Il frutto della sequela di Cristo: Paolo riconcilia lo schiavo ribelle con il padrone, come fratelli! |
“Chi non rinuncia
a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo!”
Ci sono discepoli di Gesù in questa Assemblea?
Nessuno alza la mano. Nessuno ha rinunciato a tutti i suoi averi. Nessuno ha
odiato suo padre, sua madre … e perfino la propria vita per essere discepolo di
Cristo. “Odiato”? Sì, è la traduzione letterale del verbo che in modo pastorale i nostri vescovi dicono: “non amare più di”.
Ma è giusto? Certamente chi non ha incontrato Cristo
non può farlo, e se lo tenta, non solo non ci riuscirà ma il suo tentativo può portarlo
a gravi distorsioni psicologiche. Il mondo purtroppo è pieno di cattivi
maestri, tra loro ci sono anche preti e persone nelle parrocchie che affermano
che bisogna innanzitutto amare sé stessi, bisogna stare solo con le persone che
ti fanno stare bene, bisogna dare agli altri l’attenzione che essi ti danno ed
escludere gli altri. Tutto il contrario del Vangelo.
Ma se uno non può compiere la Parola di Dio, perché è sbagliato dire alla gente di preservarsi? Se io cerco di fare una cosa impossibile mi esaurirò soltanto! Il Vangelo ci risponde: “impossibile presso gli uomini ma non presso Dio” (Marco 10,27). Matteo 19,26 e Luca, 18,27 dicono la stessa cosa. E anche l’angelo dice a Maria: “nulla è impossibile a Dio” (Lc 1: 37). Nel loro inganno, i cattivi maestri che dicono di allontanare chi non ti piace, chi non ti gratifica, insegnano che “volere è potere”, che nulla è impossibile a chi vuole, a chi crede in sé stesso. Ma la logica che unisce queste frasi: “allontana persone e cose sgradevoli” e “compi anche l’impossibile” è la ricerca di sé stessi, l’egoismo. Certo la volontà umana messa a servizio della libertà conta molto, la perseveranza in un progetto è indispensabile, ma, per quanto alti, gli obiettivi raggiunti saranno solo a dimensione umana e non sempre si riesce. Mentre i divorzi si moltiplicano, si insegna che per far durare l’amore bisogna fare letti separati e persino case separate! “L’impossibile non esiste!” dicono le pubblicità che propongono di tuffarsi nel virtuale. Si tratta quindi di una illusione. Non è nuovo: “impossible n’est pas français” disse Napoleone Bonaparte. Ma è morto nel fallimento dopo aver lasciato una scia di sangue. Un candidato alle ultime elezioni presidenziali francesi ha ripreso questa frase come slogan elettorale. Ha raccolto un magrissimo 7% e tutti i candidati del suo partito, compreso lui, sono stati eliminati al primo turno delle legislative successive! È la fede che rende possibile nella nostra vita ciò che è possibile solo a Dio: “Ed egli rispose: «Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile».” (Matteo 17,20). Mentre non tutti i progetti umani sono buoni, molti diventano una trappola, i progetti di Dio sono tutti buoni per l’uomo.
Solo chi
confida in Dio ha il potere di trasformare la croce in segno di salvezza. Nessun
altro. Ma per questo ci vuole una maturazione realistica, conoscere Dio e se
stessi. Una cosa che in genere non c'è. Né si conosce Dio realmente, né si
conosce molto sé stessi. Anche i santi maturano durante la loro vita e il loro amore si
allarga, fino a dire questa frase rivoluzionaria di Paolo a Filemone: “perché tu lo riavessi (il tuo schiavo) per
sempre; non più però come schiavo, … ma come fratello carissimo, … sia come
uomo”. Siamo tutti fratelli in quanto uomini! San
Paolo ci è arrivato maturando, aiutato dalla Scrittura e dallo Spirito del Signore.
anche san Francesco arriva a questo punto, scrivendo ai “Fratelli tutti!”, espressione ripresa da papa Francesco nella sua Enciclica in mezzo ad incomprensioni
e critiche anche di cattolici praticanti. Solo camminando si arriva alle evidenze più ovvie. Dobbiamo maturare tutti, dobbiamo
camminare.
Prima
Lettura Sap 9, 13-18
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
Dal libro della Sapienza.
Quale, uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 89
Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu
fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Tu
li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.
Insegnaci
a contare i nostri giorni
E acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci
al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.
Seconda Lettura Fm 9b-10. 12-17
Accoglilo non più come schiavo, ma come un fratello carissimo.
Dalla
lettera a Filèmone.
Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così
come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per
Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi
sta tanto a cuore.
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in
catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché
il bene che fai non sia forzato, ma volontario.
Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi
per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello
carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come
fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.
Canto al Vangelo Sal 118,135
Alleluia, alleluia.
Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi decreti.
Alleluia.
Vangelo Lc 14, 25-33
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, una folla numerosa andava
con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la
moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può
essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere
mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e
a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le
fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono
comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato
capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a
esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con
ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per
chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio
discepolo».
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