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lunedì 3 ottobre 2016

CHI PREDICA UN VANGELO DIVERSO, SIA ESCLUSO, MALEDETTO!

Da oggi iniziamo a leggere la lettera di san Paolo ai Galati. Vale la pena riportare il brano di oggi aggiungendo i primi versetti da 1 a 5:
Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, e tutti i fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia. Grazia a voi e pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo, che ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo perverso, secondo la volontà di Dio e Padre nostro, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!
Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull'uomo; infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Gàlati 1, 1-12

Notiamo subito che Paolo è molto diretto nel suo saluto e ricorda sia l’origine divina della sua missione che il kerigma che ha annunciato e che ha dato inizio alle comunità di Galazia.
Il primo punto, il ricordo della missione divina di Paolo, è presente in apertura in tutte le sue tredici lettere ad eccezione delle due ai cristiani di Tessalonica. Paolo non percorre il mondo da commerciante o da esploratore, da filosofo, per iniziativa sua. Ma è un inviato di Dio che gli ha dato anche l’autorità divina necessaria per compiere la sua missione. Annuncia il piano di salvezza di Dio e invita ad obbedirvi e obbedire a Dio significa anche credere all’autorità che Paolo esercita da parte di Dio.
Però questa volta l’accento è più forte, come il ricordo del kerigma in apertura. Anzi, in alcuni lettere il kerigma non appare esplicitamente. È che, molto in fretta, i gàlati hanno abbandonato la fede nell’annuncio che ha fatto loro Paolo per rivolgersi ad una spiritualità diversa. Questo è tutto il motivo e il tema di questa lettera: non lasciarci sviare dalla vera fede. Se qualcuno, io stesso dice Paolo o un angelo dal cielo vi predicasse un Vangelo diverso, sia anatema, cioè, escluso dalla comunità , maledetto!
Sono parole molto forti e conviene non scivolare su di esse, trascurandole.

La mia fede è quella di Paolo e della Chiesa, mi appoggio sull’essenziale della fede oppure la mia fede è confusa e metto sullo stesso piano cose essenziali e cose molto secondarie?
Seguiamo in questi giorni la lettura di questa lettera perché ci riguarda da vicino, riguarda la nostra salvezza e la nostra possibilità di gustare, fin da quaggiù, la Vita Eterna, la Vita nello Spirito.

Il Vangelo ci presenta un approccio diverso: “Maestro cosa devo fare per ereditare la Vita Eterna?” chiede lo scriba.
E Gesù Cristo sottolinea l’importanza dei comandamenti essenziali che inglobano tutti gli altri, quegli altri che sono solo commento, come disse un grande rabbino del tempo di Gesù e Paolo.
Fede retta e vita di carità non sono opposti ma complementari, una cosa sola nel cuore di Dio.
I prossimi giorni ci daranno la possibilità di capirlo meglio e di ricevere nel cuore la liberazione cristiana, la Buona Notizia.



Prima Lettura   Gal 1, 6-12
Il vangelo io non l'ho ricevuto né imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. 
Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! 
Infatti, è forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo!
Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.    

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 110
Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano. 

Le opere delle sue mani sono verità e diritto,
stabili sono tutti i suoi comandi,
immutabili nei secoli, per sempre,
da eseguire con verità e rettitudine.

Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
La lode del Signore rimane per sempre. 

Canto al Vangelo 
  Gv 14,34 
Alleluia, alleluia.

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.

Vangelo 
  Lc 10, 25-37 
Chi è il mio prossimo?

Dal vangelo secondo Luca 
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».  

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