L’uomo ha bisogno di sperare. Quasi sempre chi si suicida lo fa perché ha
perso ogni speranza. C'è la speranza umana e quella divina, che la si aspetti
su questa terra o nel Regno dei Cieli. San Giovanni Battista è l’uomo della speranza:
annuncia che la promessa di Dio sta per realizzarsi. Questo motiva le folle
che devono decidersi perché sarà un giudizio: o dentro o fuori. Le
persone sono anche motivate dall’attesa del nuovo: suscita interesse, apre orizzonti.
In questa attesa del nuovo si mobilita molto l’immaginazione. Infatti anche Giovanni
Battista e i suoi discepoli immaginavano un Messia diverso da come Gesù si
è presentato (Luca 7,19). Anche Paolo pur portando la realtà della risurrezione
non sfugge a questa legge: Gesù apre un orizzonte di speranza dove ognuno può inserire
anche i propri desideri, le proprie immaginazioni. Quando però la realtà si
rivela più umile, più difficile di quanto sperato, chi ha incontrato veramente il
Signore risorto, persevera, entrando sempre di più nel mistero della volontà di
Dio. Chi si è fermato solo alle prospettive di cambiamento della sua vita,
rimane deluso e talvolta si allontana. In particolare i primi cristiani pensavano
che la fine del mondo sarebbe arrivata subito (2 Pietro 3,9; 2 Ts 2,1-3).
Un vantaggio di Giovanni Battista e dei primi evangelizzatori era quindi
di annunciare un avvenimento ancora da venire o così recente che ognuno vi poteva
proiettare liberamente le sue attese. È però è un vantaggio effimero. Ci si
sveglia dal sonno!, benché il bisogno di speranza spinga a credere a nuove promesse,
anche se le precedenti erano fasulle. Lo vediamo con la politica di tutti
i tempi, con le sette o i gruppi di spiritualità inconsistenti: c'è sempre chi
abbocca. Per esempio i Testimoni di Geova hanno annunciato la venuta del Regno
di Dio più volte nel corso del XX secolo, con date e luoghi
precisi. Chiaramente non è mai successo nulla, eppure hanno sempre seguaci! Oggi
sono prudentemente più vaghi.
Abbiamo detto che chi ha incontrato Gesù risorto persevera e lascia cambiare le sue prospettive, abbandona le sue attese per lasciarsi portare dalla Speranza che non delude. Perché, però, la Speranza non delude, se Dio tarda a realizzare le sue promesse, non ti dona ciò che sentivi essenziale per essere felice? Perché c'è l’esperienza concreta dello Spirito Santo: “La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”. (Romani 5:5). Ma pesa fortemente su tutti il fatto che dopo 2000 anni la Chiesa si presenta come quel gruppo o quella Istituzione che non ha realizzato le sue promesse e spesso le ha tradite. Nella nostra stessa vita personale il dover prendere coscienza della nostra miseria rimane come un’ombra nera sulla nostra fede. Eppure questo è proprio il momento per iniziare un vero cammino di fede, vivere e proporre in modo più autentico il vero straordinario dono di Dio (Giovanni 4,10). Ma questo dono si realizzerà pienamente solo nella Risurrezione, e quindi l'annuncio della Chiesa e la sua testimonianza, oltre a mantenere l'apertura al Dio che viene ogni giorno a visitarci, deve anche sempre aiutare l'Uomo a volgere lo sguardo verso la pienezza della sua Venuta definitiva e al Giudizio.
Prima
Lettura Is 49,1-6
Ti renderò luce delle nazioni.
Dal libro del profeta Isaìa
Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.
Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all’ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua faretra.
Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».
Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
– poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza –
e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d’Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all’estremità della terra».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 138
Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.
Signore, tu mi scruti e
mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.
Sei tu che hai formato
i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda.
Meravigliose sono le
tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.
Seconda Lettura At 13,22-26
Giovanni aveva preparato la venuta di
Cristo.
Dagli
Atti degli Apostoli
In quei giorni, [ nella
sinagoga di Antiochia di Pisìdia, ] Paolo diceva:
«Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa
testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore;
egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per
Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo
di conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi
pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare
i sandali”.
Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio,
a noi è stata mandata la parola di questa salvezza».
Canto al Vangelo Cf Lc 1,76
Alleluia, alleluia.
Tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade.
Alleluia,
Vangelo Lc 1, 57-66. 80
Giovanni è il suo nome.
Dal
vangelo secondo Luca
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I
vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua
grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con
il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà
Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con
questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli
chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono
meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava
benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa
della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano,
le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero
la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte
fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
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