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lunedì 11 febbraio 2019

DOCUMENTO SULLA FRATELLANZA UMANA / 2 di 4



Continuiamo la nostra lettura del Documento. Si chiama “Documento sulla Fratellanza Umana”. Infatti non cerca di costituire un’organizzazione, un potere, un partito o meno ancora un Governo Mondiale, ma di guardare alla persona e al suo valore, e in particolare ai piccoli, agli indifesi, a quelli che contano poco per la società ma contano agli occhi di Dio. Parlare di Fratellanza Umana è perfettamente cristiano. Parlare di Fratellanza Universale ha storicamente un altro sapore. Qualche critico di papa Francesco cerca di confondere le acque in questo senso dicendo che ha firmato un accordo con i musulmani per abbassare la fede cristiana al livello di quella islamica, rinnegando Gesù Cristo e cercando di costituire una Fratellanza Universale (vedi sito "cronicasdepapafrancisco.com"). Ci sono anche altre espressioni nel testo che possono essere comprese in senso fuorviante. Per cui si chiede una lettura attenta, non frettolosa di questo testo. La Chiesa che Gesù voleva e ha fondato, per noi sussiste nella Chiesa Cattolica, ma, da una parte, questa è “Semper reformanda” perché fatta di peccatori e non tutti gli usi, tutti modi nei quali ha compreso se stessa lungo i secoli hanno corrisposto all’essenza della Chiesa, e, d’altra parte, nulla può pretendere di esaurire la ricchezza del suo Mistero. Letto non come una professione di fede cristiana, non come un catechismo o un riassunto del Vangelo – che non è – ma come un documento comune tra cristiani e musulmani questo testo è perfettamente giustificato e rappresenta un passo avanti sul cammino della fedeltà al Vangelo.
Ecco di seguito la seconda parte del Documento:

Ci rivolgiamo agli intellettuali, ai filosofi, agli uomini di religione, agli artisti, agli operatori dei media e agli uomini di cultura in ogni parte del mondo, affinché riscoprano i valori della pace, della giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana e della convivenza comune, per confermare l’importanza di tali valori come àncora di salvezza per tutti e cercare di diffonderli ovunque.
Questa Dichiarazione, partendo da una riflessione profonda sulla nostra realtà contemporanea, apprezzando i suoi successi e vivendo i suoi dolori, le sue sciagure e calamità, crede fermamente che tra le più importanti cause della crisi del mondo moderno vi siano una coscienza umana anestetizzata e l’allontanamento dai valori religiosi, nonché il predominio dell’individualismo e delle filosofie materialistiche che divinizzano l’uomo e mettono i valori mondani e materiali al posto dei principi supremi e trascendenti.
Noi, pur riconoscendo i passi positivi che la nostra civiltà moderna ha compiuto nei campi della scienza, della tecnologia, della medicina, dell’industria e del benessere, in particolare nei Paesi sviluppati, sottolineiamo che, insieme a tali progressi storici, grandi e apprezzati, si verifica un deterioramento dell’etica, che condiziona l’agire internazionale, e un indebolimento dei valori spirituali e del senso di responsabilità. Tutto ciò contribuisce a diffondere una sensazione generale di frustrazione, di solitudine e di disperazione, conducendo molti a cadere o nel vortice dell’estremismo ateo e agnostico, oppure nell’integralismo religioso, nell’estremismo e nel fondamentalismo cieco, portando così altre persone ad arrendersi a forme di dipendenza e di autodistruzione individuale e collettiva.
La storia afferma che l’estremismo religioso e nazionale e l’intolleranza hanno prodotto nel mondo, sia in Occidente sia in Oriente, ciò che potrebbe essere chiamato i segnali di una «terza guerra mondiale a pezzi», segnali che, in varie parti del mondo e in diverse condizioni tragiche, hanno iniziato a mostrare il loro volto crudele; situazioni di cui non si conosce con precisione quante vittime, vedove e orfani abbiano prodotto. Inoltre, ci sono altre zone che si preparano a diventare teatro di nuovi conflitti, dove nascono focolai di tensione e si accumulano armi e munizioni, in una situazione mondiale dominata dall’incertezza, dalla delusione e dalla paura del futuro e controllata dagli interessi economici miopi.
Affermiamo altresì che le forti crisi politiche, l’ingiustizia e la mancanza di una distribuzione equa delle risorse naturali – delle quali beneficia solo una minoranza di ricchi, a discapito della maggioranza dei popoli della terra – hanno generato, e continuano a farlo, enormi quantità di malati, di bisognosi e di morti, provocando crisi letali di cui sono vittime diversi paesi, nonostante le ricchezze naturali e le risorse delle giovani generazioni che li caratterizzano. Nei confronti di tali crisi che portano a morire di fame milioni di bambini, già ridotti a scheletri umani – a motivo della povertà e della fame –, regna un silenzio internazionale inaccettabile.
È evidente a questo proposito quanto sia essenziale la famiglia, quale nucleo fondamentale della società e dell’umanità, per dare alla luce dei figli, allevarli, educarli, fornire loro una solida morale e la protezione familiare. Attaccare l’istituzione familiare, disprezzandola o dubitando dell’importanza del suo ruolo, rappresenta uno dei mali più pericolosi della nostra epoca.


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