A Roma, in attesa del giudizio, Paolo ottiene degli “arresti
domiciliari". Può anche ricevere chi vuole. Potrebbe evadere ma si
ha fiducia in lui. È chiaro che tutto quello che ha fatto durante il viaggio, la tempesta e il naufragio sulla
costa di Malta, salvando la vita di tutte le persone imbarcate, il miracolo
sulla spiaggia, la guarigione del padre di Publio e di molti altri malati, e,
costantemente la testimonianza della Buona Notizia vissuta e annunciata, lo
precede e gli ottiene facilmente un trattamento di favore. Impegniamoci
con zelo, anche umanamente la buona fama ha la sua ricompensa.
L’odio così determinato del Sinedrio contro Paolo a
Gerusalemme, stranamente non lo ha raggiunto a Roma anche se ovunque si parla
di Gesù di Nazareth e della setta nuova sorta nel suo nome, e questa suscita
opposizione dappertutto (Atti 28, 21-22). Questo ci insegna che tutto è nelle mani
di Dio e serve ai suoi scopi. La prova che subisci può dileguarsi in un attimo,
appena avrai detto il tuo sì pieno a Dio, o essa avrà operato ciò per cui il Signore
l’ha mandata-permessa.
A Roma Paolo evangelizza, evangelizza, evangelizza...
Egli annuncia Gesù risorto e ciò che questo implica per il Regno di Dio. Così si chiude il libro degli Atti degli Apostoli. Infatti la
natura della Chiesa è “Praedicate Evangelium”. Questo è il titolo della nuova Costituzione
Apostolica che riforma la Curia romana e
entra in vigore proprio domani, domenica di Pentecoste. Che questa volontà di
riforma di sé della Chiesa prenda corpo in tutti noi battezzati, in tutte le comunità
cristiane, anche le più piccole. Siamo debitori del Vangelo a tutti. Già anni
prima Paolo aveva scritto: “Poiché
sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso i dotti come verso gli
ignoranti: sono quindi pronto, per quanto sta in me, a predicare il vangelo
anche a voi di Roma”. (Rom 1,14-15).
Forse siamo frenati
dal fatto che molti ci risponderanno che credono già in Gesù. Ma, con poche domande, ti accorgerai facilmente se chi parla con te conosce o meno il Signore, ha del cristianesimo un’idea
falsa. Bisogna saper insistere come Paolo che dice: “Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la
salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.“
Prima
Lettura At 28,16-20.30-31
Paolo rimase a Roma, annunciando il regno di Dio.
Dagli Atti degli Apostoli
Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo con un soldato di guardia.
Dopo tre giorni, egli fece chiamare i notabili dei Giudei e, quando giunsero, disse loro: «Fratelli, senza aver fatto nulla contro il mio popolo o contro le usanze dei padri, sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani. Questi, dopo avermi interrogato, volevano rimettermi in libertà, non avendo trovato in me alcuna colpa degna di morte. Ma poiché i Giudei si opponevano, sono stato costretto ad appellarmi a Cesare, senza intendere, con questo, muovere accuse contro la mia gente. Ecco perché vi ho chiamati: per vedervi e parlarvi, poiché è a causa della speranza d’Israele che io sono legato da questa catena».
Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 10
Gli uomini retti, Signore, contempleranno il tuo volto.
Il
Signore sta nel suo tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi osservano attenti,
le sue pupille scrutano l’uomo.
Il
Signore scruta giusti e malvagi,
egli odia chi ama la violenza.
Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti contempleranno il suo volto.
Canto al Vangelo Gv 16,7.13
Alleluia, alleluia.
Manderò a voi lo Spirito di verità, dice il Signore;
egli vi guiderà a tutta la verità.
Alleluia.
Vangelo Gv 21,20-25
Questo è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e
la sua testimonianza è vera.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù
amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato:
«Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù:
«Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga
finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i
fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva
detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a
te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi
sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose
compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso
non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Fra Sereno, non mi e' molto chiaro il senso di questo Vangelo. Me lo puo' spiegare?
RispondiEliminaIn questo Vangelo c'è la preoccupazione di Pietro che può essere solo umana o anche “istituzionale”, e c'è anche il chiacchiericcio della comunità che chiosa su tutto (“Si diffuse perciò tra i fratelli la voce…”) e generalmente sbaglia, appigliandosi ad aspetti esterni, a particolari, sentenzia molto spesso, senza avere in precedenza gli elementi sufficienti per un giudizio. Siccome in questo caso come in molti casi, il chiacchiericcio si trascina nel tempo e prende ampiezza l’apostolo sente il dovere di precisare come sono le cose, nel Vangelo stesso, come lezione spirituale per tutti noi.
RispondiEliminaLa conclusione generale è quindi: ognuno faccia il suo, confidando nel Signore che continua a guidare la sua Chiesa con mano sicura. Formidabile Parola che ci incoraggia e ci rassicura anche se chiede umiltà: siamo nelle mani del Signore!
Ma c'è un risvolto istituzionale importante come dicevo : “Gesù, mi hai confermato come Pastore-Roccia. Qual è il posto di Giovanni riguardo a questa mia missione, lui che più volte ha intuito prima di me la verità, è stato fino ai piedi della croce e ha visto uscire sangue ed acqua dal costato del Signore, è stato colui al quale Maria è stata affidata concretamente anche se sappiamo che la maternità della Vergine è per tutti noi…?”
Nella Chiesa non c'è una rigida compagine. Il Papa (la Chiesa) deve riconoscere e accogliere i carismi che Dio liberamente dona a chi vuole. La Chiesa deve promuovere i carismi autentici e sopprimere quei gruppi che non vengono da Dio o si sono allontanati dalla fede e dalla disciplina cattoliche. In questo senso i carismi che sono liberi: “A te che importa?” devono rimanere sottomessi alla Chiesa, al suo discernimento. I santi non cercano il potere. Ma contagiano, attraggono. L’autorità esiste ma è un servizio. San Francesco era più santo del Papa ma gli ha chiesto un cardinale che vigili come “governatore, protettore e correttore di questa fraternità” (Regola Bollata Cap. XII).