Trinità del Masaccio. |
Come sappiamo la Chiesa ha vissuto il Mistero di Dio rivelato in Gesù
Cristo per alcuni secoli prima di definire il dogma della Trinità. Cosa significa
questo?
Da una parte è segno che era diventata necessaria una definizione chiarificatrice su Dio, allo stesso modo della Sacra Scrittura, che, oltre allo
Spirito ci dona anche concetti, parole. Sapere, come ci ha detto la lettura dal libro dei Proverbi che siamo parte di un disegno sapiente e che l’Universo non è a caso ma ha leggi frutto di una mente creatrice che ci
ama, orienta tutto il senso della vita! (“A contrario” la razionalità dell’Universo base delle scienze esatte pone la domanda della sua origine,
quindi introduce all’esistenza di Dio. E la relativa incoerenza o libertà
dei comportamenti umani suggerisce fortemente l'essenza spirituale e non solo
materiale dell’essere umano). Così, sapere che Dio è Uno ma non
Solitario, che è Amore perché è relazione in sé e ci accoglie nella sua
intimità cambia veramente la vita. Per esempio il Dio di Maometto ama gli
uomini retti, ma pur essendo Clemente e Misericordioso non è Amore, rimane sempre
distante dai suoi fedeli, non dona la sua vita per loro. Pur essendo “più vicino all’uomo della sua stessa vena giugulare” non “annulla” mai la
sua trascendenza, non è mai "il più piccolo" ma solo "akbar", "il più grande". La consapevolezza che Dio è Relazione-Amore,
Comunione-Unità, ricade in modo benefico su tutti gli aspetti della vita personale,
familiare, comunitaria dei cristiani.
Un monaco che aveva studiato a Gerusalemme proponeva questa parabola: c'è
una casa nel deserto. L’ebreo dice: “questo è Dio”, il musulmano dice: “questo è
Dio”, il cristiano dice: “questo è Dio”, ma noi cristiani siamo dentro.
Però ecco che è essenziale vivere questa verità che ci offre la nostra fede. Ogni fedeltà al Vangelo, ogni sequela di Gesù ci introduce nel Mistero Trinitario. E un ebreo o un musulmano può essere “dentro la casa” più di un battezzato, per via
dello Spirito Santo anche senza conoscerne il Nome. Ci sono tante figure nell’Ebraismo
e anche nell’Islam che ce lo fanno comprendere. Invece quanti battezzati
vivono come se Dio fosse lontano, come se fosse necessario pregare per suscitare
in lui sentimenti di misericordia. Quanti cercano solo le grazie che chiedono ma mai Dio in sé, e nemmeno la Sorgente delle grazie (Luca 11,13). Eppure tutti siamo comunque "nella casa": "
Prima
Lettura Pro 8, 22-31
Prima che la terra fosse, già la Sapienza era generata.
Dal libro dei Proverbi
Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all'origine.
Dall'eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull'abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell'abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 8
O Signore nostro Dio, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Quando vedo i tuoi
cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell'uomo, perché te ne curi?
Davvero l'hai fatto
poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.
Tutte le greggi e gli
armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.
Seconda Lettura Rm 5, 1-5
Andiamo a Dio per mezzo di Cristo, nella carità diffusa in noi dallo Spirito.
Dalla
lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del
Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede,
l'accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella
speranza della gloria di Dio.
E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione
produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri
cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Canto al Vangelo Ap 1,8
Alleluia, alleluia.
Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo:
a Dio che è, che era e che viene.
Alleluia.
Vangelo Gv 16, 12-15
Tutto quello che il Padre possiede è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve
l'annunzierà.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse
Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non
siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo
Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se
stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi
glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da
quel che è mio e ve lo annuncerà».
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