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sabato 2 agosto 2025

EVENTO DI SAPIENZA ED ECCLESIALE / 39. NICEA. Gesù Cristo, ... nn. 70-71




Capitolo 3

Nicea come evento teologico e come evento ecclesiale

70. Celebrare Nicea, significa cogliere come il Concilio resta nuovo, di quella novità escatologica inaugurata il mattino di Pasqua, che continua a rinnovare la Chiesa anche 1700 anni dopo l’evento di Nicea. In effetti si tratta di un evento in senso forte, di una svolta che si inscrive nella trama della storia con i suoi concatenamenti, ma ne è ugualmente un punto di concentrazione, che introduce una reale novità ed esercita un’influenza decisiva su ciò che segue. A seconda delle lingue, il termine “evento” rinvia a ciò che avviene, l’ad-ventus (avènement, avent, avvenimento), o ancora a ciò che proviene da (évènement, event), alla produzione di un fatto (acontecimiento) o all’apparizione di qualcosa di nuovo (Ereignis). Così, Nicea è l’espressione di una svolta che avviene, proviene, si produce, si mostra nel pensiero umano, indotta dalla Rivelazione del Dio uno e trino in Gesù, che feconda lo spirito umano donandogli contenuti nuovi e nuove capacità. È un “evento di Sapienza”. Allo stesso modo Nicea, che sarà qualificato subito dopo come primo Concilio Ecumenico, è ugualmente l’espressione di una svolta nel modo in cui la Chiesa si struttura e veglia sulla sua unità e sulla verità della sua dottrina mediante la stessa confessione di fede: è un “evento ecclesiale”. Evidentemente, in entrambi i casi, la novità si appoggia su un processo previo, su una realtà data, quella stessa che questa novità trasforma. L’evento di Sapienza presuppone la cultura umana, l’assume, per così dire, per purificarla e trasfigurarla. L’evento ecclesiale si appoggia sulla precedente evoluzione delle strutture della Chiesa dei primi secoli, a loro volta appoggiata sull’eredità ebraica e greco-romana.  

71. Ora, la fonte di questi due eventi rimanda a un altro evento, frutto di iniziativa divina, l’evento della Rivelazione di Dio, l’“evento Gesù Cristo”. Questi è la Novità per eccellenza: il Novus è il Novum.[111] Si tratta della Rivelazione stessa, mentre l’evento di Sapienza e l’evento ecclesiale fanno parte della trasmissione di questo dono primordiale.[112] In esso, Dio stabilisce l’alleanza con un popolo per fare alleanza con tutti i popoli, assume una umanità per assumere tutta l’umanità. Nicea è l’espressione e il frutto della Novità della Rivelazione, e per questo il Concilio del 325 offre un paradigma per ogni tappa del rinnovamento del pensiero cristiano, come anche delle strutture della Chiesa. Inoltre, poiché il Concilio di Nicea nasce dal Novum che è Cristo, potrà essere compreso in modo sempre rinnovato e fecondare continuamente la vita della Chiesa. Si tratta allora di esplorare in un primo tempo l’evento fontale, l’evento Gesù Cristo, per esaminare in seguito le sue conseguenze sul pensiero umano e sulle strutture della Chiesa. 


[111] Si veda Ireneo, così spesso citato da Henri de Lubac: «Omnem novitatem attulit, semetipsum afferens», Ireneo di Lione, Contro le eresie IV, 34,1, trad. it. di A. Cosentino, vol. 2, pp. 270-271; cf. anche Francesco, Esort. Ap. Evangelii gaudium, 24 novembre 2013, 11. 

[112] Su questa distinzione, si veda Concilio Ecumenico Vaticano II, Cost. Dogm. Dei Verbum, 18 novembre 1965, 2-5 e 7-8.


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