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mercoledì 27 febbraio 2019

DOPO L'INCONTRO PER LA PROTEZIONE DEI MINORI NELLA CHIESA, CHE SUCCEDE? 1/4

Al centro della foto il Cardinale Barbarin, vescovo di Lione, il 7 gennaio scorso.


Dopo l’incontro in Vaticano sulla Protezione dei Minori nella Chiesa e gli ultimi sviluppi personali di preti e vescovi, che dire?
Mentre nessun’altra Istituzione ha ancora preso iniziative così forti cercando di fare pulizia tra i suoi membri (l’ONU per esempio con numerosi casi di prostituzione, anche infantile, nei teatri di guerra o di estrema povertà i cui "utilizzatori finali" sono suoi operatori), ci sono reazioni varie. Alcune sono reazioni indignate contro il Papa e i vescovi che non avrebbero fatto abbastanza, ecc., contro il Papa perché dice che chi commette il crimine di pedofilia si fa strumento del diavolo, contro chi fa notare, anche sommessamente, che l’80 % dei crimini di pedofilia nella Chiesa sono anche atti omosessuali...
Da ieri è venuta fuori pure la vicenda della condanna del Cardinal Pell, australiano, che lascia molto perplessi. L’uomo che lo accusa racconta un fatto così inverosimile su vari punti che si comprende che si intenda fare appello. Anche perché un primo giudizio si era risolto in un nulla di fatto, poi si è riaperto il processo. Un po’ come il Cardinale francese Barbarin accusato di aver gestito male il caso – antecedente al suo mandato di vescovo di Lione – di un prete pedofilo. In un primo tempo la giustizia francese aveva archiviato la denuncia ma gli accusatori hanno ottenuto un’altra procedura penale. Con logica, il pubblico ministero francese non ha chiesto nessuna condanna rendendo ancora più evidente il carattere surreale di questo processo contro il vescovo di Lione e altri suoi collaboratori.


Allora cosa fa la Chiesa?
Il giorno stesso della conclusione dell'Incontro sulla Protezione dei Minori nella Chiesa P. Federico Lombardi, Moderatore del summit, ha anticipato ai giornalisti i prossimi passi della Santa sede e ha annunciato alcuni nuovi documenti sulla questione degli abusi sessuali da parte di membri del clero.
Ecco che come seguito al Summit ci sarà:
1) Un nuovo Motu Proprio del Papa “sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili”, per rafforzare la prevenzione e il contrasto contro gli abusi nella Curia Romana e nello Stato della Città del Vaticano.
2) Esso accompagnerà una nuova legge dello Stato della Città del Vaticano e le Linee guida per il Vicariato della Città del Vaticano sullo stesso argomento.
3) La pubblicazione da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede di un vademecum che aiuterà i vescovi del mondo a comprendere chiaramente i loro doveri e i loro compiti.
4) Inoltre, nello spirito della comunione della Chiesa universale, il Papa ha manifestato l’intenzione di favorire la creazione di task forces di persone competenti per aiutare le conferenze episcopali e le diocesi che si trovino in difficoltà per affrontare i problemi e realizzare le iniziative per la protezione dei minori.

Seguendo con spirito critico la vicenda nel suo sviluppo ecclesiale e mondiale notiamo che, dagli anni ’70, c'è al riguardo un profondo mutamento di mentalità e culturale e questi processi sono sempre progressivi e non sono mai subito totali né uniformi. È normale che ci sia bisogno di un vademecum per precisare e uniformare i vari passi da compiere e non lasciare spazio all’improvvisazione e all’arbitrarietà o alle reazioni troppo emotive.

Parole del Papa dopo l’Angelus di domenica 24 febbraio
Cari fratelli e sorelle,
questa mattina si è concluso qui in Vaticano un Incontro molto importante sul tema della Protezione dei minori. Erano convocati i Patriarchi, i Presidenti di tutte le Conferenze Episcopali, i Capi delle Chiese Orientali Cattoliche, i Rappresentanti dei Superiori e delle Superiore delle Congregazioni religiose e diversi miei Collaboratori nella Curia Romana.
Come sapete, il problema degli abusi sessuali nei confronti di minori da parte di membri del clero ha suscitato da tempo grave scandalo nella Chiesa e nell’opinione pubblica, sia per le drammatiche sofferenze delle vittime, sia per la ingiustificabile disattenzione nei loro confronti e la copertura dei colpevoli da parte di persone responsabili nella Chiesa.
Poiché è un problema diffuso in ogni Continente, ho voluto che lo affrontassimo insieme, in modo corresponsabile e collegiale, noi Pastori delle Comunità cattoliche in tutto il mondo. Abbiamo ascoltato la voce delle vittime, abbiamo pregato e chiesto perdono a Dio e alle persone offese, abbiamo preso coscienza delle nostre responsabilità, del nostro dovere di fare giustizia nella verità, di rifiutare radicalmente ogni forma di abuso di potere, di coscienza e sessuale.
Vogliamo che tutte le attività e i luoghi della Chiesa siano sempre pienamente sicuri per i minori; che si prendano tutte le misure possibili perché simili crimini non si ripetano; che la Chiesa torni ad essere assolutamente credibile e affidabile nella sua missione di servizio e di educazione per i piccoli secondo l’insegnamento di Gesù.
In questo modo sapremo collaborare con tutto il nostro cuore e con efficacia, insieme a tutte le persone di buona volontà e a tutte le componenti e le forze positive della società, in tutti i paesi e a livello internazionale, perché si combatta fino in fondo, in ogni sua forma, la gravissima piaga della violenza nei confronti di centinaia di milioni di minori, bambine e bambini, ragazze e ragazzi, in tutto il mondo.

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