Un neocatecumenale preoccupato mi ha fatto leggere il testo che riproduco sotto.
«Dopo tanto tempo ho pensato di intervenire per aiutare i neocatecumenali a
liberarsi dalla loro eresia pericolosa.
Sono sacerdote e ho fatto il cammino a partire dal 1975.
L'anno scorso, dopo anni di travaglio interiore, dopo aver aiutato le
comunità a capire, e non hanno capito perché condizionate dalla prepotenza dei catechisti [del Cammino], ho
lasciato con grande sollievo quello che ritengo sia una vera setta. Almeno i
metodi sono quelli.
In particolare c'è stato in me il rifiuto a proseguire una “eucaristia” non
approvata dalla Chiesa!
Spero di riuscire con interventi che non siano polemici ma convinti nel
profondo di riuscire in questo tentativo.
Altrimenti mi ritirerò, come già avevo fatto pregando il Signore a darmi
tempo per rimediare a tanti sbagli a cui mi ha portato anche il cammino celebrando
la Santa messa della Chiesa e non di Kiko!
Ringrazio Daniel Lischiftz, di cui ho appena finito di leggere i due volumi
della sua vita, perché in molte cose mi sono trovato. Pensavo di scrivergli, ma
temevo che non mi potesse capire.
Naturalmente io interverrò quando gli impegni me lo permetteranno.
Non ho odio per
nessuno. Prego anche per le comunità che ho avuto perché il Signore apra loro
gli occhi e possano vedere dove è la Santa Madre Chiesa.» (don Giuseppe)
Cosa dire a don Giuseppe e del suo testo?
Cercando, ho ritrovato
questo stesso testo, postato in questi giorni (settembre 2016) da una certa Valentina Giusti sul sito
dell’ “Osservatorio sul Cammino
Neocatecumenale secondo verità”.
Il don Giuseppe che firma non si identifica. Non sappiamo di dov’è, né quando ha lasciato il Cammino, né cosa rimprovera alla celebrazione neocatecumenale. E quindi posso pensare che sia un testo fittizio, non scritto da un sacerdote. Questo evidentemente cambia riguardo alle intenzioni e alla buona fede dell'autore. Ma nel merito non cambia nulla, in quanto il modo di celebrare dei neocatecumenali è sempre stato autorizzato dalla Chiesa, prima in forma provvisoria e sperimentale poi in maniera sempre più definitiva e con qualche ritocco.
Prima dell'approvazione definitiva, un sacerdote cattolico non poteva pensare che l'eucaristia neocatecumenale non fosse autorizzata, ma poteva pensare che non si sarebbe mai arrivati all'approvazione definitiva. Con l’approvazione definitiva un sacerdote
cattolico non può avere nessun dubbio sulla cattolicità piena della forma di celebrare
neocatecumenale. Oggi la “Messa eretica” dei neocatecumenali è descritta dallo
Statuto definitivo approvato il giorno di Pentecoste 2008. Ai fini della nostra discussione forse è buono prestare particolare attenzione al paragrafo 2
dell’articolo.
Giovanni Paolo II celebra col pane azzimo |
Art. 13
[Eucaristia]
§ 1.
L’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato
postbattesimale, vissuto in piccola comunità.(47) L’Eucaristia infatti completa
l’iniziazione cristiana.(48)
§ 2. I
neocatecumeni celebrano l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità, dopo i
primi vespri della Domenica. Tale celebrazione ha luogo secondo le disposizioni
del Vescovo diocesano. Le celebrazioni dell’Eucaristia delle comunità
neocatecumenali al sabato sera fanno parte della pastorale liturgica domenicale
della parrocchia e sono aperte anche ad altri fedeli.
§ 3.
Nella celebrazione dell’Eucaristia nelle piccole comunità si seguono i libri
liturgici approvati del Rito Romano, fatta eccezione per le concessioni
esplicite della Santa Sede(49). Per quanto concerne la distribuzione della
Santa Comunione sotto le due specie, i neocatecumeni la ricevono in piedi,
restando al proprio posto.
§ 4. La celebrazione dell’Eucaristia nella piccola comunità è preparata sotto la guida del Presbitero, da un gruppo della comunità neocatecumenale, a turno, che prepara brevi monizioni alle letture, sceglie i canti, provvede il pane, il vino, i fiori, e cura il decoro e la dignità dei segni liturgici.
J. Ratzinger ancora Cardinale che celebra l'Eucaristia N.C. |
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