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mercoledì 27 aprile 2022

PERCHE' OGGI NON SUCCEDONO PIU' I MIRACOLI DI UNA VOLTA? / Mercoledì II sett. di Pasqua.

 

L'angelo libera dal carcere.

Gli apostoli sono liberati miracolosamente dal carcere da un angelo durante la notte. Tutto il Nuovo Testamento riporta molti episodi di questo tipo e di guarigioni. La tua prima reazione è forse: fortunati loro, peccato che non succeda più ai nostri giorni. Ma cosa ne è realmente?

Dio fa segni per la fede: guarigioni per suscitare interesse per la parola degli Apostoli e darle credibilità; interventi prodigiosi affinché gli Apostoli possano predicare. Quando la Chiesa diventa una realtà radicata nella società la credibilità della predicazione è sempre più affidata alla testimonianza di vita dei cristiani. Infatti lo scopo del Signore è sempre la Carità, la comunione con Lui (con il Dio dei doni e non con i doni di Dio). Costatiamo nella vita della Chiesa che quando Dio vuole soccorrere il popolo smarrito o lanciare un carisma nuovo abbondano all’inizio i segni soprannaturali…

Ma c'è anche altro: i segni soprannaturali sono sempre presenti nella Chiesa. Condannati a morte come Dietrich Bonhoeffer si sentono accompagnati, coccolati, esauditi da Dio! Sono in quella dimensione di cui parla Gesù: vi do la mia pace che il mondo non vi può dare ma che nessuno vi potrà togliere, dove già la morte non ha più potere. I discepoli, dopo tante resistenze, con la Pentecoste si sono consegnati totalmente al Signore risorto e vivono in comunione costante con lui, Cristo è la loro vita. Per questo opera in loro la vita del risorto. Sappiamo, anche in questo nostro secolo, quanti miracoli hanno fatto i santi quando erano ancora in vita e, in ogni caso, opera in loro una potenza di vita e di guarigione che facilita i processi naturali. Ma quanti sono i cristiani che si sono consegnati totalmente a Cristo?

Vita Christi, forma vitae christiani. Se Gesù ha detto: guardate gli uccelli del cielo, il Padre vostro li nutre… questa parola si rivelerà efficace in ogni tempo, ma per questo bisogna essere come gli uccelli del cielo. Nelle Fonti francescane c'è quell’episodio in cui san Francesco manda un suo frate a questuare ciò di cui hanno estremo bisogno al paese sottostante. Appena esce il frate incontra una coppia che sta venendo portando loro proprio quella cosa. E san Francesco commenterà meravigliato: Sembra che il Signore non abbia altro da pensare che di preoccuparsi di noi!

Ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce”, ricoprendo a volte queste tenebre di religiosità. È il dramma dell’umanità, “l’Amore non amato”, e i santi sanno di non essere buoni e di dover lottare per rimanere nella Luce di Cristo. Ma “chi crede in lui non è condannato”. Invece, “ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”. Vedi che la non fede è il peccato capitale per eccellenza (La Gioia del Vangelo: ANCORA IL PECCATO DI INCREDULITA'. PERCHE' E' COSI' PERICOLOSO? Martedì II sett. di Pasqua.).

 

Prima Lettura   At 5, 17-26
Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, si levò il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducèi, pieni di gelosia, e, presi gli apostoli, li gettarono nella prigione pubblica.
Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita». Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare.
Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio, cioè tutto il senato dei figli d’Israele; mandarono quindi a prelevare gli apostoli nella prigione. Ma gli inservienti, giunti sul posto, non li trovarono nel carcere e tornarono a riferire: «Abbiamo trovato la prigione scrupolosamente sbarrata e le guardie che stavano davanti alle porte, ma, quando abbiamo aperto, non vi abbiamo trovato nessuno».
Udite queste parole, il comandante delle guardie del tempio e i capi dei sacerdoti si domandavano perplessi a loro riguardo che cosa fosse successo. In quel momento arrivò un tale a riferire loro: «Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo».
Allora il comandante uscì con gli inservienti e li condusse via, ma senza violenza, per timore di essere lapidati dal popolo. 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 33
Il povero grida e il Signore lo ascolta.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

Canto al Vangelo   Gv 3,16
Alleluia, alleluia.

Dio ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio unigenito,
perché chiunque crede in lui non vada perduto,
ma abbia la vita eterna.
Alleluia.

Vangelo 
  Gv 3, 16-21
Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

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