Fondazione Zeri - Bologna |
La prima lettura è un gioiello che mi basterebbe per
diventare cristiano. La lettera a Filemone (Filemone = Affettuoso), solo una paginetta, rivela il
frutto che ha provocato il camminare con Cristo nella vita del vulcanico e violento Saul di Tarso: è
la migliore prova che conviene diventare tutti discepoli di Gesù di Nazareth. Una
carità rispettosa per il padrone dello schiavo fuggito e insieme ferma sui valori, un amore paterno per colui che era, da schiavo, nominato con un
aggettivo: “Utile” (“Onesimos” in greco antico significa “utile”).
San Paolo dice
che da schiavo ridotto a cosa e oberato da lavori estenuanti, era inutile per il
suo padrone che pure lo sfruttava. Adesso, accolto come fratello carissimo, sia come uomo che come cristiano-fratello
nel Signore, è diventato utile.
È un paradosso profondo che viene a colpire la vecchia mentalità che ancora si annida nel nostro cuore e ci fa vedere le
persone come utili o meno, servi o meno dei nostri interessi.
Anche il rispetto di Paolo verso la libera decisione di Filemone è impressionante.
Perché, come Paolo dice esplicitamente, il catechista può esigere
obbedienza. Ma è un passo così rivoluzionario quello che propone Paolo e che tocca
i sentimenti più profondi che non può e non vuole imporlo.
Il Vangelo di oggi ci indica chiaramente la via della croce.
Non si possono separare carità e croce, croce e carità. È la via di Gesù. Per questo non sappiamo amare. Più facile parlare. E anche quando parliamo, molto spesso parliamo male perché eliminiamo la croce dal nostro discorso per non sentire le nostre stesse parole risuonare alla nostra coscienza o per paura di non piacere a chi ci ascolta. A meno che siamo di quelli che buttano la Parola di Dio come pietre addosso agli altri. Ma il frutto della croce è Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Prigioniero per Gesù e prigioniero del suo amore.
Non si possono separare carità e croce, croce e carità. È la via di Gesù. Per questo non sappiamo amare. Più facile parlare. E anche quando parliamo, molto spesso parliamo male perché eliminiamo la croce dal nostro discorso per non sentire le nostre stesse parole risuonare alla nostra coscienza o per paura di non piacere a chi ci ascolta. A meno che siamo di quelli che buttano la Parola di Dio come pietre addosso agli altri. Ma il frutto della croce è Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Prigioniero per Gesù e prigioniero del suo amore.
Quel Gesù
che ci dice: "non correte qua e là, non cercate le profezie spesso fallaci, false, non
cercate il mondo. Cercate me".
Il prossimo post parlerò, come volevo fare oggi,
della mia esperienza di Lourdes, Fatima e Medjugorje. Esperienze diverse. Esperienze
positive.
Sono contento però che la lettera a Filemone mi abbia
preso tempo e spazio: è un gioiello straordinario.
Prima
Lettura
Fm 1, 7-20
Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filèmone
Fratello, la tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, perché per opera tua i santi sono stati profondamente confortati.
Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di ordinarti ciò che è opportuno, in nome della carità piuttosto ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, lui, che un giorno ti fu inutile, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Io, Paolo, lo scrivo di mio pugno: pagherò io. Per non dirti che anche tu mi sei debitore, e proprio di te stesso! Sì, fratello! Che io possa ottenere questo favore nel Signore; da’ questo sollievo al mio cuore, in Cristo!
Salmo Responsoriale Dal Salmo 145
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe.
Il Signore rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Canto al Vangelo Gv 15,5
Alleluia, alleluia.
Io sono la vite, voi i tralci, dice il Signore;
chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.
Alleluia.
Vangelo Lc 17, 20-25
Il regno di Dio è in mezzo a voi.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filèmone
Fratello, la tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, perché per opera tua i santi sono stati profondamente confortati.
Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di ordinarti ciò che è opportuno, in nome della carità piuttosto ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, lui, che un giorno ti fu inutile, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Io, Paolo, lo scrivo di mio pugno: pagherò io. Per non dirti che anche tu mi sei debitore, e proprio di te stesso! Sì, fratello! Che io possa ottenere questo favore nel Signore; da’ questo sollievo al mio cuore, in Cristo!
Salmo Responsoriale Dal Salmo 145
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe.
Il Signore rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Canto al Vangelo Gv 15,5
Alleluia, alleluia.
Io sono la vite, voi i tralci, dice il Signore;
chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.
Alleluia.
Vangelo Lc 17, 20-25
Il regno di Dio è in mezzo a voi.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
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