Vista della baia di Algeri dal Centro Diocesano "Les Glycines" |
Papa Francesco sta negli Emirati Arabi. Una visita storica e non facile,
anche perché, come sottolineano i media, quegli Staterelli, più tolleranti di altri
paesi musulmani sono anche molto ricchi e impegnati nel sostenere nello Yemen una
guerra catastrofica sul piano umanitario. Il Papa prima di partire ha ricordato
le vittime di questo conflitto.
Mi è sembrato che per accompagnarlo con la preghiera possiamo essere
aiutati dalla testimonianza dei 19 martiri, uccisi in Algeria dal 1994 al 1996 e
beatificati ad Orano l’Otto dicembre scorso
FR. HENRI VERGES
Hamid, un giovane musulmano che frequentava la sua biblioteca,
dirà di lui: “Non gli hanno rubato la vita. Lui l’aveva già donata”.
Dai suoi scritti:
“Lasciare
che la pace di Cristo invada ogni giorno, poco e poco, il mio intimo. Pazienza
e dolcezza verso me stesso, pazienza e dolcezza verso tutti, in particolare i
giovani che il Signore mi ha affidato. Vergine Maria, fa di me uno strumento di
pace per il mondo. Pazienza, perseveranza calma tranquilla. Come il seminatore
che affida il suo seme alla terra e lascia che il tempo di Dio compia la sua
opera. Atteggiamento essenziale per un educatore: tanto più che io non conosco
i ritmi e i tempi della crescita di ciascuno di questi giovani. Dio mi ha
semplicemente inviato a seminare grano in un campo da lui scelto: seminare
nella pace, e lasciare a lui il prendersi cura della crescita. Senza stupirsi
della presenza della croce, come Gesù stesso nella sua vita.”
SR. PAUL-HELENE SAINTRAYMOND
Dalle sue parole:
[di fronte alla violenza che dilaga in Algeria dice] “Ognuno di noi deve cominciare a lottare
contro la propria violenza.” [al vescovo di Algeri che la mette in guardia
sui rischi che la comunità corre:] “Padre,
le nostre vite sono già donate”. Una suora testimonia di lei: “la sua vita era stata donata, liberamente,
a tutti quei piccoli e poveri che lei ha accolto e amato appassionatamente, e
dai quali ella diceva di ricevere moltissimo. Il suo annunciare Cristo nella
società musulmana è stato per lei: rispetto della religione dell’altro,
approfondimento della propria fede cristiana, esigenza di vivere secondo il
vangelo.”
SR. ESTHER PANIAGUA ALONSO
Dalle sue parole:
“Nessuno
ci può prendere la vita, perché noi l’abbiamo già donata… non ci accadrà niente
perché siamo nelle mani di Dio… e se anche ci succedesse qualcosa, noi saremo
nelle mani di Dio. In questo momento per me il modello perfetto è Gesù: ha
sofferto, ha dovuto vincere delle difficoltà ed è arrivato fino alla sconfitta
della croce da cui è zampillata la sorgente della vita.”
Dalle sue parole:
“Sono
aperta a quello che Dio e i miei superiori vorranno da me. Maria è stata aperta
alla volontà di Dio. Al momento attuale io voglio restare in questo atteggiamento
davanti a Dio.”
P. JEAN CHEVILLARD
Dalle sue parole:
“So
che posso morire assassinato. La nostra vocazione è testimoniare la fede
cristiana in terra musulmana. Per il resto “Insch Allah” (lo sa Dio).”
P. ALAIN DIEULANGARD
Dalle sue parole:
“Come
gli apostoli sul lago noi non abbiamo altro da fare che gridare verso il
Signore per risvegliarlo… il nostro futuro è nelle mani di Dio.”
P. CHARLES DECKERS
Dalle sue parole:
“Io
so bene che le mie attività mettono in pericolo la mia vita. In questo luogo è
la mia vocazione, io rimango…”
P. CHRISTIAN CHESSEL
Ha detto di lui una giovane algerina: “Ai parenti del nostro
giovane padre Christian direi: sappiate che nei suoi ultimi giorni Christian
era molto felice. Aveva potuto avviare il progetto, così caro al suo cuore, di
costruire una biblioteca destinata ai giovani.”
Ho studiato con lui l’arabo a Roma e sono stato presente alla sua
ordinazione diaconale. Ho conosciuto anche Pierre Claverie, il vescovo di
Orano. Forse ho visto fr. Henri Vergès e suor Paul Hélène al Centro “Les
Glycines”, frequentato per qualche lezione di arabo dialettale quando lavoravo
ad Algeri. Impressiona molto aver conosciuto direttamente dei martiri e beati. Una
conoscenza molto superficiale e scopri poi che non si è martiri per caso. Nell’umiltà
e il nascondimento operoso c'è una intensa vita spirituale che prepara l’offerta
totale di sé.
Beati Martiri di Algeria pregate per noi!
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