Finché visse il sacerdote Ioiadà, il re Ioas si comportò
bene, con zelo per il Signore. Dopo però, cambiò atteggiamento, volgendosi al
culto degli idoli, istigato dai comandanti di Giuda che furono il suo
sostegno per diventare Re. Forse “si sente nelle loro mani”. Con tante parole educate
fanno pressione su di lui. Più probabilmente il suo cuore è già complice. Ordina
infatti di uccidere Zaccaria, figlio di Ioiadà, perché richiama tutti all’Alleanza.
Lo uccidono “tra il santuario e l’altare”,
non fuori per rispetto del Tempio come con Atalìa.
Un problema centrale della società allora è il culto degli idoli. Cioè, l’uomo cercando felicità e prosperità, invece di fare fiducia all’amore eterno e vigile di Dio, cerca “ricette efficaci” per ottenere i vantaggi che cerca. Quel rito, quella preghiera, quel dio pagano, saranno efficaci!? Ma cosa è cambiato ai nostri giorni? La scienza ha preso molto spesso il posto degli idoli pagani ma non a vantaggio della fede. La scienza e la tecnica sembrano rendere Dio inutile nel cuore delle persone. E il rapporto tra scienza e fede non è chiaro per molti. Per salvare la fede alcuni rigettano la scienza. Molti altri si affidano ancora a portafortuna, talismani, oroscopi, oppure a idoli con nomi e volti cristiani. Infatti tra il paganesimo e la fede la differenza non è quella di immagini diverse, ma è l’atteggiamento del cuore. I maghi sono sempre circondati di statue della Madonna, di Padre Pio. La camorra fa erigere statue di Padre Pio. Dal rapporto con Dio, la Vergine Maria, i santi, il paganesimo cerca di ottenere grazie. Strumentalizza Dio. La fede stabilisce un’Alleanza con il Signore e si fida delle sue promesse, delle sue vie, dei suoi tempi, dei suoi modi. “Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”. Le conseguenze sono molte e rilevanti. Il credente conosce Dio e vive in comunione con lui, il pagano, no. Spesso il pagano chiede “piccole grazie” pensando che presentandosi umile, senza pretesa, sarà più ascoltato, mentre Dio vuole dare grandi grazie. Il pagano rifiuta e non comprende la croce, né la crescita spirituale e rimane preoccupato per la sua vita. Il discepolo entra pian piano nel mistero della croce, e quindi scopre il senso della sua vita e la volontà di Dio e la pace, cresce come uomo.
Ioas non
si è appoggiato a Dio ma all’uomo e agli idoli. Gli idoli non gli sono serviti
a nulla e gli uomini sui quali si è appoggiato l’hanno ucciso.
Gesù dice: “Non potete servire Dio e la ricchezza”. Molti non comprendono questa parola. Altri vivono con il senso di colpa e ragionamenti di giustificazione costanti perché la ricchezza è un idolo fondamentale: quando Mosè distrusse il vitello d’oro, lo ridusse in polvere, “ne sparse la polvere nell'acqua e la fece trangugiare agli Israeliti” (Eso 32:20). Gli ebrei dicono che così la sete dell’oro rimase per sempre nelle viscere dell’uomo! Non un piccolo problema, quindi. Il Signore per liberarci dalla tirannia di mammona, ossia la ricchezza, non ci chiede innanzitutto di sforzarci, ma di sperimentare la sua provvidenza premurosa, che pian piano ci libera dalle preoccupazioni. Tutti possono provare.
Prima
Lettura 2 Cr 24, 17-25
Avete ucciso Zaccarìa tra il santuario e l'altare.
Dal secondo libro delle Cronache
Dopo la morte di Ioiadà, i comandanti di Giuda andarono a prostrarsi davanti al re, che allora diede loro ascolto. Costoro trascurarono il tempio del Signore, Dio dei loro padri, per venerare i pali sacri e gli idoli. Per questa loro colpa l’ira di Dio fu su Giuda e su Gerusalemme. Il Signore mandò loro profeti perché li facessero ritornare a lui. Questi testimoniavano contro di loro, ma non furono ascoltati.
Allora lo spirito di Dio investì Zaccarìa, figlio del sacerdote Ioiadà, che si alzò in mezzo al popolo e disse: «Dice Dio: “Perché trasgredite i comandi del Signore? Per questo non avete successo; poiché avete abbandonato il Signore, anch’egli vi abbandona”». Ma congiurarono contro di lui e per ordine del re lo lapidarono nel cortile del tempio del Signore. Il re Ioas non si ricordò del favore fattogli da Ioiadà, padre di Zaccarìa, ma ne uccise il figlio, che morendo disse: «Il Signore veda e ne chieda conto!».
All’inizio dell’anno successivo salì contro Ioas l’esercito degli Aramei. Essi vennero in Giuda e a Gerusalemme, sterminarono fra il popolo tutti i comandanti e inviarono l’intero bottino al re di Damasco. L’esercito degli Aramei era venuto con pochi uomini, ma il Signore mise nelle loro mani un grande esercito, perché essi avevano abbandonato il Signore, Dio dei loro padri. Essi fecero giustizia di Ioas. Quando furono partiti, lasciandolo gravemente malato, i suoi ministri ordirono una congiura contro di lui, perché aveva versato il sangue del figlio del sacerdote Ioiadà, e lo uccisero nel suo letto. Così egli morì e lo seppellirono nella Città di Davide, ma non nei sepolcri dei re.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 88
La bontà del Signore durà in eterno.
Ho
stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono.
Gli
conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele.
Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.
Se i
suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi.
Punirò
con la verga la loro ribellione
e con flagelli la loro colpa.
Ma non annullerò il mio amore
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
Canto al Vangelo Cor 8,9
Alleluia, alleluia.
Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Alleluia.
Vangelo Mt 6, 24-34
Non preoccupatevi del domani.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure
si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la
ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che
mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita
non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei
granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?
E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria
vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del
campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con
tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba
del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per
voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che
cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre
vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste
cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se
stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
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