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venerdì 8 febbraio 2019

E' NEL PECCATO E NELLA MEDIOCRITA' CHE DIO TI FA GRANDE! / venerdì IV sett. T.O.

Salomé - Gustave Moreau.

“Il Signore è il mio aiuto, non avrò paura. Che cosa può farmi l’uomo?”, così parla il credente, ci ricorda la prima lettura. A questo punto ci sono pochi veri credenti nel mondo. Lo stesso brano ci ricorda di avere compassione delle sofferenze degli altri, facendo mente locale di come reagiamo quando siamo toccati noi stessi nel nostro corpo. Ma la verità è che temiamo molto gli altri.
Ora però la Parola di Dio è lampada ai nostri benché esitanti e vacillanti passi e camminiamo con fiducia alla sua luce. E le parole di Dio che abbiamo sottolineato le vediamo compiute in san Giovanni Battista. Dio ci spinge continuamente ad edificare il bene con particolare attenzione ai più deboli e non vuole mai il male: questi avviene solo per sua permissione. Se Dio permette il male è perché possiamo trionfarne. La morte fedele di Giovanni Battista gli permette di esprimere nel modo più alto il suo amore totale per Dio e il prossimo. Ma questa avviene in un contesto molto mediocre e, diciamolo, abbastanza stupido, balordo. Erode stima Giovanni Battista e lo protegge ma non disdegna una bella abbuffata con sbronza incorporata assieme ad amici e dignitari. Erode è già indebolito moralmente dalla sua passione per la moglie del fratello ma questa passione non gli impedisce di allungare l’occhio concupiscente verso la figlia adolescente della sua donna. E lei – che non beve – mette da parte per il momento la scena di gelosia e coglie l’occasione per la sua vendetta. Intorpidito dai fumi dell’alcol, Erode fa un’altra grossa sciocchezza delle sue che lo accompagnerà poi come rimorso.
La conclusione per me e per te: sta allegro, non cercare altrove, è in un contesto molto piccolo, fatto di peccato e di mediocrità (tuoi e degli altri), che Dio ti fa grande.

Prima Lettura   Eb 13, 1-8
Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, l’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli. Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che sono maltrattati, perché anche voi avete un corpo. Il matrimonio sia rispettato da tutti e il letto nuziale sia senza macchia. I fornicatori e gli adùlteri saranno giudicati da Dio.
La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: «Non ti lascerò e non ti abbandonerò». Così possiamo dire con fiducia:
«Il Signore è il mio aiuto, non avrò paura.
Che cosa può farmi l’uomo?».
Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede.
Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 26
Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una guerra,
anche allora ho fiducia.

Nella sua dimora mi offre riparo
nel giorno della sventura.
Mi nasconde nel segreto della sua tenda,
sopra una roccia m’innalza.

Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi. 

Canto al Vangelo 
  Lc 8,15
Alleluia, alleluia.

Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
Alleluia.

Vangelo  
 Mc 6, 14-29
Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!».
Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.


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