S. Vincenzo de Paoli. Quando l'Amore trasforma la sofferenza in affabilità. |
Forse, dalle grazie speciali ricevute dai
santi e dalla loro affabilità, ci sembra che, avendo offerto la loro
vita al Signore, essi sono vissuti solo in consolazioni celesti, quasi nella
visione beatifica. Il lungo grido di disperazione di Giobbe ci parla di altro.
Marthe Robin diceva: “capisco perché si tengono le medicine
lontane dalla portata dei malati!” (per impedire i tentativi di suicidio). Ma Giobbe
rimane fermo nella fede. Si sfoga maledicendo il giorno in cui è nato ma senza
accusare nessuno e soprat5tutto senza accusare Dio.
Gesù pure lui sta nella notte mentre va verso
Gerusalemme. E la sua sofferenza non è solo interiore. Un villaggio di
samaritani gli rifiuta l’ospitalità perché si intestardisce a dire che la
salvezza viene dai Giudei e non vuole tagliare i ponti con le autorità corrotte
di Gerusalemme per ripartire da zero con l’ex Regno del Nord. I suoi discepoli lo seguono ma sono scandalizzati dall’offesa fatta al
maestro e di conseguenza anche a loro. Vorrebbero dare una bella lezione radicale
a questi eretici di samaritani. Ma Gesù li rimprovera. Egli ci dà una
meravigliosa lezione di vita cristiana e anche di cattolicesimo: fermo sulla
dottrina e la fede, mite nel rapportarsi con le persone che sbagliano! Ho letto
ieri una bella frase di una donna: “che il mio sorriso sia sempre più forte del
caos che mi porto dentro”.
San Vincenzo de Paoli incarna questo in modo esemplare. La sua vita fu molto movimentata e difficilissima in certi periodi. Dovette
affrontare il suo “caos interiore”, ma anche critiche, in un tempo particolarmente
crudele. In Francia c'erano le “guerre di religione”. In nome di Cristo cattolici
e protestanti si uccidevano a vicenda devastando tutto e seminando miseria nel popolo.
Oltre alla carità materiale, mendicando presso tutti e convincendo Dame dell’Alta
Società a vendere i propri gioielli!, san Vincenzo sapeva che la migliore
carità e promozione umana era annunciare l’Amore di Dio e istruire
le persone nella fede. Per questo motivo istituì i “Preti della Missione”, i
Vincenziani. Lo fece in comunione col Concilio di Trento ma forse direttamente
ispirato da esso. Avendo acquistato molteplici relazioni di alto livello, aiutò
ad individuare preti fedeli alle decisioni del Concilio e idonei a diventare
vescovi. La santità non si distacca mai dalla comunione con la Chiesa e dall’obbedienza
al Magistero.
Prima
Lettura Gb 3, 1-3.11-17.20-23
Perché dare la luce a un infelice?
Dal libro di Giobbe
Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno. Prese a dire:
«Perisca il giorno in cui nacqui
e la notte in cui si disse: “È stato concepito un maschio!”.
Perché non sono morto fin dal seno di mia madre
e non spirai appena uscito dal grembo?
Perché due ginocchia mi hanno accolto,
e due mammelle mi allattarono?
Così, ora giacerei e avrei pace,
dormirei e troverei riposo
con i re e i governanti della terra,
che ricostruiscono per sé le rovine,
e con i prìncipi, che posseggono oro
e riempiono le case d’argento.
Oppure, come aborto nascosto, più non sarei,
o come i bambini che non hanno visto la luce.
Là i malvagi cessano di agitarsi,
e chi è sfinito trova riposo.
Perché dare la luce a un infelice
e la vita a chi ha amarezza nel cuore,
a quelli che aspettano la morte e non viene,
che la cercano più di un tesoro,
che godono fino a esultare
e gioiscono quando trovano una tomba,
a un uomo, la cui via è nascosta
e che Dio ha sbarrato da ogni parte?».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 87
Giunga fino a te la mia preghiera, Signore.
Signore,
Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l’orecchio alla mia supplica.
Io
sono sazio di sventure,
la mia vita è sull’orlo degli inferi.
Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa,
sono come un uomo ormai senza forze.
Sono
libero, ma tra i morti,
come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali non conservi più il ricordo,
recisi dalla tua mano.
Mi hai
gettato nella fossa più profonda,
negli abissi tenebrosi.
Pesa su di me il tuo furore
e mi opprimi con tutti i tuoi flutti.
Canto al Vangelo Mc 10,45
Alleluia, alleluia.
Il Figlio dell’uomo è venuto per servire
e dare la propria vita in riscatto per molti.
Alleluia.
Vangelo Lc 9, 51-56
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme.
Dal
vangelo secondo Luca
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù
prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò
messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli
l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino
verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che
diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò.
E si misero in cammino verso un altro villaggio.
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