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mercoledì 1 giugno 2022

PADRE CONSACRALI NELLA VERITA' / San Giustino, martire.

 


Nella prima lettura c'è il discorso di addio di Paolo alla comunità di Efeso, nel Vangelo il discorso di addio di Gesù ai discepoli. Sono straordinariamente simili. Comprendiamo quindi che quello che successe allora, deve succedere oggi.

La presenza di Gesù, quella di Paolo nella Comunità, del Fondatore nell’Ordine religioso, è la presenza del Consolatore. Perderlo apre un grandissimo vuoto, come sperimentarono anche i frati minori al momento del transito di “cotanto Padre”. Ma se Gesù è IL CONSOLATORE,  egli promette l’invio di UN ALTRO CONSOLATORE, lo Spirito di Verità, che invece di far adorare le Ceneri del Passato, accenderà un fuoco maggiore.

Così deve essere per ogni realtà voluta da Dio nella Chiesa: un progresso indefinito. “Bisogna chiedere a Dio di essere santi il doppio di san Francesco” diceva san Massimiliano Kolbe. Paolo si confronta con la croce di Cristo e pur avendo nelle sue comunità dei nuovi convertiti, ancora impregnati spesso di una mentalità pagana, li ha promessi come Vergine pura senza rughe né macchia a Dio. È un impegno enorme. E chi è mai all'altezza di questi compiti?” (2 Cor 2,16)  Paolo sa pure che non potrà rimanere per sempre con loro e quindi deve fare in fretta a radicarli nella verità. Questo può avvenire solo se consacra se stesso nella verità per loro, come dice Gesù nel Vangelo.

Infatti i disordini e i problemi seri nella comunità presenti fin dagli inizi (vedi 1 Cor 4,18 e altri) rischiano di aumentare molto con la partenza di Paolo, di Gesù, del fondatore. Questi vengono portati da estranei o da membri stessi della comunità: perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé”. La sete di potere nel cuore dell’uomo che cerca di soggiogare tutti al proprio piano non sopporta chi non si allinea, chi si attiene alla pura verità.

Un compito immane (cambiare il mondo, come Gesù, come Paolo, come il Fondatore, come tutti i santi), però felice se ho fede, perché sono sicuro dell’amore del Signore e della sua forza, perché si tratta di abbandono, nella certezza che la Chiesa è sempre di Gesù Cristo.

 

Prima Lettura      At 20,28-38
Vi affido a Dio, che ha la potenza di edificare e di concedere l’eredità.

Dagli Atti degli Apostoli.
In quei giorni, Paolo diceva agli anziani della Chiesa di Èfeso: «Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio.
Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi.
E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare e di concedere l’eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati.
Non ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”».
Dopo aver detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. Tutti scoppiarono in pianto e, gettandosi al collo di Paolo, lo baciavano, addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave. 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 67
Regni della terra, cantate a Dio.

Mostra, o Dio, la tua forza,
conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi!
Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
i re ti porteranno doni.

Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore,
a colui che cavalca nei cieli, nei cieli eterni.
Ecco, fa sentire la sua voce, una voce potente!
Riconoscete a Dio la sua potenza.

La sua maestà sopra Israele,
la sua potenza sopra le nubi.
Terribile tu sei, o Dio, nel tuo santuario.
È lui, il Dio d’Israele, che dà forza e vigore al suo popolo.
Sia benedetto Dio! 

Canto al Vangelo 
  Gv 17,17
Alleluia, alleluia.

La tua parola, Signore, è verità:
consacraci nella verità.
Alleluia.
  
Vangelo  
Gv 17,11b-19
Siano una cosa sola, come noi.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, 
[Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».  

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