Gesù non è come gli altri maestri spirituali. |
Venerdì
Santo. Gesù come Maometto e Buddha?
Giorni fa, una donna che sembra molto amica di san Francesco, vicina ai
frati francescani, mi chiede l’amicizia su Facebook. Vedo che segue una pagina
intitolata “Verso la consapevolezza”. Su fb, molte persone religiose e che si dicono cattoliche seguono questa pagina o altre simili. Apro la pagina
e trovo questo messaggio: “Buddha non era buddista, Gesù non era
cristiano, Maometto non era musulmano, erano maestri che insegnavano l’Amore.
L’Amore era la loro religione”, il tutto corroborato da una vignetta: seduti sulla
nuvoletta Gesù con Shiva che gli dice “chi scende giù stavolta a spiegarglielo
ancora, io o tu?”.
Cosa
pensare? Certamente c'è una sola umanità comune a tutti gli uomini e c'è un
solo Dio. Il suo Spirito aiuta ogni uomo sulla via dell’Amore, a qualunque
religione o non religione appartenga. Non mi stanco di ripetere che quando
stavo in ricerca (la ricerca continua fino all’ultimo sospiro ma c'è il momento
in cui si scopre di aver incontrato la Roccia che sarà il fondamento stabile
della propria vita), ho ricevuto testimonianza e incoraggiamento dai musulmani
semplici con i quali stavo lavorando. Anni dopo, ho apprezzato ancora di più Maometto e l’Islam studiandoli e leggendo tutto il
Corano in arabo. E, proprio per questa ricerca e questi studi, per questo
apprezzamento sincero e qualificato, posso dire che c'è una grande differenza
tra Gesù e Maometto o Buddha, Shiva e così via. E non a caso i seguaci di Dio
attraverso Gesù Cristo si chiamano cristiani, i seguaci di Dio attraverso
Maometto si chiamano, come lui stesso lo dichiarava, “sottomessi”, cioè musulmani,
ecc. Le difficoltà di relazione tra i credenti di varie religioni o culture non
deve portare alla tentazione di azzerarle. Sarebbe negare l’identità delle
persone e dei gruppi e in ultimo negare la Storia. La realtà è un poliedro dove
ogni faccia brilla della sua luce pur facendo parte del totale.
Il pensiero unico che propone di raggiungere la pace attraverso l’annullamento delle differenze è solo segno della stanchezza dello spirito umano che preferisce fingere che le differenze non esistono o che esse siano solo negative. Questa tentazione molto forte nel mondo occidentale di oggi esiste da sempre nell’uomo, ma è opposta al cammino cristiano. Giovanni Paolo II, grande amico delle religioni e di tutti gli uomini, ha scritto avvertendo i fedeli cattolici che la via proposta dal buddismo per ottenere la salvezza è totalmente opposta a quella cristiana. Solo il cristianesimo annuncia un Dio personale che si incarna e muore in croce per vincere il peccato dell’umanità. Al primo incontro delle religioni ad Assisi, sempre Giovanni Paolo II ha chiarito che quella preghiera comune per la Pace non cancellava le differenze tra le religioni ma, anzi, le consacrava in un certo modo. Ma è possibile, sulla base del Mistero del Dio unico e della comune umanità, amarci rispettandoci, senza voler annullare l’identità dell’altro come propone l’autore della pagina citata sopra.
Perché
allora tanti cattolici seguono con interesse pagine di questo tipo? Certamente per
ignoranza e mancanza di formazione, a grande danno loro e delle persone che frequentano,
diffondendo in modo acritico delle false verità. Ma credo che ci sia anche
un altro motivo. L’Unicità di Cristo non impedisce la sua Universalità. Ed è
normale che ogni uomo, specie se mosso dallo Spirito Santo, in particolare se è
cattolico, aspiri a questa Universalità, a questa Riconciliazione profonda che sono valori proposti dalla fede cattolica. Quando nella mia comunità parrocchiale
per esempio trovo troppa routine, non trovo un soffio che apra gli orizzonti, quando
trovo gruppi chiusi o che fanno lotte di potere, quando l’identità si
appiglia su minuzie e trovo diatribe dottrinali o liturgiche che soffocano l’essenziale
del Messaggio, è inevitabile che io lo cerchi altrove e posso cadere facilmente
preda di falsi maestri. Il cristiano ha una chiara identità ma aperta, che fiorisce nell'Universale, nell'accoglienza dell'altro.
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