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venerdì 2 settembre 2022

PERCHE' I TUOI DISCEPOLI NON DIGIUNANO? / venerdì XXII sett. T.O., pari.

 



Perché i discepoli di Giovanni digiunano? Per prepararsi alla venuta del Messia che Giovanni annuncia imminente e affrettarla. La preghiera di notte degli ebrei ha questa funzione, e se la preghiera chiede è il digiuno che ottiene. Perché digiunano i discepoli dei farisei? Forse per ottenere maggiore forza e perfezione spirituale.

Se il Messia è arrivato, chiaramente non c'è più bisogno di farlo venire e nemmeno di essere più perfetti. Perché è la fede che salva, non la perfezione. È lui e il  suo insegnamento che devono stare al centro e non il mio desiderio o la mia coerenza.

Il Messia è anche lo Sposo e con lui c'è la festa. È una festa dello Spirito, non mondana, non chiassosa. È la festa di Paolo che si affida solo all’amore di Cristo che lo ha giustificato gratuitamente mentre era ancora nemico, e può giustificarlo soltanto lui.

Perché non sei in festa? Forse lo Sposo ti è stato tolto? Il Vangelo non elenca motivi. Lo Sposo è qui, in particolare in questa Eucaristia. Ma forse te l'ha tolto l’ascoltare la voce dell’avversario, il timore, la sete che provocano gli idoli, … Allora devi pregare e digiunare.

Un altro pericolo enorme è quando non rischi la tua vita sul vino nuovo ma preferisci il vino vecchio, quella religione addomesticata nella quale sei cresciuto e ti dà sicurezza a poco conto perché è immobile. Sei in pericolo se sei un credente mondano, come ribadisce papa Francesco parlando della Liturgia: vuoi ritornare al passato recente invece che alle radici autentiche che continuano a dare linfa e cambiamento, sviluppo alla fede e alle sue espressioni. Papa Francesco parla di “indietrismo” e usa un'espressione molto forte: la Tradizione è la fede viva dei morti, il tradizionalismo è la fede morta di alcuni vivi.

 

Prima Lettura   1 Cor 4, 1-5
Il Signore manifesterà le intenzioni dei cuori.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.
A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode. 

Salmo Responsoriale  
  Dal Salmo 36 
La salvezza dei giusti viene dal Signore.

Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.

Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.

Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama il diritto
e non abbandona i suoi fedeli.

La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.   

Canto al Vangelo   
Gv 8,12
Alleluia, alleluia.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me avrà la luce della vita.
Alleluia.


Vangelo
   Lc 5, 33-39
Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

 

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