Dopo Pentecoste la Chiesa si ferma in contemplazione del Sacramento fonte e culmine della sua vita e nel quale c’è tutta la sua virtù/forza. I primi cristiani lo chiamavano “La Pace”. Quante Messe celebrate e così poca pace nel mondo! C'è chi all’Eucaristia esorta i fedeli ad andare ad uccidere il popolo vicino, bombardare i rifugi di civili, rubare le loro sostanze, distruggere le chiese e i monasteri, per “stabilire nel mondo i veri valori cristiani e la Pace di Cristo”. Se non fosse sotto i nostri occhi, nessuno ci crederebbe. Grazie a Dio siamo su un altro livello, ma pure noi non siamo forse ciechi o pieni di giustificazioni riguardo ai passi di giustizia, di legalità e di riconciliazione che potremmo fare per essere coerenti con l’Eucaristia che celebriamo e Beati perché Operatori di Pace? Di grado in grado la coscienza si affina o si intorpidisce, le mentalità e i gesti si umanizzano o si imbarbariscono. Quante messe a Marano; con quale efficacia? Signore perdonaci la guerra, tutte le guerre.
La bellissima Sequenza di S. Tommaso d’Aquino ci indirizza all'incontro intimo col Signore, vitale per la fede. Ricordo una missione popolare. I bambini della scuola dell’infanzia facevano un momento di adorazione eucaristica.
Il frate animatore disse: “Adesso, bambini, chiudete gli occhi e dite a Gesù: Gesù, ti
amo”. All’uscita si sente tirare la tonaca. Era un bambino. Gli dice: “ho
fatto come hai detto, ho chiuso gli occhi e ho detto: Gesù ti amo, e lui
mi ha risposto: Anch’io ti amo”. Sono esperienze vere e preziose che durano tutta
la vita.
Prima del segno della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù parla a
lungo del Regno di Dio. Le specie eucaristiche non sono isolate. Si inseriscono
in un contesto comunitario e dinamico: La Parola diventa Preghiera Sacerdotale
del popolo e Sacramento dell’Unico Pane e dell’Unico Calice. La Parola si fa Carne, realmente Corpo e
Sangue di Cristo. Non separiamo ciò che è unito. Porterebbe (e porta) a visioni
distorte, sentimentali, fino all’eresia.
Solo Gesù moltiplica i pani e i pesci, eppure dice agli apostoli: «Voi stessi date loro da mangiare». Egli accompagna sempre
l’azione dei suoi discepoli, attraverso la loro fede.
La sua generosità e
abbondanza vince ogni fame. Se la mia fede eucaristica è sana, non
riduzionista, non distorta, se non separo il culto dalla vita concreta, se non separo
i segni sacri dalla comunità che li celebra, mi rendo conto che il Signore che ci
nutre col suo corpo e il suo sangue vince ogni fame e sete, di senso della vita,
di certezza di vittoria sulla morte, di amore e di misericordia, di crescita
verso il regno, di solidarietà.
Sii assiduo alla celebrazione
eucaristica e vieni con fede viva, il Signore ti parlerà e ti colmerà di grazia.
Prima
Lettura Gn 14, 18-20
Offrì pane e vino.
Dal libro della Gènesi
In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
E [Abramo] diede a lui la decima di tutto.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 109
Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.
Oracolo del Signore al
mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».
Lo scettro del tuo
potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!
A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell'aurora,
come rugiada, io ti ho generato.
Il Signore ha giurato e
non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».
Seconda Lettura 1 Cor 11, 23-26
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate
la morte del Signore.
Dalla
prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, io ho
ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù,
nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo
spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria
di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo
calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne
bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che
mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore,
finché egli venga.
[ Sion,
loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.
Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.
Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.
Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.
Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.
Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.
E il banchetto del nuovo Re,
nuova, Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.
Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.
Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo,
Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.
È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.
Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.
È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.
Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.
Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.
Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.
Vanno i buoni, vanno
gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.
Vita ai buoni, morte
agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l'esito!
Quando spezzi il
sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell'intero.
È diviso solo il
segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona. ]
Ecco il pane degli
angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev'essere gettato.
Con i simboli è
annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero
pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e
puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Canto al Vangelo Gv 6,51
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
Vangelo Lc 9, 11b-17
Tutti mangiarono a sazietà.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù
prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno
di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono
dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei
dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non
abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare
viveri per tutta questa gente». C'erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi
discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero
sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi
al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli
perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici
ceste.
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