Nella prima lettura il Signore si lamenta del popolo che lo ha dimenticato, preoccupandosi solo del proprio comfort terreno. La conseguenza è che questa felicità senza Dio non arriva. Perché l’uomo è fatto per Dio, è fatto ad immagine di Dio. Se trascura il suo rapporto con Dio, la sua natura di figlio di Dio, si ammala, come si ammalano i suoi rapporti con gli altri e con la natura.
Siamo una società malata perché abbiamo riempito le nostre case di cose e il nostro spirito di tutto tranne che di Dio. La felicità però non è venuta come speravamo. I matrimoni sono spesso infelici, con violenze domestiche, specialmente nella convivenze “libere” - che libere risultano non essere - con tradimenti, con la ferita dell’aborto, la difficoltà ad educare i giovani, la loro fragilità, le loro pulsioni spesso violente e la mancanza di valori per i quali sentano che valga la pena spendere la vita, l’inquinamento crescente e il moltiplicarsi di fenomeni estremi che mietono anche vittime, le guerre che imperversano e distruggono. Eppure siamo società più evolute e dotate di mezzi migliori per una vita prospera e serena. È questa società di oggi, quel modo di vivere di oggi che vogliamo?
Ma il Vangelo viene a rincuorarci: la verità non muore! Anzi, noi sappiamo che Gesù è risorto ed è stato costituito Signore. Questo annuncio che ha guadagnato i cuori 2000 anni fa e costruito una civiltà fondata sulla verità e la misericordia, la civiltà cristiana, è sempre vivo per chi apre il cuore. Cosa farai? Rimarrai nella logica di questo mondo che chiede giustizia - non possiamo non cercare giustizia e la vita eterna, cioè una pienezza che sazi i nostri cuori - ma attraverso la condanna dei colpevoli, la ricerca di piaceri effimeri, la dipendenza da cose e relazioni che non saziano, oppure affiderai a Cristo quel desiderio profondo di felicità che Dio ha posto in te affinché diventi la roccia sulla quale edificare la tua vita, seguendo i suoi insegnamenti? Gesù merita tutta la tua fiducia. Ha vinto ogni male, anche quello che vive nel tuo cuore.
Dal libro del profeta Aggèo Ag 1,1-8
L’anno secondo del re Dario, il primo giorno del sesto mese, questa parola del Signore fu rivolta per mezzo del profeta Aggèo a Zorobabele, figlio di Sealtièl, governatore della Giudea, e a Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote.
«Così parla il Signore degli eserciti: Questo popolo dice: “Non è ancora venuto il tempo di ricostruire la casa del Signore!”».
Allora fu rivolta per mezzo del profeta Aggèo questa parola del Signore: «Vi sembra questo il tempo di abitare tranquilli nelle vostre case ben coperte, mentre questa casa è ancora in rovina? Ora, così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; avete mangiato, ma non da togliervi la fame; avete bevuto, ma non fino a inebriarvi; vi siete vestiti, ma non vi siete riscaldati; l’operaio ha avuto il salario, ma per metterlo in un sacchetto forato. Così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Salite sul monte, portate legname, ricostruite la mia casa. In essa mi compiacerò e manifesterò la mia gloria, dice il Signore».
Dal Sal 149 R. Il Signore ama il suo popolo.
Cantate al Signore un canto nuovo;la sua lode nell'assemblea dei fedeli. Gioisca Israele nel suo creatore, esultino nel loro re i figli di Sion. R.
Lodino il suo nome con danze, con tamburelli e cetre gli cantino inni. Il Signore ama il suo popolo, incorona i poveri di vittoria. R.
Esultino i fedeli nella gloria, facciano festa sui loro giacigli. Le lodi di Dio sulla loro bocca: questo è un onore per tutti i suoi fedeli. R.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 9,7-9
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
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