Il Qoelet ha una visione molto pessimista perché il
futuro è la morte, e prima ancora la decadenza della vecchiaia. Anche nascondendole
sotto immagini poetiche, la conclusione è una: “giungano
gli anni di cui dovrai dire: «Non ci provo alcun gusto»; … tutto è vanità.” Ma hai
il dono della vita, non sciuparlo, godilo, approfitta della tua libertà con quella
misura che dona la consapevolezza che Dio c'è e giudica. Chi dona la vita l'ha strutturata
secondo un ordine e delle leggi che, osservati, danno armonia.
Lo ripetiamo da alcuni giorni, stimolati dalla
lettura del Qoelet: la sua saggezza triste invoca il dono della risurrezione,
della vita eterna che avverrà solo con Gesù Cristo.
Gli apostoli che sono presi dall’euforia generale per
il bene che fa Gesù e il suo successo che sembra aprire orizzonti radiosi, non capiscono
la profezia del suo fallimento umano. Nella paura della morte che vivono
profondamente vedono una sola via di salvezza: evitare la morte, cancellarla o
almeno respingerla il più lontano possibile quando si sarà “sazio di giorni”,
vegliardo ma in buona salute come Mosè a 120 anni. E invece Gesù parla di
sconfitta, di debolezza, di vittoria di coloro che bisognerebbe invece vincere
o scartare. Non sanno che Gesù affronta la morte per vincerla. Il solo pensiero
della morte è già troppo per loro, li blocca.
Quando cercavo la fede, volevo vedere la
risurrezione sul volto dei credenti, della gente a messa. E non vedevo nessuna
faccia da risorto. In seguito ho visto volti da risorto. Ma sono pochi e
neanche il mio volto lascia trasparire la vittoria di Cristo come dovrebbe. Sono
appesantito dalle attese deluse, dal mio fallimento totale nell’essere irreprensibile,
dalla tristezza del male e dalla sofferenza che vedo attorno a me. Dovrei appoggiarmi
solo alla sua grazia e la sua misericordia. “Gettare in lui il mio affanno” (vedi Matteo 6,24-34). Ma
comunque Egli mi ha salvato e abbracciato nel suo amore fedele, così come sono.
Cristo è risorto. Beato chi lo segue. “Rallegratevi
nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità
sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla,
ma in ogni necessità …” (Filippesi 4,4-6).
Prima
Lettura Qo 11,9 - 12,8
Ricòrdati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima
che ritorni la polvere alla terra e il soffio vitale torni a Dio.
Dal libro del Qoèlet
Godi, o giovane, nella tua giovinezza,
e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù.
Segui pure le vie del tuo cuore
e i desideri dei tuoi occhi.
Sappi però che su tutto questo
Dio ti convocherà in giudizio.
Caccia la malinconia dal tuo cuore,
allontana dal tuo corpo il dolore,
perché la giovinezza e i capelli neri sono un soffio.
Ricòrdati del tuo creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
«Non ci provo alcun gusto»;
prima che si oscurino il sole,
la luce, la luna e le stelle
e tornino ancora le nubi dopo la pioggia;
quando tremeranno i custodi della casa
e si curveranno i gagliardi
e cesseranno di lavorare le donne che macinano,
perché rimaste poche,
e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre
e si chiuderanno i battenti sulla strada;
quando si abbasserà il rumore della mola
e si attenuerà il cinguettio degli uccelli
e si affievoliranno tutti i toni del canto;
quando si avrà paura delle alture
e terrore si proverà nel cammino;
quando fiorirà il mandorlo
e la locusta si trascinerà a stento
e il cappero non avrà più effetto,
poiché l’uomo se ne va nella dimora eterna
e i piagnoni si aggirano per la strada;
prima che si spezzi il filo d’argento
e la lucerna d’oro s’infranga
e si rompa l’anfora alla fonte
e la carrucola cada nel pozzo,
e ritorni la polvere alla terra, com’era prima,
e il soffio vitale torni a Dio, che lo ha dato.
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
tutto è vanità.
Salmo
Responsoriale Dal Salmo 89
Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai
ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Tu li
sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.
Insegnaci
a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci
al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.
Canto al Vangelo 2 Tm 1,10
Alleluia, alleluia.
Il Salvatore nostro Gesù Cristo ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.
Vangelo Lc 9, 44-45
Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di
interrogarlo su questo argomento.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù
disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio
dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che
non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo
argomento.
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