Mandando il fuoco dal cielo il Signore dimostra contro
Baal di avere tutto in mano e il popolo comprende chi è veramente Dio tra i due. Ma solo adesso inizia la vera rivelazione di chi è Dio anche se sfugge ai più.
Dio sostiene la fede di Elia: se ha fatto tutto questo fino ad adesso, la pioggia verrà. Si può già fare festa, “è già venuta!” Spesso dovremmo essere più logici nella fede. Dio non potrà che portare a compimento la storia iniziata con me … Ma Dio mantiene Elia nell’umiltà. Dovrà ancora pregare prima che cada la pioggia.
Elia ha eliminato subito tutti i 450 profeti
di Baal. Potrebbe scatenarsi anche contro Acab che è molto colpevole perché ha
ceduto davanti a Gezabele diventando suo complice o rivolgere l’ira del popolo contro
di lui. E invece lo tratta con deferenza. Il solito ritornello dei pesci
piccoli presi nella rete mentre i pesci grossi la fanno franca, duri con i
deboli e deboli con i forti? Non è questo. Si vive un momento prezioso: ognuno si
rende conto di aver seguito Baal, di non essere stato fedele all’Alleanza. Accusare
il re adesso sarebbe distrarre il popolo dal proprio cuore, dalla propria conversione.
Sarebbe forse indurlo a proclamare Elia re e a fargli prendere, non il posto di
Acab, ma quello di Dio e della propria coscienza. O comunque risvegliare le
ambizioni, i discorsi menzogneri di chi, “prendendo le distanze dal governo
precedente” e nascondendo il proprio passato si presenterebbe “nuovo” e
immacolato. È successo proprio questo alla morte di Maometto. Chi l’aveva combattuto
si è dichiarato suo seguace fin dalla prima ora… I populismi di questi anni
hanno accentuato il meccanismo sempre presente nella politica che consiste
nel negare il peccato nei propri seguaci (“l’onestà diventerà di moda”) per denunciarlo
nello schieramento avversario. Ma poi, proprio perché si ignora il peccato, non
cambia nulla. Al massimo si butta giù un Cesare e si prende il suo posto. Tutto
questo è sotto i nostri occhi. In momenti più bui, i populismi hanno
prodotto i fascismi violenti e i tremendi totalitarismi di infelice
memoria. Purtroppo non si tratta solo di passato! C'è una stretta logica che ha
portato passo dopo passo alla guerra di aggressione dell’Ucraina. È esattamente il contrario di ciò
che Dio vuole per i suoi figli, ma prima della catastrofe finale, il discorso
della propaganda appare a molti una meravigliosa salvezza.
Non prendendo nessuna gloria per sé, Elia serve Dio e
il bene delle anime, custodendo l’unità del popolo attraverso il rispetto delle
Istituzioni. Dimostra che è Dio che lo guida attraverso un gesto molto eloquente.
Finora ha dettato i tempi ad Acab: fai festa! attacca i cavalli al carro!, ma adesso
corre come un servo davanti a lui! Per questo l’autore sacro precisa: “La mano del Signore fu sopra
Elìa”. Questo è Dio, questi sono i suoi servi.
Elia
corre fino ad Izreel. Una ripida discesa di 500 metri di dislivello fino alla pianura, ma soprattutto la città di Izreel era a 50 chilometri dalla cima del monte. È un uomo giovane.
Chi è radicato nella verità è forte nello spirito, anche se non ha l'esperienza degli anni.
Prima
Lettura 1 Re 18, 41-46
Elìa pregò e il cielo diede la pioggia.
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Elìa disse [al re] Acab: «Va’ a mangiare e a bere, perché c’è già il rumore della pioggia torrenziale». Acab andò a mangiare e a bere.
Elìa salì sulla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la sua faccia tra le ginocchia. Quindi disse al suo servo: «Sali, presto, guarda in direzione del mare». Quegli salì, guardò e disse: «Non c’è nulla!». Elìa disse: «Tornaci ancora per sette volte». La settima volta riferì: «Ecco, una nuvola, piccola come una mano d’uomo, sale dal mare». Elìa gli disse: «Va’ a dire ad Acab: “Attacca i cavalli e scendi, perché non ti trattenga la pioggia!”».
D’un tratto il cielo si oscurò per le nubi e per il vento, e vi fu una grande pioggia. Acab montò sul carro e se ne andò a Izreèl. La mano del Signore fu sopra Elìa, che si cinse i fianchi e corse davanti ad Acab finché giunse a Izreèl.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 64
A te la lode, o Dio, in Sion.
Tu
visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini.
Così
prepari la terra:
ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.
Coroni
l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.
Canto al Vangelo Gv 13,34
Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.
Vangelo Mt 5, 20-26
Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al
giudizio.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei
farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà
essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio
fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello:
“Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà
destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo
fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti
all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire
il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui,
perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu
venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non
avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
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