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mercoledì 13 febbraio 2019

DOCUMENTO SULLA FRATELLANZA UMANA / 4 di 4

Una bella immagine dell'incontro tra il Sultano e
san Francesco. Non sono riuscito a comprendere
 dove si trova l'originale di questa icona né chi ne
sia l'autore. Sorprende che sia l'uno che l'altro siano 
indicati come "santi" (el-qiddys). 
Credit foto - fra Robert Lentz Ofm.

Questa ultima parte del Documento inizia con la costatazione che Oriente e Occidente non possono fare a meno di rapporti costruttivi. Non possono ignorarsi né ci conviene combattersi. Di fatto il passato è ricco di questi scambi. Limitandoci a noi occidentali, molte delle cose che sono “nostre”, che ci sembrano far parte della nostra “natura”, di fatto ci sono venute dall’Oriente islamico o attraverso l’Oriente islamico (per dare solo un esempio, attraverso l’Oriente islamico abbiamo ricevuto un elemento così comune come il nostro modo di contare e in particolare la nozione dello “zero”). In pari modo l’Oriente ha ricevuto molto dall’Occidente. Purtroppo non ci sono stati solo scambi positivi e ricordo una pubblicazione del Pontificio Istituto per gli Studi Arabi e di Islamistica (P.I.S.A.I.), dedicata a questo tema, che si chiamava “Encounters and Clashes” (Incontri e Scontri). Papa Francesco nel suo intervento ad Abu Dhabi ha detto: “Non c’è alternativa: o costruiremo insieme l’avvenire o non ci sarà futuro.”. Meditiamo questa frase e magari tutto il meraviglioso discorso che ha fatto in quella occasione.

- Il rapporto tra Occidente e Oriente è un’indiscutibile reciproca necessità, che non può essere sostituita e nemmeno trascurata, affinché entrambi possano arricchirsi a vicenda della civiltà dell’altro, attraverso lo scambio e il dialogo delle culture. L’Occidente potrebbe trovare nella civiltà dell’Oriente rimedi per alcune sue malattie spirituali e religiose causate dal dominio del materialismo. E l’Oriente potrebbe trovare nella civiltà dell’Occidente tanti elementi che possono aiutarlo a salvarsi dalla debolezza, dalla divisione, dal conflitto e dal declino scientifico, tecnico e culturale. È importante prestare attenzione alle differenze religiose, culturali e storiche che sono una componente essenziale nella formazione della personalità, della cultura e della civiltà orientale; ed è importante consolidare i diritti umani generali e comuni, per contribuire a garantire una vita dignitosa per tutti gli uomini in Oriente e in Occidente, evitando l’uso della politica della doppia misura.
- È un’indispensabile necessità riconoscere il diritto della donna all’istruzione, al lavoro, all’esercizio dei propri diritti politici. Inoltre, si deve lavorare per liberarla dalle pressioni storiche e sociali contrarie ai principi della propria fede e della propria dignità. È necessario anche proteggerla dallo sfruttamento sessuale e dal trattarla come merce o mezzo di piacere o di guadagno economico. Per questo si devono interrompere tutte le pratiche disumane e i costumi volgari che umiliano la dignità della donna e lavorare per modificare le leggi che impediscono alle donne di godere pienamente dei propri diritti.
- La tutela dei diritti fondamentali dei bambini a crescere in un ambiente familiare, all’alimentazione, all’educazione e all’assistenza è un dovere della famiglia e della società. Tali diritti devono essere garantiti e tutelati, affinché non manchino e non vengano negati a nessun bambino in nessuna parte del mondo. Occorre condannare qualsiasi pratica che violi la dignità dei bambini o i loro diritti. È altresì importante vigilare contro i pericoli a cui essi sono esposti – specialmente nell’ambiente digitale – e considerare come crimine il traffico della loro innocenza e qualsiasi violazione della loro infanzia.
- La protezione dei diritti degli anziani, dei deboli, dei disabili e degli oppressi è un’esigenza religiosa e sociale che dev’essere garantita e protetta attraverso rigorose legislazioni e l’applicazione delle convenzioni internazionali a riguardo.
A tal fine, la Chiesa Cattolica e al-Azhar, attraverso la comune cooperazione, annunciano e promettono di portare questo Documento alle Autorità, ai Leader influenti, agli uomini di religione di tutto il mondo, alle organizzazioni regionali e internazionali competenti, alle organizzazioni della società civile, alle istituzioni religiose e ai leader del pensiero; e di impegnarsi nel diffondere i principi di questa Dichiarazione a tutti i livelli regionali e internazionali, sollecitando a tradurli in politiche, decisioni, testi legislativi, programmi di studio e materiali di comunicazione.
Al-Azhar e la Chiesa Cattolica domandano che questo Documento divenga oggetto di ricerca e di riflessione in tutte le scuole, nelle università e negli istituti di educazione e di formazione, al fine di contribuire a creare nuove generazioni che portino il bene e la pace e difendano ovunque il diritto degli oppressi e degli ultimi.
In conclusione auspichiamo che:
questa Dichiarazione sia un invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà;
sia un appello a ogni coscienza viva che ripudia la violenza aberrante e l’estremismo cieco; appello a chi ama i valori di tolleranza e di fratellanza, promossi e incoraggiati dalle religioni;
sia una testimonianza della grandezza della fede in Dio che unisce i cuori divisi ed eleva l’animo umano;
sia un simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti coloro che credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano.
Questo è ciò che speriamo e cerchiamo di realizzare, al fine di raggiungere una pace universale di cui godano tutti gli uomini in questa vita.
Abu Dhabi, 4 febbraio 2019
Sua Santità
Papa Francesco

Grande Imam di Al-Azhar
Ahmad Al-Tayyeb


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