In questa parte del documento un’espressione ha
suscitato forti critiche da parte di siti cattolici conservatori: “Il
pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di
lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri
umani.” È un dato di fatto che l’umanità si presenta diversa riguardo a colore,
sesso, razza e lingua. Quello che fa problema è il pluralismo e la diversità di
religione. Notiamo che per i musulmani questo concetto si ritrova nel Corano e non
impedisce i musulmani di credere che la loro religione sia l’unica vera. E si afferma
che Dio vuole l’emulazione reciproca nelle opere di bene e poi, nell’ultimo giorno, illuminerà tutti sui loro errori. Quindi questo approccio globale potrebbe essere
anche il nostro senza che questo significhi minimamente pensare che tutte le
religioni siano uguali, si equivalgano. E sopratutto non significa che il Papa e
il Grande Imam ci propongano un Dio senza volto e una “nuova religione mondiale”,
sintesi o superamento delle vecchie religioni, come è stato fatto da qualche organizzazione
negli ultimi secoli. Invece, non troviamo già nel Nuovo
Testamento Paolo che dice che è steso un velo sul cuore degli ebrei che non accettano
Cristo e che questo è servito a spingere ad evangelizzare i popoli pagani, ma quando
questo velo sarà tolto (da Dio) sarà come una risurrezione (vedi 2 Corinzi 3, e
Romani 11)? È tutto il Cristianesimo che considera il dono della vita divina
una grazia e quindi che non tutti ricevono gli stessi doni e non tutti allo stesso
momento. Sappiamo dalla Storia quanti danni collaterali ci sono stati – assieme
ad un processo benefico di profonda evangelizzazione – quando la vittoria della
fede cristiana si è trasformata in Religione di Stato. Si nasceva cristiani
senza scelta, si era cristiani senza conversione, si doveva essere
cristiani pena sanzioni civili perfino estreme, bisognava cambiare confessione cristiana
se il sovrano cambiava, ecc…. Da parte islamica suppongo che il concetto di cittadinanza
sarà indigesto a più di uno ma sta maturando in molte nazioni a maggioranza
musulmana.
Il primo e più importante obiettivo delle religioni è
quello di credere in Dio, di onorarLo e di chiamare tutti gli uomini a credere
che questo universo dipende da un Dio che lo governa, è il Creatore che ci ha
plasmati con la Sua Sapienza divina e ci ha concesso il dono della vita per
custodirlo. Un dono che nessuno ha il diritto di togliere, minacciare o
manipolare a suo piacimento, anzi, tutti devono preservare tale dono della vita
dal suo inizio fino alla sua morte naturale. Perciò condanniamo tutte le
pratiche che minacciano la vita come i genocidi, gli atti terroristici, gli
spostamenti forzati, il traffico di organi umani, l’aborto e l’eutanasia e le
politiche che sostengono tutto questo.
Questo Documento, in accordo con i precedenti Documenti
Internazionali che hanno sottolineato l’importanza del ruolo delle
religioni nella costruzione della pace mondiale, attesta quanto segue:
- La forte convinzione che i veri insegnamenti delle
religioni invitano a restare ancorati ai valori della pace; a sostenere i
valori della reciproca conoscenza, della fratellanza umana e
della convivenza comune; a ristabilire la saggezza, la giustizia e la carità e
a risvegliare il senso della religiosità tra i giovani, per difendere le nuove
generazioni dal dominio del pensiero materialistico, dal pericolo delle
politiche dell’avidità del guadagno smodato e dell’indifferenza, basate sulla
legge della forza e non sulla forza della legge.
- La libertà è un diritto di ogni persona: ciascuno
gode della libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione. Il
pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di
lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri
umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà
di credo e alla libertà di essere diversi. Per questo si condanna il fatto di
costringere la gente ad aderire a una certa religione o a una certa cultura,
come pure di imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano.
- La giustizia basata sulla misericordia è la via da
percorrere per raggiungere una vita dignitosa alla quale ha diritto ogni essere
umano.
- Il dialogo, la comprensione, la diffusione della
cultura della tolleranza, dell’accettazione dell’altro e della convivenza tra
gli esseri umani contribuirebbero notevolmente a ridurre molti problemi
economici, sociali, politici e ambientali che assediano grande parte del genere
umano.
- Il dialogo tra i credenti significa incontrarsi
nell’enorme spazio dei valori spirituali, umani e sociali comuni, e investire
ciò nella diffusione delle più alte virtù morali, sollecitate dalle religioni;
significa anche evitare le inutili discussioni.
- La protezione dei luoghi di culto – templi, chiese e
moschee – è un dovere garantito dalle religioni, dai valori umani, dalle leggi
e dalle convenzioni internazionali. Ogni tentativo di attaccare i luoghi di
culto o di minacciarli attraverso attentati o esplosioni o demolizioni è una
deviazione dagli insegnamenti delle religioni, nonché una chiara violazione del
diritto internazionale.
- Il terrorismo esecrabile che minaccia la sicurezza
delle persone, sia in Oriente che in Occidente, sia a Nord che a Sud, spargendo
panico, terrore e pessimismo non è dovuto alla religione – anche se i
terroristi la strumentalizzano – ma è dovuto alle accumulate interpretazioni
errate dei testi religiosi, alle politiche di fame, di povertà, di ingiustizia,
di oppressione, di arroganza; per questo è necessario interrompere il sostegno
ai movimenti terroristici attraverso il rifornimento di denaro, di armi, di
piani o giustificazioni e anche la copertura mediatica, e considerare tutto ciò
come crimini internazionali che minacciano la sicurezza e la pace mondiale.
Occorre condannare un tale terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni.
- Il concetto di cittadinanza si basa
sull’eguaglianza dei diritti e dei doveri sotto la cui ombra tutti godono della
giustizia. Per questo è necessario impegnarsi per stabilire nelle nostre
società il concetto della piena cittadinanza e rinunciare
all’uso discriminatorio del termine minoranze, che porta con sé i
semi del sentirsi isolati e dell’inferiorità; esso prepara il terreno alle
ostilità e alla discordia e sottrae le conquiste e i diritti religiosi e civili
di alcuni cittadini discriminandoli.
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