Continuiamo la nostra lettura del Documento. Si chiama
“Documento sulla Fratellanza Umana”. Infatti non cerca di costituire un’organizzazione,
un potere, un partito o meno ancora un Governo Mondiale, ma di guardare alla persona e al suo valore, e in
particolare ai piccoli, agli indifesi, a quelli che contano poco per la società
ma contano agli occhi di Dio. Parlare di Fratellanza Umana è perfettamente
cristiano. Parlare di Fratellanza Universale ha storicamente un altro sapore. Qualche
critico di papa Francesco cerca di confondere le acque in questo senso dicendo che ha firmato un accordo con i musulmani per abbassare la fede cristiana al livello di quella islamica, rinnegando Gesù Cristo e cercando di costituire una Fratellanza Universale (vedi sito "cronicasdepapafrancisco.com"). Ci sono
anche altre espressioni nel testo che possono essere comprese in senso fuorviante. Per cui
si chiede una lettura attenta, non frettolosa di questo testo. La Chiesa che Gesù
voleva e ha fondato, per noi sussiste nella Chiesa Cattolica, ma, da una parte,
questa è “Semper reformanda” perché fatta di peccatori e non tutti gli usi, tutti modi nei quali ha compreso se stessa lungo i secoli hanno corrisposto all’essenza della Chiesa,
e, d’altra parte, nulla può pretendere di esaurire la ricchezza del suo
Mistero. Letto non come una professione di fede cristiana, non come un catechismo o un
riassunto del Vangelo – che non è – ma come un documento comune tra cristiani e
musulmani questo testo è perfettamente giustificato e rappresenta un passo
avanti sul cammino della fedeltà al Vangelo.
Ecco di seguito la seconda parte del Documento:
Ecco di seguito la seconda parte del Documento:
Ci rivolgiamo agli intellettuali, ai filosofi, agli
uomini di religione, agli artisti, agli operatori dei media e agli uomini di cultura
in ogni parte del mondo, affinché riscoprano i valori della pace, della
giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana e della convivenza
comune, per confermare l’importanza di tali valori come àncora di salvezza per
tutti e cercare di diffonderli ovunque.
Noi, pur riconoscendo i passi positivi che la nostra
civiltà moderna ha compiuto nei campi della scienza, della tecnologia, della
medicina, dell’industria e del benessere, in particolare nei Paesi sviluppati,
sottolineiamo che, insieme a tali progressi storici, grandi e apprezzati, si
verifica un deterioramento dell’etica, che condiziona l’agire internazionale, e
un indebolimento dei valori spirituali e del senso di responsabilità. Tutto ciò
contribuisce a diffondere una sensazione generale di frustrazione, di
solitudine e di disperazione, conducendo molti a cadere o nel vortice
dell’estremismo ateo e agnostico, oppure nell’integralismo religioso,
nell’estremismo e nel fondamentalismo cieco, portando così altre persone ad arrendersi
a forme di dipendenza e di autodistruzione individuale e collettiva.
La storia afferma che l’estremismo religioso e
nazionale e l’intolleranza hanno prodotto nel mondo, sia in Occidente sia in
Oriente, ciò che potrebbe essere chiamato i segnali di una «terza
guerra mondiale a pezzi», segnali che, in varie parti del mondo e in
diverse condizioni tragiche, hanno iniziato a mostrare il loro volto crudele;
situazioni di cui non si conosce con precisione quante vittime, vedove e orfani
abbiano prodotto. Inoltre, ci sono altre zone che si preparano a diventare
teatro di nuovi conflitti, dove nascono focolai di tensione e si accumulano
armi e munizioni, in una situazione mondiale dominata dall’incertezza, dalla
delusione e dalla paura del futuro e controllata dagli interessi economici
miopi.
Affermiamo altresì che le forti crisi politiche,
l’ingiustizia e la mancanza di una distribuzione equa delle risorse naturali –
delle quali beneficia solo una minoranza di ricchi, a discapito della maggioranza
dei popoli della terra – hanno generato, e continuano a farlo, enormi quantità
di malati, di bisognosi e di morti, provocando crisi letali di cui sono vittime
diversi paesi, nonostante le ricchezze naturali e le risorse delle giovani
generazioni che li caratterizzano. Nei confronti di tali crisi che portano a
morire di fame milioni di bambini, già ridotti a scheletri umani – a motivo
della povertà e della fame –, regna un silenzio internazionale inaccettabile.
È evidente a questo proposito quanto sia essenziale la
famiglia, quale nucleo fondamentale della società e dell’umanità, per dare alla
luce dei figli, allevarli, educarli, fornire loro una solida morale e la
protezione familiare. Attaccare l’istituzione familiare, disprezzandola o
dubitando dell’importanza del suo ruolo, rappresenta uno dei mali più
pericolosi della nostra epoca.
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