Per il Qoelet nulla porta alla pienezza, tutto
diventa terribilmente ripetitivo e noioso e alla fine vuoto, “vanità”. (In
ebraico “vanità” si dice “'evel”, “abele”. Il secondo figlio di Eva si
chiama Abele proprio perché significa “vanità”; C'è lui, o non c'è, non conta, conta
“l’acquistato”, il “Qaìn”, Caino. Quel poveretto, educato ad avere la
precedenza in tutto, l’adorazione dei genitori, non poteva non vederla nera
quando Dio gradì il sacrificio di Abele e non il suo. Ma questo momento inevitabile
di rabbia e gelosia poteva dominarlo e non lo fece … Genesi 4,1-16). Per
Qoelet, tutto è vanità e nulla c'è di nuovo sotto il sole. Ma, mi dirai, non è più così, oggi invece ci
sono tante cose nuove! È vero sul piano tecnologico in particolare, ma il
cuore dell’uomo vive le stesse passioni, il suo relazionarsi di base con la
vita e la morte, con gli altri, è fondamentalmente sempre lo stesso. Un mio
confratello a chi gli parlava di qualche peccato “inaudito”, “mai successo
prima”, rispondeva: “è già scritto nella Bibbia".
L’idea che la Storia non sia ciclica ma vada verso
un compimento è nata dall’Alleanza di Dio con Abramo. E l’unica vera novità è
Gesù Cristo che compie questa Alleanza. Ancora oggi costatiamo
che tutti i tentativi o le promesse di cambiamento, di progresso inteso come
miglioramento dell’Umanità, basati solo sulle capacità umane sono votate al
fallimento.
Anzi, c'è la tendenza costante nell’uomo a non fidarsi del futuro, del nuovo, ma a cercare la sicurezza nel passato, nel già conosciuto. Lo vediamo nel Vangelo di oggi, dalle opinioni che la gente ha di Gesù e vengono riportate ad Erode. Gesù è : «Giovanni risorto dai morti», oppure «Elìa», o ancora: «uno degli antichi profeti che è risorto ». Anche oggi ci sono tentazioni di ritorno al passato nella Chiesa, nonché il ripetere riti e devozioni che quando furono creati erano un adattamento audace al nuovo del momento, ma oggi sono lontani dalla vita reale. Bisogna saper conservare le tradizioni del passato quando sono ancora valide, ma c'è indubbiamente bisogno di nuovo (Mt 13:52; Mt 9:17; Mc 2:22; Lc 5:37 ).
Prima
Lettura Qo 1, 2-11
Non c’è niente di nuovo sotto il sole.
Dal libro del Qoèlet
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Quale guadagno viene all’uomo
per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?
Una generazione se ne va e un’altra arriva,
ma la terra resta sempre la stessa.
Il sole sorge, il sole tramonta
e si affretta a tornare là dove rinasce.
Il vento va verso sud e piega verso nord.
Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento.
Tutti i fiumi scorrono verso il mare,
eppure il mare non è mai pieno:
al luogo dove i fiumi scorrono,
continuano a scorrere.
Tutte le parole si esauriscono
e nessuno è in grado di esprimersi a fondo.
Non si sazia l’occhio di guardare
né l’orecchio è mai sazio di udire.
Quel che è stato sarà
e quel che si è fatto si rifarà;
non c’è niente di nuovo sotto il sole.
C’è forse qualcosa di cui si possa dire:
«Ecco, questa è una novità»?
Proprio questa è già avvenuta
nei secoli che ci hanno preceduto.
Nessun ricordo resta degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso quelli che verranno in seguito.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 89
Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai
ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Tu li
sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.
Insegnaci
a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci
al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.
Canto al Vangelo Gv 14,6
Alleluia, alleluia.
Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore,
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.
Vangelo Lc 9, 7-9
Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale
sento dire queste cose?
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e
non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai
morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi
profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del
quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
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