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lunedì 15 luglio 2019

COSA SIGNIFICA CHE GESU' E' VENUTO A PORTARE SPADA SULLA TERRA? / lunedì XV° sett. T.O.


Dal sito "108 grani".
Gesù dice che è venuto a portare spada e non pace sulla terra. Alcuni musulmani citano questo versetto fino alla noia per giustificare la spada materiale usata da Maometto. Ma forse anche noi possiamo comprendere male questo versetto: non giustifica nessuna violenza contro alcuno. La spada del Vangelo è solo spirituale! È rivolta contro di me, e recide in particolare i legami di affetto tra parenti quando diventano prevalenti o perfino morbosi e non permettono di mettere il Signore e la sua volontà al primo posto. “Chi ama padre o madre più di me non è degno di me”. Devo scegliere. È spesso inevitabile che in questo sforzo per mettere il Signore al primo posto non riesca a non alterarmi. Ma se cado nella collera o nel giudizio, oppure uso parole pungenti, è solo segno che sono ancora molto imperfetto, che devo ancora camminare molto. Non ho usato ancora abbastanza la spada contro me stesso. 
La spada di Gesù è la croce. La croce cambia il mondo. Per questo se voglio il Regno di Dio incontro resistenza, incomprensioni. Si è sempre fatto così… Come mai tu adesso vuoi cambiare? Cosa ti prende? Un ostacolo molto comune al fare la volontà di Dio è quello dei sensi di colpa che mi incatenano al passato e, sembrando molto religiosi, ingannano e hanno moltissimo potere. I sensi di colpa spesso mi legano a chi mi ha dato la vita o ha costituito il mio ambiente e supporto vitale negli anni cruciali della mia infanzia mentre il Signore è davanti a me, Alpha ma anche e sopratutto Omega, Inizio e Fine che mi da una vita nuova, una speranza certa e mi apre il futuro.Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre…” (Gen 2:24). Perdere la propria vita per causa di Gesù è certamente un “morire” ma è l’unico modo per vivere. È un combattimento vitale che esige tutte le proprie energie anche se si vince solo con la Grazia. “Se uno non nasce dall’alto, non può vedere il Regno di Dio”. (Giovanni 3,3)

Prima Lettura   Es 1, 8-14. 22
Cerchiamo di essere avveduti nei riguardi di Israele per impedire che cresca.
Dal libro dell'Èsodo
In quei giorni, sorse sull’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo popolo: «Ecco che il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più forte di noi. Cerchiamo di essere avveduti nei suoi riguardi per impedire che cresca, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese».
Perciò vennero imposti loro dei sovrintendenti ai lavori forzati, per opprimerli con le loro angherie, e così costruirono per il faraone le città deposito, cioè Pitom e Ramses. Ma quanto più opprimevano il popolo, tanto più si moltiplicava e cresceva, ed essi furono presi da spavento di fronte agli Israeliti.
Per questo gli Egiziani fecero lavorare i figli d’Israele trattandoli con durezza. Resero loro amara la vita mediante una dura schiavitù, costringendoli a preparare l’argilla e a fabbricare mattoni, e ad ogni sorta di lavoro nei campi; a tutti questi lavori li obbligarono con durezza.
Il faraone diede quest’ordine a tutto il suo popolo: «Gettate nel Nilo ogni figlio maschio che nascerà, ma lasciate vivere ogni femmina».

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 123
Il nostro aiuto è nel nome del Signore.

Se il Signore non fosse stato per noi
– lo dica Israele –,
se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.

Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
Sia benedetto il Signore,
che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.

Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.   

Canto al Vangelo 
  Mt 5,10 
Alleluia, alleluia.

Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.
 
Vangelo 
  Mt 10, 34 -11, 1
Sono venuto a portare non pace, ma spada. 
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.    


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