Gesù ripete nel Vangelo di oggi: “Dai
loro frutti dunque li riconoscerete”. Nei santi questo appare evidente anche se il loro percorso non è esente da errori. Noi invece siamo discepoli senza sapore,
infingardi. Ma si pone il problema di quanto dura
il frutto dei buoni. Tutti, apertamente o segretamente, desideriamo sederci, riposare,
vedere il “Trionfo del Cuore Immacolato di Maria” che metta tutto a posto per magia e per
sempre, veniamo da Gesù per farlo re, che risolva tutti i nostri problemi.
Ezechia distrusse i pali sacri e perfino il serpente di bronzo di Mosè
perché il popolo gli rivolgeva un culto non lecito. Che coraggio ha
avuto per osare distruggere una statua storica! Per fede resistette all’invasore
assiro che blandiva il popolo e salvò Gerusalemme dal dominio pagano. Ma ecco che
dopo di lui, subito, suo proprio figlio, frutto delle sue viscere e anche, in qualche
modo, frutto della sua educazione, “fece ciò che è male agli occhi del Signore”
e così anche il figlio di suo figlio. Nulla di ciò che facciamo è eterno e
infallibile. Anche Gesù, umanamente, conobbe il fallimento, in modo particolare
con Giuda.
Quando arrivò al potere il pronipote di Ezechia, Giosia, imitò invece “in tutto la condotta di Davide, suo antenato”, ed ebbe molto da fare. Si mise a riparare il Tempio e il Sommo Sacerdote ritrovò il libro della Legge! Scioccante! Come se in una parrocchia per un lungo tempo non ci fosse più una Bibbia, o il Messale, e nessuno se ne fosse preoccupato. Il Tempio sarà restaurato e distrutto, abbandonato e ricostruito varie volte nella Storia. Così anche nella Storia della Chiesa. Il Santo Curato arrivando ad Ars dopo le persecuzioni della Rivoluzione francese, diceva: “lasciate una parrocchia vent’anni senza prete e la gente vi adorerà gli animali”. La Francia, Figlia primogenita della Chiesa ha conosciuto molti momenti oscuri. San Vincenzo de’ Paoli, nato nel periodo delle guerre di religioni (1562-1598), ordinato prete nel 1600 e nominato parroco a Clichy vicino a Parigi, trova una chiesa in rovina. Più tardi, sensibile alla miseria spirituale e materiale del popolo egli rilancia la prassi della confessione scomparsa tra la gente e fonderà la Congregazione della Missione e, in seguito, le Figlie della Carità e (Vincenziani e Vincenziane).
Oggi non
è meglio. C'è una profonda ignoranza della fede, poca formazione, molta trascuratezza
e confusione. La vita esige la lotta spirituale. Ognuno
di noi “nel prezioso sangue di Cristo” (S: Caterina da Siena), perché “l’amore del Cristo ci spinge” (2 Cor
5,14) è invitato a diventare costruttore del Tempio e “riparatore di brecce” (Is 58:12), anche se dopo di noi potrà
sembrare che sia tutto da ricominciare da capo. San Francesco chiamato a
riparare la Chiesa che cadeva in rovina, lavorò alla chiesetta di san Damiano
ma la sua missione era di rimettere Cristo e il Vangelo nel cuore delle
persone. Il “frutto che rimane” (Giovanni
15,8) sono le persone che raggiungono liberamente la vita eterna, le cose esterne
passano e scompaiono.
Prima
Lettura 2 Re 22,8-13; 23,1-3
Il re lesse alla presenza del popolo tutte le parole del libro
dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore e concluse l’alleanza davanti al
Signore.
Dal secondo libro dei Re
In quei giorni, il sommo sacerdote Chelkìa disse allo scriba Safan: «Ho trovato nel tempio del Signore il libro della legge». Chelkìa diede il libro a Safan, che lo lesse. Lo scriba Safan quindi andò dal re e lo informò dicendo: «I tuoi servitori hanno versato il denaro trovato nel tempio e l’hanno consegnato in mano agli esecutori dei lavori, sovrintendenti al tempio del Signore». Poi lo scriba Safan annunciò al re: «Il sacerdote Chelkìa mi ha dato un libro». Safan lo lesse davanti al re.
Udite le parole del libro della legge, il re si stracciò le vesti. Il re comandò al sacerdote Chelkìa, ad Achikàm figlio di Safan, ad Acbor, figlio di Michèa, allo scriba Safan e ad Asaià, ministro del re: «Andate, consultate il Signore per me, per il popolo e per tutto Giuda, riguardo alle parole di questo libro ora trovato; grande infatti è la collera del Signore, che si è accesa contro di noi, perché i nostri padri non hanno ascoltato le parole di questo libro, mettendo in pratica quanto è stato scritto per noi». Il re mandò a radunare presso di sé tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme. Il re salì al tempio del Signore; erano con lui tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Lesse alla loro presenza tutte le parole del libro dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore. Il re, in piedi presso la colonna, concluse l’alleanza davanti al Signore, per seguire il Signore e osservare i suoi comandi, le istruzioni e le leggi con tutto il cuore e con tutta l’anima, per attuare le parole dell’alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì all’alleanza.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 118
Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti.
Insegnami,
Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.
Guidami
sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in essi è la mia felicità.
Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso il guadagno.
Distogli
i miei occhi dal guardare cose vane,
fammi vivere nella tua via.
Ecco, desidero i tuoi precetti:
fammi vivere nella tua giustizia.
Canto al Vangelo Gv 15,4.5
Alleluia, alleluia.
Rimanete in me e io con voi, dice il Signore;
chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia.
Vangelo Mt 7, 15-20
Dai loro frutti li riconoscerete.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro
sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono
produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero
buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti
buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco.
Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
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