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venerdì 1 agosto 2025

LA SPERANZA SI ESPRIME NELLA PREGHIERA / 36. NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 63-64.

Monaci certosini recitano la
dossologia alla fine del salmo.



63. La correttezza nella preghiera possiede un’implicazione soteriologica. È Gregorio di Nissa a lanciare l’avvertimento più incisivo: la speranza del credente è più di una morale nel senso attuale del termine, ma si esprime anche nella preghiera. La speranza è rivolta verso la divinizzazione operata da Dio: se «la prima grande speranza non è più presente presso coloro che si lasciano coinvolgere in un errore di dottrina», ciò ha per conseguenza «che non c’è alcun vantaggio a comportarsi correttamente col sostegno dei comandamenti». E Gregorio prosegue:

Noi siamo dunque battezzati come l’abbiamo ricevuto, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; ma noi crediamo come siamo battezzati; conviene, in effetti, che la fede sia in accordo con la confessione; noi glorifichiamo così come crediamo, perché non è naturale che la glorificazione si opponga alla fede. Ma ciò in cui crediamo, anche lo glorifichiamo. Di modo che, poiché la fede è nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, la fede, la gloria e il battesimo si tengono reciprocamente, a causa di ciò non si distingue la gloria del Padre, da quella del Figlio e dello Spirito Santo.[100] 

64. L’aggiunta della dossologia trinitaria alla fine di ogni salmo, il cui ordine è attribuito al Papa Damaso (morto nel 384 dopo Cristo), può essere compresa in questa direzione. Cassiodoro rimarca che in questo modo tutte le eresie vengono ridotte al nulla: 

La Madre Chiesa aggiunge la lode della Trinità a tutti i salmi e cantici. Rende omaggio a Colui dal quale provengono queste parole e taglia così l’erba sotto i piedi alle eresie di Sabellio, Ario, Mani e altri.[101] 

È soprattutto il caso dell’aggiunta “sicut erat in principio...”, che è stato compreso, in modo inequivocabile, come una professione di fede antiariana.[102]


[100] Gregorio di Nissa, Epistula 5,7, trad. it. in R. Criscuolo, Associazione di studi tardoantichi, Napoli 1981, pp. 93-94.

[101] Cassiodoro, Expositio psalmorum, prooem. n. 17, trad. it. di A. Caruso, Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, Spaccati di vita. 1. I salmi di Gesù, Vivere in, Roma 2004, p. 2.

[102] Il Sinodo di Vaison (524 d.C.), Canone 5, Mansi 8, col. 725: «Quia non solum in sede apostolica, sed etiam per totum Orientem et totam Africam vel Italiam propter Haereticorum astutiam, qui Dei filium non semper cum Patre fuisse, sed a tempore coepisse blasphemant, in omnibus clausulis post Gloriam patri etc. Sicut erat in principio dicitur; etiam et nos in universis ecclesiis nostris hoc ita dicendum esse decernimus».

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