Celebriamo un’altra gioia mariana: il Nome di Maria.
Approfitto per fare gli auguri a tutte le donne che portano il suo Nome!
Il Vangelo, col Centurione ci introduce
alla vera fede. Egli rinuncia ad avere conferme attraverso segni sensibili! È un pagano che ha
compreso il rapporto con Dio meglio di tanti in Israele ma anche di tanti tra i
cristiani. Grande è la sua fede ma Maria è più grande, in quanto lui cercava una guarigione, (un evento lieto che tutti auguriamo a chi
soffre: c'è una giovane Maria che proprio oggi si sottopone ad un intervento chirurgico
delicato e che si è affidata, che affidiamo di tutto cuore alla Vergine), lei cercava solo di fare la volontà di Dio sapendo che questo avrebbe comportato anche la “crocifissione”
della sua vita.
Paolo deve prendere posizione con fermezza contro le
deviazioni presenti in alcuni della comunità. Questa fermezza è sempre necessaria, altrimenti lo spirito del
mondo o peggio comincia a comandare nella parrocchia. Tra i Corinzi le deviazioni
erano eclatanti, la Cena del Signore non era ancora ben organizzata. Oggi l’aspetto
formale è spesso salvo senza però che si giunga a cambiare il profondo dei cuori. Se non riparti dal kerygma, avrai solo uno spirito pre o anti cristiano. Ma anche quando c'è stato l’annuncio,
non è finita la conversione!
Benedico san Paolo che è stato così coraggiosamente vigilante
e perseverante nel suo amore per i membri delle comunità, e ringrazio quanti, da
allora, pastori o laici, responsabili di comunità cristiane, hanno lottato per la purezza della fede. Anche se passa attraverso la vita offerta
dei suoi amici e servi, tutto però viene dal Signore. E non si può non contemplare
con stupore la forza e bellezza del Vangelo che in questi 20 secoli ha portato tanto frutto nelle vite dei singoli e nei popoli, malgrado la pochezza
spirituale e il peccato dei cristiani.
Prima
Lettura 1 Cor 11, 17-26
Se vi sono divisioni tra voi il vostro non è più un mangiare la
cena del Signore.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, non posso lodarvi, perché vi riunite insieme non per il meglio, ma per il peggio.
Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno superato la prova.
Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l’altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla Chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 39
Annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
Sacrificio
e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo.
Nel
rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».
Ho
annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.
Esultino
e gioiscano in te
quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Il Signore è grande!»
quelli che amano la tua salvezza.
Canto al Vangelo Gv 3,16
Alleluia, alleluia.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Alleluia.
Vangelo Lc 7, 1-10
Neanche in Israele ho trovato una fede così grande.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al
popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao.
Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione
l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni
anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro,
giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda
quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a
costruirci la sinagoga».
Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il
centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono
degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono
ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito.
Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di
me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e
al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva,
disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E
gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
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