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martedì 26 aprile 2022

ANCORA IL PECCATO DI INCREDULITA'. PERCHE' E' COSI' PERICOLOSO? Martedì II sett. di Pasqua.

 

Gesù e Nicodemo.

Domenica ho detto che il peccato di Tommaso, il peccato di incredulità (cioè il rifiuto di credere) è il più grave in assoluto  perché porta alla condanna, mentre la fede ottiene la salvezza e ho cercato di spiegarne le ragioni. In risposta ho ricevuto questo commento:

“Senza polemica, io non penso che il peccato più grande sia l'incredulità. Tommaso non ha creduto, ma neanche gli apostoli, tutti, non hanno creduto alla Maddalena. Il cristiano che dice di essere un buon testimone di Gesù, è un bugiardo. Il cristiano, cade, si rialza, cade di nuovo si rialza, e così via, fino alla fine. Però nel rialzarsi, si rialza più forte di prima. Per concludere, noi siamo sicuramente più vicini a Tommaso, che comunque rimane un buon apostolo, tanto da diventare Santo”.

Io ringrazio questo amico perché è senza polemica e mi permette di chiarire questo punto così importante: lo faccio con un esempio. Sto su una barca con Michael Phelps, credo il campione olimpionico di nuoto con più medaglie. Siamo a 100 km dalla costa e la barca affonda. Io so appena galleggiare ma arrivano subito i soccorsi e salgo sulla loro scialuppa: sono salvo. Phelps rifiuta di salire perché vuole farcela a nuoto, ma dopo cinque ore in acqua gelida ha fatto 25 km battendo il record del mondo ma muore annegato perché sfinito e in ipotermia.

Senza fidarsi di Gesù, lasciarsi salvare da lui, guardare con fede il “serpente innalzato”,  e obbedirgli, tutti muoiamo nel nostro peccato. Solo Uno è disceso dal cielo e ha vinto la morte e il potere del demonio e ci può dare la sua vittoria. Non c'è nessun altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale possiamo essere salvati.

Se non è chiaro questo rimaniamo nella morte. Troppi magari in buona fede si fanno una loro religione dove non c'è bisogno della grazia, non c'è bisogno di conoscere la Parola di Dio, e nemmeno i Dieci comandamenti. Credono che basti poter dire: “non faccio male a nessuno, quando posso faccio del bene” dove il punto di riferimento non è Gesù Cristo ma loro stessi. Se fosse questo, perché Gesù doveva venire, a cosa serviva la sua morte in croce e la sua risurrezione?

 

Prima Lettura   At 4, 32-37
Un cuore solo e un'anima sola.

Dagli Atti degli Apostoli
La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune.
Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore.
Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno. Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa “figlio dell’esortazione”, un levìta originario di Cipro, padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli. 
 
Salmo Responsoriale   Dal Salmo 92 
Regna il Signore, glorioso in mezzo a noi.

Regna il Signore, glorioso in mezzo a noi.
Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore. 

Canto al Vangelo
    Gv 3,15
Alleluia, alleluia.
Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo,
perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Alleluia.

Vangelo
   Gv 3,7b-15
Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

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