tempo appare evidente che l’opera della creazione è seriamente minacciata a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha affidato alla nostra cura (cfr. Laudato si’ n. 2).

Per questo motivo si ritiene opportuno aggiungere alle Missae “pro variis necessitatibus vel ad diversa” del Messale Romano il formulario della Missa “pro custodia creationis”.

Nell’Eucaristia “il mondo, che è uscito dalle mani di Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione: nel Pane eucaristico ‘la creazione è protesa verso la divinizzazione, verso le sante nozze, verso l’unificazione con il Creatore stesso’ (Benedetto XVI, Omelia nella Messa del Corpus Domini, 15 giugno 2006). Perciò l’Eucaristia è anche fonte di luce e di motivazione per le nostre preoccupazioni per l’ambiente, e ci orienta ad essere custodi di tutto il creato” (Laudato si’ n. 236).

Il Sommo Pontefice LEONE XIV ha approvato e dato ordine di divulgare questo formulario insieme con le adeguate letture bibliche, redatto in lingua latina e allegato al presente Decreto, e ora il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti lo promulga e lo dichiara testo tipico.

Nonostante qualsiasi cosa in contrario.


Dalla sede del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 8 giugno 2025, solennità di Pentecoste.


Arthur Card. Roche

Prefetto


+ Vittorio Francesco Viola, O.F.M.

Arcivescovo Segretario

LA RISURREZIONE TESTIMONIA INSIEME LA DIVINITÀ E L'UMANITÀ DI CRISTO / 17 NICEA, Gesù Cristo, ... nn. 28-29.



28. La pienezza dell’atto redentore di Cristo non si manifesta interamente se non con la sua risurrezione, compimento della salvezza, in cui si trovano confermati tutti gli aspetti della nuova creazione. La risurrezione testimonia la piena divinità di Cristo, che sola è capace di attraversare e di vincere la morte, ma anche la sua umanità, dal momento che è proprio la stessa umanità, numericamente identica a quella della vita terrena, ad essere trasfigurata e glorificata. Non si tratta di un simbolo o di una metafora: il Cristo risuscita nella sua umanità e nel suo corpo. La risurrezione trascende la storia ma è accaduta al cuore della storia degli esseri umani e di questo uomo Gesù. Per di più, essa è profondamente trinitaria: il Padre ne è la fonte, lo Spirito ne è il soffio vivente e il Cristo glorificato vive – sempre nella sua umanità – nel seno della gloria divina e in comunione inalterabile col Padre e lo Spirito. Notiamo che è la risurrezione di Cristo, «primogenito di quelli che risorgono dai morti» (Col 1,18; cf. Rm 8,29), che rivela la generazione eterna del Figlio, «primogenito di tutta la creazione» (Col 1,15). Così, la paternità e la filiazione divine non sono anzitutto degli sviluppi di modelli umani, anche se sono espressi con parole umane culturalmente connotate, ma sono realtà sui generis della vita divina.