Il Profeta Amos. |
La forte denuncia sociale di Amos che leggiamo oggi è
nella Bibbia, è Parola di Dio. Amos è un contadino povero che “arrangia” anche raccogliendo
fichi selvatici. Non fa parte della casta. Quindi “disturba” doppiamente per il
suo messaggio e per la sua origine sociale chi detiene ricchezza e autorità
religiosa. Si sa che nei popoli antichi (ma anche oggi!?) il clero, assieme ai
guerrieri, è sempre una classe privilegiata. Gesù infatti rivolge la parabola del
ricco egoista e del povero Lazzaro ai farisei, colti nella Legge e zelanti per il
culto ma molto meno per la condivisione – economica e non solo - con le persone
più semplici e povere. Nel Vangelo i farisei sono sempre dei notabili … Ora si
sa che la Bibbia è cosa del clero. Sono i sacerdoti e i leviti che hanno raccolto
le profezie e messo insieme la collezione di libri che costituiscono le Sacre
Scritture. Questo dice tanto sull’apertura – malgrado tutto – di questo popolo
straordinario che è il Popolo d'Israele e l’azione dello Spirito Santo che ha
fatto giungere a noi la Parola di Dio.
E Gesù conclude la sua parabola con un appello ad
aprire il cuore alla Parola di Mosè e dei Profeti, alla Parola di Dio. Benché sia una parabola,
quel racconto afferma con molta chiarezza che ci sarà un giudizio e che si può andare
all’inferno. Tremenda catastrofe dove la disperazione e il dolore non hanno né fondo
né fine. Gesù non vuole schiacciare nessuno, e non arma il braccio di
rivoluzionari per una nuova dittatura di classe. Ma accoglie i figli che desiderano
la Vita esigendo la conversione. Gli incontri sulla “Economia di Francesco” in questi
giorni ad Assisi ne sono il segno: cercare soluzioni e metodi per incarnare il
sogno di Dio di una Umanità fraterna e giusta, che inglobi innanzitutto le
persone come tali, ma anche tutto il vivente e le risorse del Pianeta.
Apriamo il cuore e l’orecchio, l’intelligenza, e la
volontà alla Parola di Dio.
Prima
Lettura Am 6, 1.4-7
Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.
Dal libro del profeta Amos
Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 145
Loda il Signore, anima mia.
Il
Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il
Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli
sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Seconda Lettura 1 Tm 6, 11-16
Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.
Dalla
prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi
invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla
mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita
eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella
professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua
bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza
macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del
Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
Canto al Vangelo 2 Cor 8,9
Alleluia, alleluia.
Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Alleluia.
Vangelo Lc 16, 19-31
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è
consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e
ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla
sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla
tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì
anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi
e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse:
“Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta
del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi
beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece
sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande
abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì
possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio
padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano
anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i
Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti
qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano
Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
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