Papa
Francesco ci ha donato lunedì una lettera apostolica in chiusura del Giubileo
della Misericordia.
Come
a tutti, anche a me ha colpito molto l’estensione nel tempo della facoltà di
assolvere il peccato di aborto data a tutti i presbiteri. L’ho ricevuto nel
cuore come un dono da amministrare con grande gratitudine e grande responsabilità.
Sentirmi rafforzato nel mio ministero di riconciliazione è venuto anche ad
aiutare il mio cuore profondo a credere ancora di più per me stesso alla Misericordia
che il Signore mi riserva, nonostante tutti miei peccati e infedeltà, e non solo
per gli uomini e donne che si avvicinano al Signore mediante il mio servizio.
Ma
papa Francesco non ha parlato solo di questo. Per alcuni mass media sembra invece
che sia l’unico punto. Su un documento che comporta 22 paragrafi, questa disposizione
viene tratta in mezzo paragrafo; su un testo di 11 pagine ne occupa poco più dell’
1%.
Ecco
il testo del papa:
“12. In
forza di questa esigenza, perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta
di riconciliazione e il perdono di Dio, concedo d’ora innanzi a tutti i
sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno
procurato peccato di aborto. Quanto avevo concesso limitatamente al periodo
giubilare viene ora esteso nel tempo, nonostante qualsiasi cosa in
contrario. Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l’aborto è un grave
peccato, perché pone fine a una vita innocente. Con altrettanta forza,
tuttavia, posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la
misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore
pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre. Ogni sacerdote, pertanto, si
faccia guida, sostegno e conforto nell’accompagnare i penitenti in questo
cammino di speciale riconciliazione.”
Certo,
è una disposizione di grande rilevanza e ho detto che anch’io, personalmente,
ne sono stato toccato. Però non è onesto estrapolare un fatto dal suo contesto,
non è sano ignorare gli altri aspetti di un testo per rilevarne solo uno.
Anche
perché si rischia così molto facilmente di darne una interpretazione non corretta.
Ed è quello che vedo succedere.
Delle
cose sentite o lette oggi le più dannose sembrano andare in due direzioni: - il peccato d’aborto che non poteva essere perdonato
adesso si può perdonare. - l’aborto è un normale peccato, non è così grave.
Per
spiegarci un po’ meglio partiamo da un po’ più lontano: Gesù affida agli apostoli
in quanto suoi testimoni e come missione essenziale, costitutiva della Chiesa,
unitamente all’annuncio pubblico senza timore e ad alta voce (kerigmatico) della
Risurrezione, anche l’annuncio kerigmatico della conversione e del perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme (vedi
Luca 24, 46-48).
Questa
missione e potere di rimettere i peccati a chi si converte (metanoia) è di tutta
la Chiesa in quanto testimone di Gesù e annunciatrice del Kerigma, in quanto corpo
che si fa carico del male dell’umanità. MA TUTTO E’ REGOLATO DAGLI APOSTOLI (e
dai loro successori). Gli apostoli si sono associati collaboratori ai quali hanno
conferito alcuni loro carismi e quindi poteri. Tra questi ci sono i presbiteri
(i sacerdoti). Il presbitero ha lo stesso potere di assolvere del vescovo, quindi
tutti i peccati, ma l’esercizio di questo potere è regolato dal vescovo. Ci sono
quindi i cosiddetti “peccati riservati”. L’aborto era tra questi.
Non
potendo intervenire su tutti i fronti personalmente, usualmente i vescovi affidano
ad alcuni presbiteri il ruolo di “penitenzieri” con la facoltà di assolvere i
peccati riservati loro, tutti o alcuni.
Prima
dell’iniziativa di papa Francesco, per essere assolto del peccato di aborto, quando
questi aveva portato con sé la scomunica, bisognava andare in Duomo e
confessarsi dal penitenziere.
In
alcune missioni fatti da frate in Sicilia, il vescovo locale concedeva a noi
frati la facoltà di assolvere dal peccato di aborto e dalla scomunica. In qualche
altra circostanza, questa facoltà è stata donata ai decani, per esempio.
Quando,
come capita spesso, la persona non era cosciente di commettere un peccato che comportava
la scomunica, non incappava in questa sanzione e un normale sacerdote poteva già
assolvere l’aborto procurato. Siccome è un peccato gravissimo, per assicurarmi
la solidità del pentimento ho usato spesso una piccola furbizia. Dicevo:
guarda, non posso assolverti adesso di questo peccato, devo parlare con un altro
prete per farlo. E fissavo un altro appuntamento dopo alcuni giorni assicurando
che avrebbe ricevuto sicuramente l’assoluzione. Funziona. Ogni volta che ho
visto un pentimento sufficiente, ho dato subito l’assoluzione senza rimandare.
Quindi
il peccato di aborto, come ogni altro peccato, ha sempre potuto essere perdonato
sacramentalmente per chi è realmente pentito, come dice il papa: “non esiste alcun peccato che la
misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere”, magari, “attraverso
un cammino di speciale riconciliazione”.
Oggi
questo iter è più semplice. Il papa vede sempre i più poveri, quelli che abitano
lontano, che sono intimiditi di andare in Duomo. Vuole togliere ogni ostacolo che
“si
interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio”. Ma non
sarebbe più giusto esigere, come un inizio di riparazione, che il penitente si “butti
nel fuoco” in fondo molto relativo di fare un viaggio un po’ lungo per andare
nel Duomo della sua Diocesi, affrontando una situazione che lo tiene lontano da
un lavoro di mera sopravvivenza per sé e la sua famiglia… La diocesi di
Whitehorse nello stato dello Yukon (Canada), vicino all’Alaska, attraversata dal
cerchio polare, fa 700 000 km quadrati, quasi Francia e Italia messi insieme!
Quando una famiglia di cacciatori nella foresta ha l’occasione di andare in
Cattedrale?
Conta il
sincero pentimento.
Ma il papa non
farà credere a qualcuno che l’aborto è un peccatuccio quasi veniale, senza tanta
importanza, che non lascia tracce? Chi lo dice è un profondo ignorante o un
criminale. Per evitare questo rischio scrivo questo post.
Se avessi bisogno
di conferme posso dire che questa mattina ho trovato sul mio cellulare un
messaggio di una persona che convertita da più di 20 anni ha compiuto opere cristiane
meravigliose, e che sentendo parlare papa Francesco dell’aborto come peccato molto
grave mi ha scritto: “ma Dio mi avrà veramente perdonata?????, con cinque punti
interrogativi.
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