Pomeriggio di Pasqua: Spiderman in Tv, con la sua faccia di ragazzo
gentile e i suoi superpoteri. Ecco il Salvatore che l’uomo desidera nel
profondo. A Natale, l’atmosfera rimasta da secoli di celebrazione della nascita
prodigiosa di un Bambino da una dolcissima Vergine spinge la televisione a
proiettare cartoni animati o vecchi “film di Natale” americani. La soluzione
magica dei problemi attraverso i supereroi o la fantasia.
Ma oggi c'è la guerra in Ucraina. Invece di superpoteri che non ci sono o di arcangeli che spazzino via il nemico (magari mettendolo fuori combattimento in modo incruento facendolo ridere, secondo il disegno simpatico di un bambino) si invocano super armi, super bombe. L’uomo cerca rifugio nella fantasia e nei miracoli, oppure, come sempre, nelle armi. È fallito il cristianesimo? Il Cristianesimo fallisce se prendiamo sotto gamba la forza del male e ci accontentiamo di una evangelizzazione superficiale.
Dobbiamo prendere coscienza della forza del male, del peccato in noi, di
questo peccato originale che ha devastato l’uomo nel suo equilibrio, nel suo
stato di amicizia con Dio. Gesti religiosi, preghiere e riti, anche
sacramentali con tutta la loro forza intrinseca ma che agiscono solo attraverso
la fede matura, non bastano a contrastarlo. Se preghi ma non ti converti, se
preghi ma non cerchi la verità di Cristo, se cerchi solo uno sportello per
ottenere grazie e tranquillità, non serve a niente. Sotto i nostri occhi, un popolo
che si definisce cristiano e in nome della cristianità, ha invaso la terra di
un popolo fratello aggredendolo in modo vergognoso e disumano.
Tale è la debolezza della nostra evangelizzazione.
Infatti se cerchiamo Cristo con tutto il cuore scopriremo la forza della sua
vittoria. È veramente il Signore! e cammina sempre con noi anche se il
più delle volte non ce ne rendiamo conto e neppure ci interessa scoprirlo.
Questo dice il Vangelo di Emmaus che ascoltiamo questa sera. Quei due uomini
sono dei discepoli. Sono presi da quello che è successo a Gesù. La sua morte è
una catastrofe perché avevano riposto tutta la loro speranza in lui. Ma, come
anche i Dodici, speravano secondo i loro schemi, secondo i loro desideri, senza
preoccuparsi di conoscere il vero piano di Dio o senza riuscirci.
Gesù
che li ama e li cerca non li scusa però. Il motivo del loro errore è la durezza di cuore,
l’insipienza, il cuore lento a credere perché occupato e appesantito da ciò che
non salva. Le conseguenze di tutto ciò? Loro stessi che si credevano discepoli
di Gesù, l’hanno consegnato, sono responsabili della sua morte spaventosa e
barbara, ripugnante.
È toccante notare però che, col cuore dilatato dai discorsi di Gesù sulla
Scrittura, per gratitudine trattengono quello sconosciuto perché possa riposare
e restaurarsi. La ricompensa è straordinaria: si aprono i loro occhi!
Prima
Lettura At 10, 34a. 37-43
Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».
Salmo Responsoriale Sal 117
Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.
Rendete grazie al
Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
La destra del Signore
si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
La pietra scartata dai
costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Seconda Lettura Col 3, 1-4
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.
Dalla
lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo,
seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a
quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando
Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui
nella gloria.
SEQUENZA
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il
sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono
affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.
«Raccontaci, Maria: che
hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».
Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.
Canto al Vangelo Cf
1 Cor 5,7b-8a
Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è immolato:
facciamo festa nel Signore.
Alleluia.
Vangelo Lc 24,13-35
Resta con noi perché si fa sera.
Dal vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello
stesso giorno, [ il
primo della settimana, ] due [ dei discepoli ] erano in cammino per un villaggio
di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e
conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e
discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i
loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro:
«Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si
fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo
tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi
giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il
Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto
il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato
per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli
fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre
giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci
hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il
suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i
quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e
hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
Disse loro: «Stolti e
lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava
che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E,
cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò
che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse
andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e
il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con
loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora
si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed
essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli
conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti
gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore
è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo
la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
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