papa Francesco in Svezia ANSA/EPA |
La prima lettura ci parla
della carità all’interno della comunità con molte sfumature, tutte preziose per
l’educazione spirituale dei singoli e la crescita e testimonianza della comunità.
Questo brano ci prepara all’inno alla Kenosi (kenosis = svuotamento) di Cristo,
che però non ascolteremo domani perché sarà la Solennità di Tutti i Santi. Questo
Inno è molto importante, certamente tra i più importanti del Nuovo Testamento:
dà il senso profondo del cammino di Gesù e della sua esaltazione come Kyrios-Signore,
e del nostro progresso nel cammino della carità che è partecipazione al Mistero
Pasquale di Gesù e finisce nella nostra propria esaltazione se abbiamo molto amato:
Fil.
2,5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
6 il
quale, pur essendo di natura divina,
non considerò un
tesoro geloso
la sua uguaglianza
con Dio;
7 ma
spogliò se stesso,
assumendo la
condizione di servo
e divenendo simile
agli uomini;
apparso in forma
umana,
8
umiliò se stesso
facendosi obbediente
fino alla morte
e alla morte di
croce.
9 Per
questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di
ogni altro nome;
10
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si
pieghi
nei cieli, sulla
terra e sotto terra;
11 e
ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore, a gloria
di Dio Padre.
Il Vangelo invece ci
invita ad avere carità verso chi non ci può ricambiare. È normale che se invito
a un pranzo parenti e amici voglio essere ricambiato. Sarebbe da stupidi e sopratutto
da anormali non aspettarsi la reciprocità. Sarebbe antinaturale. Ma Gesù ci
allarga gli orizzonti e volge il nostro sguardo verso chi non entra nella
cerchia naturale delle nostre relazioni, ci invita a superare la logica della natura.
Troppo facilmente ci lasciamo chiudere nel dinamismo naturale mentre la mia
umanità personale e l’umanità tutta intera per progredire e non regredire ha bisogno
di una logica superiore.
E a chi si spende
generosamente verso chi non può ricambiare Dio promette una grande ricompensa “alla
risurrezione dei morti”. In questi giorni di preghiera speciale per i defunti questa
annotazione è molto preziosa. Chi prega per i suoi cari defunti perché essi non
ha pregato abbastanza in vita, accolga, vada a cercare “chi non ha di che ricambiare”
e lo offra come suffragio per chi non ha avuto abbastanza carità in vita e ne
soffre adesso tutte le conseguenze in purgatorio.
A chi è deluso dell’ingratitudine
degli amici e dei parenti Gesù indica una via per superare l’amarezza: dare a
chi ha veramente bisogno.
La prima lettura ci parla
della carità all’interno della comunità per avere gli stessi sentimenti di Cristo
mentre il Vangelo ci parla invece della carità verso chi non ne fa parte. Carità
“ad intra” e carità “ad extra”. Due direzioni e un unico spirito.
Ma credo che questi due testi
si incontrino anche in modo molto concreto e profondo. Tante volte chi vive con
me in famiglia oppure in comunità e dovrebbe applicare la legge della reciprocità
(anzi, in comunità, la legge dello zelo per l’ideale), non ne è capace. È anche
lui povero,
storpio, zoppo, cieco, con le sue ferite e i suoi blocchi. E se so vederlo così
e non chiudermi nel risentimento, sarò beato e fonte di beatitudine. D'altronde non sono forse anch'io (se non sempre, almeno tante volte) storpio, zoppo, cieco, tanto povero?
In questi due giorni preghiamo in modo speciale per papa Francesco e il suo viaggio in Svezia. Egli compie con sapienza un passo molto delicato e coraggioso. Ha precisato nell'aereo che si aspetta dai giornalisti che facciano capire il senso di questo viaggio.
Prima Lettura Fil 2, 1-4
Rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 130
Custodiscimi presso di te, Signore, nella pace.
Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me.
Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.
Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre.
Canto al Vangelo Gv 8,31
Alleluia, alleluia.
Se rimanete nella mia parola,
siete davvero miei discepoli, dice il Signore,
e conoscerete la verità.
Alleluia.
Vangelo Lc 14, 12-14
Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi e ciechi.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 130
Custodiscimi presso di te, Signore, nella pace.
Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me.
Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.
Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre.
Canto al Vangelo Gv 8,31
Alleluia, alleluia.
Se rimanete nella mia parola,
siete davvero miei discepoli, dice il Signore,
e conoscerete la verità.
Alleluia.
Vangelo Lc 14, 12-14
Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi e ciechi.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Nessun commento:
Posta un commento