Cari
fratelli, buongiorno!
Dinanzi
alla piaga degli abusi sessuali perpetrati da uomini di Chiesa a danno dei
minori, ho pensato di interpellare voi, Patriarchi, Cardinali, Arcivescovi,
Vescovi, Superiori Religiosi e Responsabili, affinché tutti insieme ci mettiamo
in ascolto dello Spirito Santo e con docilità alla Sua guida ascoltiamo il
grido dei piccoli che chiedono giustizia. Grava sul nostro incontro il peso
della responsabilità pastorale ed ecclesiale che ci obbliga a discutere
insieme, in maniera sinodale, sincera e approfondita su come affrontare questo
male che affligge la Chiesa e l’umanità. Il santo Popolo di Dio ci guarda e
attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci
da predisporre. Ci vuole concretezza.
Iniziamo,
dunque, il nostro percorso armati della fede e dello spirito di massima parresia,
di coraggio e concretezza.
Anche
a nome vostro, vorrei ringraziare la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori,
la Congregazione per la Dottrina della Fede e
i membri del Comitato organizzativo per l’eccellente lavoro svolto con grande
impegno nel preparare questo incontro. Grazie tante!
Infine,
chiedo allo Spirito Santo di sostenerci in questi giorni e di aiutarci a
trasformare questo male in un’opportunità di consapevolezza e di purificazione.
La Vergine Maria ci illumini per cercare di curare le gravi ferite che lo
scandalo della pedofilia ha causato sia nei piccoli sia nei credenti.
Grazie.
Incontro su “La
Protezione dei Minori nella Chiesa”: Punti di riflessione, 21.02.2019
Pubblichiamo di seguito
alcuni punti formulati dalle diverse Commissioni e Conferenze Episcopali come
aiuto alla riflessione nel corso dei lavori dell’Incontro su: “La protezione
dei minori nella Chiesa”:
1. Elaborare un vademecum pratico
nel quale siano specificati i passi da compiere a cura dell’autorità in tutti i
momenti-chiave dell’emergenza di un caso.
2. Dotarsi di strutture
di ascolto, composte da persone preparate ed esperte, dove si esercita un primo
discernimento dei casi delle presunte vittime.
3. Stabilire i criteri
per il coinvolgimento diretto del Vescovo o del Superiore Religioso.
4. Attuare procedure
condivise per l’esame delle accuse, la protezione delle vittime e il diritto di
difesa degli accusati.
5. Informare le
autorità civili e le autorità ecclesiastiche superiori nel rispetto delle norme
civili e canoniche.
6. Fare una revisione
periodica dei protocolli e delle norme per salvaguardare un ambiente protetto
per i minori in tutte le strutture pastorali; protocolli e norme basati sui
principi della giustizia e della carità e che devono integrarsi perché l’azione
della Chiesa anche in questo campo sia conforme alla sua missione.
7. Stabilire protocolli
specifici per la gestione delle accuse contro i Vescovi.
8. Accompagnare,
proteggere e curare le vittime, offrendo loro tutto il necessario sostegno per
una completa guarigione.
9. Incrementare la
consapevolezza delle cause e delle conseguenze degli abusi sessuali mediante
iniziative di formazione permanente di Vescovi, Superiori religiosi, chierici e
operatori pastorali.
10. Preparare percorsi
di cura pastorale delle comunità ferite dagli abusi e itinerari penitenziali e
di recupero per i colpevoli.
11. Consolidare la
collaborazione con tutte le persone di buona volontà e con gli operatori
dei mass media per poter riconoscere e discernere i casi veri
da quelli falsi, le accuse dalle calunnie, evitando rancori e insinuazioni,
dicerie e diffamazioni (cfr Discorso alla Curia Romana, 21 dicembre
2018).
12. Elevare l’età
minima per il matrimonio a sedici anni.
13. Stabilire
disposizioni che regolino e facilitino la partecipazione degli esperti laici
nelle investigazioni e nei diversi gradi di giudizio dei processi canonici
concernenti abuso sessuale e/o di potere.
14. Il Diritto alla
difesa: occorre salvaguardare anche il principio di diritto naturale e canonico
della presunzione di innocenza fino alla prova della colpevolezza
dell’accusato. Perciò bisogna evitare che vengano pubblicati gli elenchi degli
accusati, anche da parte delle diocesi, prima dell’indagine previa e della
definitiva condanna.
15. Osservare il
tradizionale principio della proporzionalità della pena rispetto al delitto
commesso. Deliberare che i sacerdoti e i vescovi colpevoli di abuso sessuale su
minori abbandonino il ministero pubblico.
16. Introdurre regole
riguardanti i seminaristi e i candidati al sacerdozio o alla vita religiosa.
Per costoro introdurre programmi di formazione iniziale e permanente per
consolidare la loro maturità umana, spirituale e psicosessuale, come pure le
loro relazioni interpersonali e i loro comportamenti.
17. Effettuare per i
candidati al sacerdozio e alla vita consacrata una valutazione psicologica da
parte di esperti qualificati e accreditati.
18. Indicare le norme
che regolano il trasferimento di un seminarista o di un aspirante religioso da
un seminario a un altro; come pure di un sacerdote o religioso da una diocesi o
congregazione ad un’altra.
19. Formulare codici di
condotta obbligatori per tutti i chierici, i religiosi, il personale di
servizio e i volontari, per delineare limiti appropriati nelle relazioni
personali. Specificare i requisiti necessari per il personale e i volontari, e
verificare la loro fedina penale.
20. Illustrare tutte le
informazioni e i dati sui pericoli dell’abuso e i suoi effetti, su come
riconoscere i segni di abuso e su come denunciare i sospetti di abuso sessuale.
Tutto ciò deve avvenire in collaborazione con genitori, insegnanti,
professionisti e autorità civili.
21. È necessario che si
istituisca, laddove non si è ancora fatto, un organismo di facile accesso per
le vittime che vogliono denunciare eventuali delitti. Un organismo che goda di
autonomia anche rispetto all’Autorità ecclesiastica locale e composto da
persone esperte (chierici e laici), che sappiano esprimere l’attenzione della
Chiesa verso quanti, in tale campo, si ritengono offesi da atteggiamenti
impropri da parte di chierici.
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